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Educativamente l’età chiave è la fine delle medie

ragazzi Misano 1

In un epoca in cui la fede è sempre più lontana dalle persone, sempre più fuori dai pensieri della gente, c’è chi non si rassegna e cerca i giovani, facendoli sentire unici, importanti e al centro di un progetto educativo.
Nella Parrocchia Immacolata Concezione di Misano Adriatico, don Marzio Carlini è la guida, il riferimento dei ragazzi che abitano la parrocchia, chi da educato e chi da educatore, chi da scout, chi da catechista.
Abbiamo fatto una chiacchierata a 360 gradi con lui, che ci ha raccontato come è strutturata la pastorale giovanile, un terreno sempre fertile su cui si deve seminare senza mai stancarsi.

I giovani sono tutti di AC e Scout?
“A dire il vero a Misano non abbiamo l’Azione Cattolica, mentre c’è un bellissimo gruppo scout formato da circa 100 ragazzi tra lupetti, reparto, noviziato e comunità capi.
Ci tengo a dire che poi abbiamo un affiatato e numeroso oratorio. Poco tempo fa abbiamo fatto due settimane di Grest, una specie di centro estivo fatto di attività e giochi. A partecipare sono stati bambini di IV e V elementare e qualcuno delle medie; con i bimbi c’era un gruppo di animatori di età compresa tra i 20 e i 30 anni.
Durante l’anno, il momento d’incontro dell’oratorio è fissato per la domenica pomeriggio, quando facciamo canti e giochi in compagnia”.

E la catechesi?
“Si tratta di un discorso a parte rispetto all’oratorio, nel senso che ci sono altre persone della parrocchia, catechiste ed educatori, che svolgono questo tipo di servizio. Il nostro catechismo parte dalla II elementare e arriva alla II media, quando i ragazzi fanno la Cresima. Ed è li il problema, è li che si gioca tutto, perché è in quel momento che è alto il rischio della fuga dal Signore”.

C’è quindi un “dopocresima”, con cui tentate di portare avanti un impegno educativo?
“Dopo la Cresima, ci deve essere una scelta, una scelta consapevole. Perché la fede non è uno scherzo, ma deve diventare uno stile di vita. Ogni due settimane, per la precisione ogni due sabati, ragazzi di varie età, dalla II media appunto fino alla V superiore, si danno appuntamento alla Santa Messa delle 18 per poi fermarsi qualche ora in parrocchia per una pizzata o qualche attività. Tanti sono i ragazzi delle medie, pochi quelli delle superiori”.

Dove stanno insieme i ragazzi?
“A livello di spazi non siamo messi benissimo. C’è il salone nel quale facciamo di tutto e di più, dal catechismo all’oratorio, dagli incontri alle riunioni, passando per le pizzate e i giochi. All’esterno abbiamo un campo da basket e uno da calcio, sempre pieni di ragazzi. Ci tengo però a precisare che questi due campi non sono parrocchiali, ma di un privato che con ammirevole generosità ce li fa utilizzare”.

In prospettiva di futura, quali “accorgimenti” apporterebbe?
“Forse azzardo, ma credo che per il bene della parrocchia di Misano ci vorrebbe un prete giovane che sappia attirare maggiormente i ragazzi. Ora come ora, ad esempio, c’è una carenza di animatori, ma è comprensibile visti i tempi che si corrono”.

Quali sono, tra i giovani, le realtà, i tasselli che considera i fiori all’occhiello?
“Ce ne sono due, di cui vado veramente fiero, perché sono certo ci invidierebbero tutte le parrocchie. Uno è il coro, un gruppo unito che ogni domenica anima la liturgia in modo commovente: a curarlo sono i ragazzi e tante giovani mamme. L’altro sono le catechiste, gruppo molto coeso composto da ragazze, mamme e addirittura un papà”.

Tommaso Mazzuca