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Grazie “donGiampa”!

Caro don Giampaolo,
immagino la tua espressione, mentre pensi o dici qualcosa di simile a “Adesso mi fanno il necrologio!”: sono abituata alla tua intelligente ironia e questa fantasia mi fa sorridere un po’, ma mi trattiene anche dall’essere troppo “commemorativa”!
So che anche altri – persone familiari dell’AC – desiderano scrivere qualcosa a te e di te e voglio aggiungermi a loro per un mio grazie particolare. Penso inoltre di rappresentare in questo gli amici dell’Associazione che non hanno occasione immediata di incontrarti, per farlo personalmente,
Sento chiaramente il debito di gratitudine che l’Azione Cattolica diocesana ha verso di te, che per tanti anni sei stato l’Assistente del Settore Giovani, delicato ed impegnativo.
Oggi parliamo molto di educazione e la definiamo “emergenza” o “sfida”, parole che, dal negativo dell’analisi al positivo dell’impegno, ne racchiudono la complessità. Tu hai vissuto (ed ancora lo fai!) il servizio educativo non da esperto distaccato, ma da adulto partecipe di una realtà in continuo e rapido cambiamento. L’empatia, da non confondersi con la più generica e spesso banale simpatia, nasce dalla carità profonda del cuore, che ci piega verso gli altri e ce li fa sentire “nostri”.
Grazie per la lungimiranza con cui hai contribuito a far crescere il Movimento Studenti, che è educativo per tutti, anche per gli adulti, perchè ci ricorda sempre che l’impegno cristiano è soprattutto dove si vive e la scuola è un ambito di crescita delle persone, in cui si imparano valori etici e civili che “fondano” le persone.
Ma da presidente dell’AC desidero particolarmente ringraziarti per essere stato ed essere, da sacerdote, accanto a noi laici, per la guida e per l’aiuto a discernere e comprendere.
Adesso termino, per non rischiare scivoloni emotivi, con la serena certezza per tutti noi che nella vita della comunità cristiana non ci si perde mai di vista, almeno di quella del cuore! A presto!

Mirna Ambrogiani

Ricordo come se fosse ieri quel lontano settembre 2001, quando ho iniziato il liceo. Ebbene sì, sono 10 anni che ci conosciamo Giampa … tanti ma sono volati. Per 5 anni sei stato mio professore di religione e insieme ne abbiamo fatte di cose; le voglio elencare (almeno quelle che ricordo) perché per me sono state un mattoncino che ha contribuito a costruire la persona che sono oggi. Campi di volontariato a Roma, uscite a Montetauro, l’incontro col Msac, il viaggio in Africa. Poi nel 2007 mi hai proposto di venire in India: dove ha avuto inizio il mio percorso in AC. Entrambi ricordiamo quel volo di ritorno nel quale mi proponevi un servizio diocesano e io, nella mia ignoranza, ho iniziato a pensarci. Leggo tutto questo come una chiamata che il Signore mi ha fatto tramite te: GRAZIE perché quel giorno mi hai dato la possibilità di cambiare la mia vita, le mie priorità e le mie scelte. In fondo lo sappiamo entrambi che quello che sto diventando è buona parte anche merito tuo: magari ci siamo scontrati, abbiamo battibeccato ma l’affetto e la stima reciproca restano alla base di una relazione di amicizia e di accompagnamento per me molto forte. Con queste poche righe voglio anzitutto esprimere un ringraziamento al Padre, per averti messo sul mio cammino: gli incontri non sono mai casuali per noi. Poi voglio RINGRAZIARE te per avermi affiancato, sostenuto, spronato… insomma fatto crescere. In ultimo voglio farti di cuore i miei AUGURI: è vero che cambiare servizio per voi sacerdoti significa cambiare vita, in un certo senso, ma per fortuna quello che ci sostiene e ci guida è DIO, è la nostra fede. Ti auguro di poter continuare a servire il Padre, con la stessa forza e tenacia che hai dedicato in questi anni all’AC per qualsiasi servizio ti vorrà affidare; certa che a finire è solo un mandato e non la nostra relazione ti abbraccio e ti accompagno nella preghiera. Grazie per la tua testimonianza. Ti voglio bene.

Chiara Bartolucci

Quando penso all’AC, al mio servizio, a tutte le persone che ho conosciuto, a tutte quelle da cui ho imparato, non posso non ricordare come tutto è iniziato. A come quella chiamata nell’estate del 2003 abbia fatto fare un salto di qualità alla mia vita. Grazie per aver creduto in me da lì in avanti. Poi tutto è venuto da sé: un’amicizia forte, un rispetto imprescindibile e una naturale sintonia nei contenuti, nei tempi e nei modi dei servizi che abbiamo condiviso. È stato per me semplicissimo (oltre che divertentissimo) condividere così tante esperienze di vita insieme a te. Credo che tutto questo mi accompagnerà per sempre. E, anche se non sei più il mio assistente, spero vorrai continuare a farlo. O capitano! Mio capitano, grazie davvero di tutto.

Albi