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Euro-tagli… in tavola

Trentuno dicembre 2013: oltre a chiudersi l’anno si è chiuso anche il programma per la distribuzione di derrate alimentari agli indigenti: Pead. Il Pead istituito nel 1987 ha fatto in tutti questi anni da ossigeno per tutte quelle realtà in prima fila nella lotta alla povertà e alla distribuzione del cibo: mense, Caritas e parrocchie.
Qualcosa è cambiato in Europa. Infatti la cessazione del Pead non vuol dire cessazione dell’aiuto ma cambiamento. Il 17 dicembre 2013, alla votazione del nuovo programma Pead si è deciso di istituire un Fondo di aiuti europei agli indigenti, secondo il quale sono previste delle erogazioni di denaro con destinazione “cibo” e indumenti (quelli che vengono definiti prodotti di base). Si tratta – per l’Italia – di 595milioni di euro per il periodo 2014-2020. Quest’annno verranno distribuiti 85milioni di euro contro i 100milioni che venivano elargiti negli anni passati. il problema però è un altro: esiste il pericolo che i Governi decidano di dirottare questi soldi verso un altra direzione. Anche perché con il nuovo programma verrebbe sottratta anche un’altra certezza: l’Agea, ossia l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura che sino a questo momento ha ben gestito la distribuzione degli alimenti capillarmente, a tutte le strutture bisognose. L’Agea potrebbe perdere il suo ruolo perché l’Agenzia fa capo al Ministero dell’Agricoltura mentre gli 85 milioni del futuro fanno capo – o meglio, vengono assegnati, al Ministero del Welfare. Una selva confusa che confonde anche gli operatori sul campo che sino a questo momento non hanno ben chiaro di che morte devono morire. Complice dell’incertezza e della poca informazione anche il fatto che sino a marzo 2014 le derrate alimentari verranno distribuite, ultimo colpo di coda del programma targato 1987. Il punto è che serpeggia la paura per quei soldi. Dove andranno, che fine faranno. Se si pensa che a quegli 85milioni annui se ne aggiungeranno altri 10milioni stanziati “a scopo sociale” si raggiunge quota 95milioni, di poco al di sotto dei “soliti” 100milioni. Allora cosa preoccupa? L’incertezza di non sapere in che mani finiranno e una domanda che non ottiene risposta: l’Agea funzionava bene, il sistema funzionava bene, perché smantellare tutto?

Angela De Rubeis

sul settimanale il Ponte del 19 gennaio 2014 abbiamo intervistato i resposabili di tutte le mense dei poveri della provincia di Rimini