Home Cultura Giorgio Zicchetti – I libri (e la scrittura) scoperti alla terza età

Giorgio Zicchetti – I libri (e la scrittura) scoperti alla terza età

zicchetti_giorgioZicchetti! Chi? Se si tratta di Diego lo conoscono bene a Rimini, ove è tra i più bravi video operatori di Icaro Comunication, il network che raggruppa i Media della Diocesi.
Se, invece, si parla di Giorgio, che di Diego è il babbo, tutti lo conoscono a San Mauro Pascoli, anche se, quando lavorava per i famosi calzaturieri sammauresi, era quasi sempre all’estero. Poi, arrivata l’età della pensione, mettendosi nel volontariato, Giorgio scelse quegli ambiti storici, letterari, poetici che tanto aveva deprecato da scolaro. S’inserì quindi subito nella Casa Pascoli, “La Casa dei Ciliegi”, nella sua Biblioteca ove l’esperta la Direttrice gl’insegnò in breve gli… strumenti del mestiere, con cui passò pure alla Torre e nell’Accademia Pascoliana, sì che in breve diventò un appassionato esperto di quel mondo. Tanto che molti scolari e insegnanti delle tante Scuole in gita scolastica a San Mauro, hanno lasciato scritto di lui cose affettuose di gratitudine, ringraziandolo per aver lasciato loro novità d’interessi, curiosità e notizie, altrimenti perdute. Ma Zicchetti doveva riuscire con se stesso a risolvere eliminando dai suoi ricordi d’infanzia quegli elementi negativi che gli avevano fatto sentire la scuola un peso sfibrante e una inutile perdita di tempo. Dunque ora Giorgio ha deciso di confrontarsi proprio con quel mondo in precedenza poco amato e poco conosciuto, mettendosi a scrivere un libro. E così è andato a recuperare dei fogli su cui aveva scritto tempo fa, lasciati nascosti in qualche cassetto. Da questo è nato il suo primo libro (uscito nel 2014) dal titolo Il pozzo dei fagioli, che fa subito pensare vi sia già una storia dentro la storia. Infatti, nella contrada, a San Mauro, c’era un pozzo la cui acqua aveva il potere, mettendovi a mollo i fagioli, che la cottura sarebbe risultata ottimale. Il libro è diviso in tre parti: nella prima si parla di paesani durante la fine dello Stato Pontificio, nella seconda il racconto si sposta alla Prima Guerra Mondiale, mentre nella terza parte la dimensione storica giunge, drammaticamente, alla fine dell’Ultima Guerra.
Il successo in paese di questo primo libro ha spinto Zicchetti a raccogliere le memorie di nuove vicende, che gli erano rimaste in mente fin da quando, bambino, non riusciva ad addormentarsi se, prima, suo zio non venisse a raccontargli una delle fantastiche storie, tutte legate al paese e alla sua campagna. Ed è così che esce (alla fine del 2015) La casa dei due ponti, sottotitolo La chesa di du peunt, anch’esso racconto nel racconto. Infatti anni e anni fa in questa casa accostata a due rigagnoli, abitava un contadino in grado di fare anche il barbiere, il dentista, l’infermiere. Per questo, quando qualcuno si feriva, lui provvedeva, se era necessario, a dare due punti di sutura, non di più perché dal terzo punto in poi si doveva andare al vicino ospedale di Savignano.
In questo libro tutto quel che accade si racconta di sera durante la veglia ove escono memorie antiche, storie da tanto tempo dimenticate o addirittura fino ad allora sconosciute, battute ed aneddoti, tornati lì casualmente alla mente. Qualche volta poteva succedere che, inaspettato e misterioso com’era arrivasse il “Fulesta”, ed allora la veglia era tutta e soltanto sua. Anche di questo personaggio parla Zicchetti, dandogli titolo “L’uomo azzurro”. Altri titoli dei 28 racconti che compongono il volume sono “L’acchiappa mosche”, “La foto di gruppo”, “A Roma in bicicletta”.
Viene da chiedersi se Giorgio Zicchetti, lo scolaro di un tempo il quale, a sentir lui, era peggio di Pinocchio e Gian Burrasca messi insieme, continuerà a scrivere ancora, oppure non ne sentirà più la voglia. Domandandoglielo, vagamente risponde che di materiale per scrivere ne ha tanto, e diverso dai precedenti. Si intuisce che da mettere in stampa ce ne sia più di uno, di libri. E che, prima o poi, ci parlerà del suo concittadino Pascoli, a San Mauro, naturalmente! Per ora, gli facciamo i complimenti per quel che ha già scritto.

Grazia Bravetti Magnoni