La sua pluridecennale avventura imprenditoriale ha toccato in lungo e in largo tutta la Valmarecchia: Uffogliano, Novafeltria, Villa Verucchio, Pietracuta, Talamello. Ancora oggi, a 74 anni suonati, Giancarlo Fabbri (a dx, con i fratelli Ilario a sx e Luciano) non ha alcuna intenzione di gettare la spugna. Anzi, è pronto a rilanciare con un nuovo prodotto della piadina che porta il suo nome in tutta Italia. Le sfide le ha nel sangue, e sono il propulsore giusto.
La prima la raccoglie giovanissimo. Dopo le scuole frequentate a Novafeltria, non ha timore reverenziale e dall’alta Valmarecchia scende a Rimini per lavorare in un’aziendina che produce in larga parte per Scm. La leva militare lo “costringe” nel nord Italia e ad un’amara constatazione: al rientro il lavoro non c’è più.
A Fabbri l’inventiva non fa difetto, è assunto presso un’altra azienda, poi il salto nelle Ferrovie dello Stato. Sei lunghe stagioni in FFSS, “ma quell’impiego non mi appagava, non era la mia strada” racconta Fabbri quasi ridendo sotto i baffi sottili e gli occhi vispi e stretti. Rischia ancora e tanto: sei mesi di aspettativa per verificare se la nuova avventura che ha in animo sia quella giusta. Stampi in plastica e trancianti, sembra il business giusto. Sposato e con due figli, Fabbri deve sbarcare il lunario. Al socio – nessuna parentela – Riccardo Fabbri basta l’aziendina di Santa Giustina, di ingrandirsi ha timore.
L’illuminazione arriva alla Fiera Campionaria di Milano: “insieme a mio fratello Ilario, più piccolo di me di tre anni, affittiamo un capannone di 150 mtq a Villa Verucchio”. Nasce Igf Italstampi, che dopo pochi mesi si è ampliato a Pietracuta e si espanderà a raggiera con Fornitalia, MondoPizza e Laser Team, cinque realtà aziendali distinte, 42 dipendenti e Fabbri sempre al comando, da solo o in compagnia di fratelli, figli e nipoti. 4 milioni di fatturato e segno più anche nell’ultimo bilancio. Una bella realtà aziendale familiare sviluppatasi da Villa Verucchio (dov’è rimasta per un quarto di secolo) a Campiano, dove ha sede ora MondoPizza.
Le sfide, dunque. Come quella del primo grande mutuo. “Ero già avviato, volevo realizzare un altro capannone e mezzo, mi occorrevano 750 milioni di lire. La Cassa Rurale ed Artigiana tentennava, la Popolare dell’Emilia con il suo giovane direttore rischiarono: e tutti avemmo ragione”. Debiti, mutui e rate, Fabbri non si è mai spaventato di fronte all’eventualità: “non mi hanno mai fatto paura. Anzi, quasi non stavo bene se non avevo qualche rata da saldare. Mi stimolava, pagavo con facilità, ero spronato nell’impresa”. E i risultati arrivano. E “lievitano”.
Come la piadina. Che c’entra il “pane nazionale romagnolo” con stampi, plastiche e forni? Il segreto affonda nelle radici. “Non ho mai visto mio padre bere acqua, ubriacarsi e mangiare pane”. Solo piadina, fatta rigorosamente a mano dalla mamma. Quando Igf realizza l’impastatrice per tirare 1.200 piade all’ora, c’è la necessità di mostrare ai potenziali clienti il funzionamento. Tre addetti e una prova sul campo da 15 minuti. “Mi son detto: ma se quella macchina la faccio funzionare io?”.
Il risultato è Mondo Pizza, due donne a tempo indeterminato e sei a part time. Una sigla capace di sfornare 8.500 piadine al giorno per 22 giorni al mese per dodici mesi l’anno, senza sosta e con gusto. “La ricetta è quella di mamma, alle mie collaboratrici l’ho insegnata io. La versione ’Casareccia’ è quella più venduta”. La nuova sfida è dietro l’angolo. “Il modello a spicchi già tagliati funziona? Allora immetto sul mercato anche l’integrale”. Conad, Arca, Coop del nord-est, la trovi ovunque “ma con la grande distribuzione ci vado cauto: se hanno loro il coltello dalla parte del manico, ti mangiano”.
Lavoro ma anche hobby, a Fabbri gli orizzonti non fanno difetto. Lo sport, da sempre, praticato in bicicletta. Pesca, caccia e il mare, la barca: “stare solo in mezzo all’acqua è fantastico!”.
Come lettore è onnivoro: quella del quotidiano è una pratica consolidata ma divora anche riviste e libri, “l’ultimo di Mauro Corona ad esempio mi ha appassionato”. La Laser Team condotta dal fratello Luciano sta lavorando per ridurre i fumi di queste stufe originali? “Vorrei che Thomas e Ivan prendessero pieno controllo delle società. Io mi ritirerò a fare piadina”. Come una volta, leggermente spessa e gustosa per far contenti i palati in tutta Italia.