Home Attualita Eucrante: una “buona mescolanza”

Eucrante: una “buona mescolanza”

Festeggiare un compleanno ai tempi del Coronavirus? No, non parliamo di aperitivi via Skype, ma di un compleanno speciale: è infatti la cooperativa riminese Eucrante che festeggia in questi giorni il suo decimo anniversario. A raccontarci qualcosa di più dell’esperienza è l’attuale presidente della cooperativa Alida Paterniani.

Come e quando è nata la cooperativa Eucrante? Per offrire quali servizi?

“Nel 2010, un gruppo di giovani donne, accomunate dal desiderio di promuovere attività a supporto e sostegno di persone svantaggiate con particolare attenzione alle dinamiche interculturali, si uniscono per dare vita ad una nuova realtà sociale che prende il nome di Eucrante, che significa “ buona mescolanza”. Infatti le socie fondatrici credevano fermamente che la diversità rappresentasse una risorsa importante, l’espressione di valori condivisi, di impegno per una cittadinanza attiva e senso di appartenenza alla comunità. La buona mescolanza si concretizzava a partire dalla molteplicità dei curricula dei soci e dalla diversità dei paesi di provenienza. La professionalità delle risorse umane è stata la risultante dell’esperienza pluriennale di due realtà significative del nostro territorio: Caritas diocesana e associazione Arcobaleno.

L’intento era di contribuire a progettare e realizzare, insieme ad altri soggetti del pubblico e del privato sociale, servizi capaci di rispondere ai bisogni delle persone, soprattutto quelle più fragili e in difficoltà, lavorando insieme, per la costruzione di una società giusta, equa e solidale. La cooperativa è nata grazie al bando regionale per la creazione di una start up al femminile destinato alla promozione cooperativa per progetti di valore sociale.

Eucrante ha partecipato con un progetto tutto dedicato alla terza accoglienza: nel 2010 la cooperativa è stata la prima realtà del territorio ad accogliere migranti provenienti dalle coste africane in seguito alla primavera araba”.

Oggi quali attività svolge la cooperativa?

“Ci occupiamo dell’accoglienza di migranti richiedenti protezione in convenzione con la Prefettura di Rimini. Al momento ospitiamo 32 persone tra cui 7 famiglie con 8 bambini, 11 donne e 5 uomini. Abbiamo in gestione uno Sportello casa presso l’Unione dei Comuni della Valmarecchia: un servizio che informa, orienta e sostiene i cittadini nelle problematiche riguardanti la casa e favorisce l’incontro tra la domanda e l’offerta abitativa. Inoltre, gestiamo una rete ampia e articolata di circa 50 mediatori linguistico-culturali. Il servizio di mediazione si rivolge agli Istituti scolastici della provincia e a enti pubblici e del privato. Le finalità degli interventi di mediazione sono quelle di rimuovere gli ostacoli culturali che impediscono la comunicazione tra servizi/istituzioni italiane e utenza straniera; promuovere un più esteso e razionale utilizzo dei servizi da parte dei migranti; favorire l’integrazione della popolazione immigrata nella comunità locale, nei servizi sociali, nelle istituzioni scolastiche e culturali, nel settore della sanità e del mondo del lavoro; individuare opportunità e percorsi positivi di prevenzione e superamento dei conflitti. Eucrante collabora con gli Istituti scolastici di ogni ordine e grado e con gli enti del privato sociale offrendo corsi di lingua italiana di vari livelli. La cooperativa si pone anche l’obiettivo di contrastare il fenomeno della dispersione scolastica dei giovani stranieri di prima e seconda generazione iscritti alla scuola secondaria di secondo grado. Entrambi i percorsi mirano a prevenire l’emergere di problematiche socio-urbane, facilitando l’interazione tra la popolazione straniera e il territorio ospitante. Attualmente la cooperativa conta nel suo organico 11 persone tra soci lavoratori, dipendenti e collaboratori e soci volontari, di cui solo 2 uomini”.

Quali sono state le principali difficoltà incontrate in questi anni e quali invece le esperienze più belle?

“Siamo una piccola realtà, possiamo contare solo sulle professionalità e sulle competenze delle nostre socie, messe a diposizione a volte anche gratuitamente, mentre ci troviamo spesso a gareggiare con realtà molto più grandi e meglio strutturate. Ma la nostra forza è che siamo un gruppo di giovani amiche, abbiamo vissuto molti momenti di condivisione e abbiamo tanti ricordi divertenti. La soddisfazione deriva da percorsi di integrazione avviati che hanno avuto esiti positivi: abbiamo visto crescere giovani dei progetti per neomaggiorenni che si sono integrati nel territorio e con cui siamo ancora in contatto”.

Come avete scelto di festeggiare questo decimo compleanno?

“Avevamo pensato di organizzare un momento di confronto con la cittadinanza sulle tematiche a noi care, seguìto da un momento di festa. La situazione ci impone però di rivedere i nostri piani. Come tutti i compleanni che si rispettano, spegneremo le candeline e ci faremo un regalo: abbiamo deciso di sostenere l’Asl della Romagna e le attività della Croce Rossa – Comitato di Rimini in questo particolare momento di difficoltà”.

Non è facile in questo momento pensare al futuro. Ma quale augurio vi fate per i prossimi anni?

“Immaginiamo il nostro futuro ricco di nuove progettualità e sfide. Quando parliamo di nuove sfide intendiamo dire che abbiamo tante idee su cui stiamo lavorando per unire il sociale alla socialità.

Siamo certe di poter contare sul nostro gruppo, abbiamo personalità diverse e piuttosto dinamiche, speriamo di continuare a crescere insieme.

Silvia Sanchini