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Ghigi: nel 2012 oltre alla pasta rientreranno i cassintegrati

Il 2012 sarà l’anno del ritorno della Ghigi sulle rive del fiume Conca. La pasta con lo storico marchio è già da qualche mese di nuovo disponibile nei supermercati con i sui 43 formati e un packaging nuovo di zecca sul quale sono indicati sia lo stabilimento di Salerno che quello di San Clemente. Per il momento la produzione si è concentrata esclusivamente sul pastificio salernitano della Pasta Amato, in attesa che quello di Sant’Andrea in Casale diventi operativo. Cosa che avverrà nei prossimi mesi. Il piano industriale della Ghigi Industrie Alimentari sta infatti per raggiungere il primo importante traguardo. È un periodo di grandi manovre all’interno dello stabilimento Ghigi nella nuova zona artigianale di San Clemente. Il magazzino per lo stoccaggio della produzione e gli uffici sono già in funzione. Nelle scorse settimane la prima linea ha iniziato i test di produzione: un macchinario di nuova generazione dedicato alla pasta cosiddetta “corta” in grado di sfornare 30 quintali di pasta all’ora senza fermarsi nell’arco dell’intera giornata. Il Piano Industriale prevede l’attivazione all’interno del nuovo pastificio di un totale di sette linee produttive. Il primo traguardo, quello necessario a decretare a tutti gli effetti l’attivazione del pastificio, riguarderà complessivamente tre linee: oltre a quella per la pasta corta già presente, entro il mese di gennaio è prevista l’attivazione della linea per la produzione della pasta lunga ed entro febbraio quella per la pasta corta speciale. Le altre seguiranno gradualmente per raggiungere la piena operatività dello stabilimento nell’arco dei prossimi cinque anni. In parallelo alla progressiva attivazione delle linee avverrà il rientro al lavoro delle maestranze della vecchia Ghigi ancora in cassa integrazione. Gli ex dipendenti già assunti dalla Ghigi Industrie Alimentari sono attualmente 12 mentre altri 55 attendono di ritornare a lavorare per lo storico marchio mano a mano che le linee di produzione verranno attivate.
Ghigi garantirà ai consumatori una pasta senza Ogm controllata su tutta la filiera grazie a un sistema di tracciatura del grano e del rapporto diretto con i coltivatori. La Ghigi Industrie Alimentari è di proprietà di 36 Consorzi Agrari Italiani, capofila quello di Forlì-Cesena e Rimini, e sta proponendo agli agricoltori uno specifico contratto di coltivazione a marchio Ghigi. Quindi la pasta Ghigi verrà realizzata utilizzando grano coltivato ad hoc per la produzione, secondo le caratteristiche stabilite dall’azienda. In base al contratto i coltivatori riceveranno un compenso fisso di 27/29 euro a quintale sul 40% della produzione mentre il restante grano verrà pagato in base alle quotazioni di mercato e alle proprietà nutritive del cereale conferito.

Gabriele Pizzi