Home Vita della chiesa “Grande fuga”: qui ci vuole creatività

“Grande fuga”: qui ci vuole creatività

Non più bambini, non ancora ragazzi. Quella delle Medie è un’età in bilico, sospesa tra l’immaginario ancora giocoso e spensierato del “fanciullino” e il primo duro contatto con la realtà. “I pre-adolescenti e i loro mondi vitali” è il tema del convegno diocesano che si svolgerà in Sala Manzoni, a Rimini, il 25 e 26 gennaio. Come accennato sullo scorso numero de il Ponte, in preparazione alla due-giorni, l’Ufficio Catechistico ha avviato con le varie parrocchie un confronto con l’obiettivo di indagare il complesso universo valoriale che interessa questa fascia d’età. Tante le preoccupazioni: c’è chi parla di emergenza educativa nel guardare questi ragazzi, più soli dei coetanei di un tempo, tanto spavaldi nelle interazioni attraverso le nuove tecnologie, quanto fragili una volta abbandonata la postazione “digitale”. Altri aspetti critici sono la scarsa presenza delle famiglie, la “fuga” dalla parrocchia una volta terminato il catechismo e il timore che con l’anticipazione della Cresima alla 5ª elementare la situazione possa degenerare. “Com’è possibile far iniziare l’esperienza di catechismo a 7/8 anni con la Comunione e farla terminare già a 9/10 con la Cresima?”. È questo il dubbio sollevato dalla parrocchia di Corpolò, una delle 25 che hanno risposto ai questionari inviati dall’Ufficio Catechistico Diocesano. Secondo molti educatori interpellati, la Cresima andrebbe posticipata di un anno, a 13/14 anni per favorire una maggior presa di coscienza nel cammino di Fede.
Riportiamo in questa pagina brevi stralci delle riflessioni e proposte arrivate dalle 25 comunità.

Il mantenimento del legame con i ragazzi, anche nel dopo Cresima, non può prescindere dalle famiglie. Tra le idee della parrocchia Cuore immacolato di Maria di Bellariva c’è quella di coinvolgere maggiormente i genitori nelle attività proposte ai ragazzi.
Sempre a Bellariva la Mater Misericordiae si pone il problema delle attività pomeridiane fuori dal catechismo. Qui gli unici gruppi esistenti sono quelli dei lupetti e degli scout che coinvolgono bambini e ragazzi dagli 8 ai 20 anni.
La fuga del dopo Cresima è lamentata da tutte le parrocchie, da quelle ubicate lungo la costa, dove le attività giovanili invernali subiscono un’interruzione spesso brusca nei mesi estivi, a quelle più interne.
Spesso lo sport, come lo scoutismo, è una preziosa risorsa attrattiva e aggregativa.
S. Andrea dell’Ausa (Crocifisso) può contare su società sportive organizzate, il circolo Anspi e i gruppi Scout. Tuttavia si registra un abbandono dopo la Cresima di circa il 20% di ragazzi.
Alla Resurrezione di Rimini la Polisportiva che raccoglieva una gran numero di ragazzi dai 6 anni fino all’adolescenza, è andata scomparendo con l’emigrazione di tanti ragazzini. Al contrario la comunità può contare su una fiorente attività Scout.
Regina Pacis sta sperimentando il catechismo-oratorio dove non sono più previsti gruppi separati ma un unico gruppo accompagnato da catechisti adulti e giovani animatori.
Il recupero dei ragazzi “persi per strada” resta prioritario. Altrettanto spesso, però, non si riesce a proporre ai ragazzi che non aderiscono alle associazioni Scout e all’Azione Cattolica una solida alternativa, per la mancanza di forze.
Ai Santi Cristoforo e Aquilina, ad esempio, si rileva la necessità e la mancanza di figure adulte di riferimento che seguano questa età così come alla parrocchia di Sant’Agostinomentre a Santa Maria Mater Ecclesiae (Villaggio I° Maggio) si rivela proficua la collaborazione con la vicina chiesa della Riconciliazione nell’ambito della “zona pastorale unica”. Stesso discorso a Corianodove la capacità delle varie comunità di lavorare insieme ha portato a nuove sperimentazioni nel coinvolgimento sia dei ragazzi che dei genitori.
Ogni comunità, sola o in sinergia, cerca di fare il possibile per i propri giovani e giovanissimi. Santa Maria Ausiliatrice (piazza Marvelli) può contare su una vera forza come l’Oratorio salesiano mentre la parrocchia di Santa Maria di Corpolò sul cammino del “Post Cresima” (tutti i venerdì in parrocchia). Molti ragazzi che lo frequentano sono “profughi” di altre parrocchie.
Un’importante leva resta la capacità di fare rete tra le varie generazioni (dagli universitari ai bambini), come affermano i responsabili della parrocchia di Santa Maria di Spadarolo-Vergiano. In altri casi è l’inventiva a farla da padrona. La comunità di Nostra Signore del Sacro Cuore (Igea Marina), ad esempio, da quest’anno fa preparare l’incontro del gruppo di seconda media a due dei ragazzi interessati. Un modo per responsabilizzarli e renderli protagonisti.
Fondamentale anche la disponibilità degli educatori. A San Lorenzo in Correggiano
l’età con maggiori difficoltà non è quella del dopo cresima, dove di solito, una proposta viva fa buona presa sui ragazzi, ma quella della prima e seconda media (pura preadolescenza), dove il catechismo è vissuto come una tassa da pagare.
Interessante è la proposta del gruppo Ragazze Slic (dalla prima media alla seconda-terza superiore), nato quasi spontaneamente e incoraggiato dal parroco dopo un campeggio medie di vicariato, con una forte proposta di impegno anche sociale.
Per rimediare alla fuga dei ragazzi, soprattutto estiva, gli educatori del Sacro Cuore di Gesù di Miramare, corrono perfino in spiaggia. “ – dicono – siamo sicuri di trovarli nei vari Bagni che strategicamente usiamo come punti di riferimento oppure cerchiamo di inventarci ritrovi e momenti di gioco al parco”.
Indispensabile, per questa e altre comunità, diventa aiutare i ragazzi a riconoscersi in una realtà più ampia, diocesana, partecipando ai vari momenti riservati ai giovanissimi. A San Girolamo (Marina Centro) in vista del nuovo progetto di catechesi, da quest’anno gli educatori stanno iniziando il cammino del gruppo del dopo-Cresima seguendo l’itinerario dell’Azione Cattolica per quella fascia d’età.
In alcune parrocchie, dall’età delle medie (11 anni), viene proposto di scegliere tra il catechismo e l’iniziazione cristiana dell’Azione Cattolica. Comune è l’accompagnamento dei ragazzi al sacramento della Cresima, ma la proposta dell’ACR è anche un ponte per il proseguimento del cammino dei ragazzi nel gruppo giovani di AC.
Tra le attività extra catechesi, San Giuliano Martire coinvolge i pre-adolescenti anche nel Gruppo Appartamento legato all’Istituto San Giuseppe, che accoglie ragazzi con disagio sociale. Il volontariato è una delle risorse anche della parrocchia Santa Innocenza di Montetauro.
A Santa Maria Maddalena (Celle) si avverte la necessità di far respirare ai ragazzi la vicinanza di adulti “non bacchettoni. Non creare una parrocchia/catechismo come una scuola”. L’esperienza degli scout alle Celle è più che decennale ma “non dovrebbe essere l’unica proposta per le medie e superiori”.
Ricevere la Cresima a metà anno catechistico (in febbraio) secondo gli educatori della parrocchia di San Martino in Riparotta, permette a buona parte dei componenti del gruppo di non disperdersi e di proseguire nel post Cresima. Tra le proposte educative più riuscite c’è il laboratorio teatrale.
Due sono i gruppi post Cresima a Santa Maria di Viserba Mare
: uno legato ad AC, l’altro a un progetto parrocchiale. Grazie al lavoro svolto con i preadolescenti perseverano un terzo e a volte un 50% dei ragazzi.
Articolato il programma della comunità di San Lorenzo (Riccione): tra le iniziative c’è la consegna ai ragazzi di terza media di una “regola di vita” con indicazioni concrete e verificabili, che li aiutino a fare un vero percorso di vita di fede. Anche qui sono percepiti come necessari i momenti di vita insieme: dalle convivenze educative alle uscite. Stessa esigenza e consapevolezza anche a Castelvecchio (Natività di Maria Santissima): questa parrocchia, insieme ad altre di Savignano, San Mauro Pascoli e Fiumicino ha adottato il nuovo progetto di catechesi “Per grazia di Dio cristiani”. Santa Lucia di Savignano sul Rubicone rileva come punti di forza del suo nuovo percorso catechesimale l’approccio ludico e i momenti diocesani legati all’ACR. Da rinforzare invece il rapporto con le famiglie. Un’altra sfida educativa secondo i responsabili di San Michele Arcangelo (Morciano) è la capacità di aiutare i pre-adolescenti ad affrontare gli scogli della vita in modo da farli sentire più sicuri di loro stessi e in grado di far emergere i doni e le capacità, per essere se stessi.