Home Attualita Il comignolo sul tetto che scotta

Il comignolo sul tetto che scotta

Quest’anno il caldo ci ha fatto compagnia fino ai primi di novembre, ed ora, con l’arrivo dei primi freddi e del brutto tempo, in molti traggono consolazione dal tepore di un focolare. È, infatti, iniziato il periodo delle prime accensioni dei camini e delle stufe a legna nelle abitazioni, ma i pericoli non mancano. Gli interventi dei Vigili del Fuoco per incendio da canna fumaria sono stati 61 in tutta la provincia fino a metà novembre (65 nel 2011). Questi eventi dimostrano come una mancata manutenzione alla struttura e alcune cattive abitudini, possano causare guai… scottanti. Ma non solo.
“Oltre alla mancata pulizia, i casi in cui interveniamo più frequentemente sono dovuti ad una cattiva realizzazione dei cosiddetti tetti ventilati in legno – spiega l’ingegnere Antonio Petitto, vice comandante dei pompieri di Rimini – non è l’incendio nella canna fumaria il rischio più grande, ma l’effetto che produce sulla copertura: la canna in acciaio si riscalda moltissimo e se non viene ben posizionata nella struttura rischia di innescare l’incendio dell’isolante interno”.

Quando allarmarsi?
“Se il tiraggio del camino non è buono dopo che si è acceso un fuoco, quello è un segnale d’allarme. Ciò può dipendere dal vento contrario o dalla compromissione del camino stesso. Può essersi infilato qualcosa dall’alto nella canna o può essere presente della fuliggine lungo la struttura. La non pulizia della canna può causare l’incendio della fuliggine e quindi della canna fumaria, e potrebbe coinvolgere il tetto. Un segnale per il cattivo stato della canna fumaria può essere dato anche dall’odore di legno bruciato che si può percepire nelle varie stanze”.

Anche la stufa a pellet comporta rischi?
“Se la canna che passa per un tetto ventilato non è installata correttamente può causare il surriscaldamento, ed eventualmente l’innesco, dei materiali che attraversa, essendo questi dei combustibili. Infatti anche questo tipo di stufa ha una canna metallica che raggiunge temperature molto alte; alcune vengono posizionate in mansarda e in questi casi la canna raggiunge temperature altissime proprio in prossimità del tetto, rispetto alle stufe posizionate ai piani inferiori che danno così la possibilità alla canna di raffreddarsi durante il percorso verso la copertura”.

Cosa evitare assolutamente?
“La compresenza del camino e della caldaia nella stesso ambiente, perché le caldaie attuali di tipo B, quelle non-turbo che possono essere installate all’interno delle abitazioni, rischiano di scaricare il monossido di carbonio dentro l’abitazione, se non hanno un tiraggio buono. Infatti la canna del camino tira di più rispetto a quella della caldaia. Sono intervenuto alcune volte in soccorso di famiglie intossicate da monossido di carbonio proprio per questo motivo. Poi molti incendi dipendono dal comportamento delle persone. Ad esempio, mettere dei vestiti, ovvero del materiale combustibile, ad asciugarsi a ridosso del camino può essere pericoloso”.

Quali consigli dare per una maggior sicurezza?
“Prima di riattivare i camini, controllarlo e provvedere alla pulizia, se non lo si è fatto durante l’interruzione. Poi chi ha una canna fumaria vecchia, in muratura, può richiedere un’ispezione per constatare se ai piani superiori c’è o meno continuità strutturale”.

Che fare in caso di incendio da camino?
“Cercare di mettersi in salvo e contemporaneamente chiamare il 115”.

Mirco Paganelli