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Fellini tra restauro e presidenza

Una Carta del Restauro anche per i film storici, è questa l’innovativa proposta portata avanti da Vittorio Boarini (nella foto), direttore della Fondazione Fellini, in occasione del 66° congresso della Fiaf (Federazione Internazionale degli Archivi Filmici), svoltosi a Oslo dal 30 aprile all’8 maggio. Grandi le personalità intervenute: da massimi esperti di cinema ai direttori di prestigiosi enti culturali internazionali. La Fiaf, composta da 84 archivi e 67 istituti cinematografici, è una federazione che raccoglie cineteche e istituti di cultura cinematografica in tutto il mondo, tra i quali la Fondazione Fellini, il cui presidente gode di grande prestigio, tanto da essere stato nominato membro del comitato direttivo. Proprio la proposta di Boarini di una Carta del Restauro ha riscosso molti consensi: si tratta di un insieme organico di norme per regolare le procedure di restauro dei film, al pari delle altre arti per le quali esistono già rigorose norme. La presentazione di questo progetto è la conclusione di anni di studio di Vittorio Boarini che con esso si prefigge di poter portare una vera e propria svolta in materia. Il congresso è stato anche un’occasione per confrontarsi con le altre realtà cinematografiche sparse nel mondo, dalle quali trarre ispirazioni per nuovi progetti e con le quali attivare nuove collaborazioni. Ed è proprio durante le giornate congressuali che è nata la collaborazione tra la Fondazione Fellini e la prestigiosa Università di Città del Messico UNAM dove in giugno si terrà un ciclo di lezioni su Federico Fellini tenute da Boarini. Ottimo risultato per la Fondazione, il cui obiettivo è la diffusione della memoria e delle opere del maestro della Dolce Vita. Obiettivo sicuramente aiutato anche dalla prassi consolidata della Federazione Internazionale, nata nel 1938, di tenere il congresso ogni anno in una città diversa: dopo Oslo 2010 infatti verranno Pretoria 2011 e Pechino 2012.
Intanto si rincorrono voci di corridoio che vedrebbero un cambio di guardia alla presidenza della Fondazione Fellini: da Pupi Avati a Woody Allen. Sostenitore di questa iniziativa, come dell’abolizione del comitato scientifico, è il semiologo Paolo Fabbri, uno dei probabili nuovi consiglieri d’amministrazione, al quale ribatte Boarini: “Woody Allen è già stato presidente onorario della Fondazione Fellini. In quanto al comitato scientifico, non bisognerebbe dimenticare che è l’organismo tramite il quale la Fondazione tiene i rapporti con le massime istituzioni del cinema, sia a livello italiano che europeo. È grazie a rapporti come quello con la Fiaf che abbiamo potuto organizzare eventi come quelli di Los Angeles, Parigi, Madrid, oltre a quelli ancora in programma a Tokio e Seul.”
La situazione finanziaria della Fondazione Fellini continua a preoccupare. Nonostante questo però le attività e le collaborazioni proseguono e sono state già presentate nuove iniziative.
Un bilancio in negativo, il nuovo consiglio di amministrazione, la richiesta di donare il 5 x mille alla Fondazione per aiutarla ad uscire dalla crisi finanziaria. La realtà è in difficoltà ma con un punto cardine: garantire la sostanza delle attività eliminando le spese superflue. Grazie a un accordo con le teche Rai, la televisione pubblica depositerà presso la Fondazione copia del suo materiale audiovisivo relativo al regista perché venga conservato e utilizzato per la consultazione da parte di studiosi, studenti e ricercatori.

Melania Rinaldini