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ECOMUSEO, I GIOVANI NELLA RIMINI DI IERI

Nato nel 2016 da un progetto di Alternanza Scuola-Lavoro, l’Ecomuseo di Rimini rappresenta il punto di incontro di diversi elementi importanti del mondo riminese: la ricchezza della storia locale diventa opportunità per valorizzare il territorio e il suo ambiente, il tutto attraverso gli occhi e le capacità dei giovani studenti.

La storia del progetto e le testimonianze di chi ha contribuito a realizzarlo

 

La bellezza del parco Ausa che dal Monumento alla Resistenza giunge fino al lago Mariotti, includendo l’Anfiteatro romano e l’Arco d’Augusto. Tanti i protagonisti “monumentali” che si intrecciano, come in una storia, in un percorso che vuole fare un salto verso il futuro. Nella “trama” di questa storia dialogheranno due mondi apparentemente lontani, ma che in realtà sono uno l’erede dell’altro. Insieme possono collaborare, coesistere e rafforzarsi l’un l’altro: l’adolescenza e la storia locale del territorio.

Un’esperienza formativa che amalgama l’arte e la tutela dell’ambiente in una chiave moderna che svecchia il classico approccio scolastico. Un progetto contemporaneo che promuove la cultura in sinergia con i giovani e anche con i giovanissimi: tutto questo è l’iniziativa “green” riminese che porta il nome di Ecomuseo.

In che cosa consiste, di preciso, questo progetto? Lo raccontiamo nel dettaglio, grazie alla collaborazione della fondatrice e presidentessa Sonia Fabbrocino.

 

Ecomuseo: tutto quello che c’è da sapere

Il progetto ecomuseale urbano nasce da un’intuizione della Fabbrocino nel

2016, in collaborazione con il mondo della scuola, la cui area di indagine parte dal Parco urbano Ausa e suoi elementi costitutivi: dalla memoria alle trasformazioni del tessuto sociale avvenuto nel tempo, a partire dal tombinamento del torrente Ausa. Il progetto si è proposto come percorso di Educazione al Patrimonio, cominciando dalla formazione per gli insegnanti, con un percorso triennale di Alternanza scuola-lavoro 2016-2019 operante attraverso i Musei comunali. Da qui prende inizio un’attività di co-progettazione e ricerca partecipativa attiva, finalizzata all’individuazione dei temi da interpretare e documentare. Successivamente vi è stata l’attuazione del piano strategico, in

cui l’attività di ricerca è stata tradotta nella costruzione del sito web Ecomuseo (realizzato totalmente dagli studenti) e i cui risultati sono stati presentati pubblicamente presso il Museo della città di Rimini.

 

Il rapporto con gli studenti

Il punto di partenza con la Scuola è avvenuto a seguito della constatazione che il valore e il potenziale narrativo, culturale e paesaggistico che l’Ausa possedeva e possiede, non è adeguatamente messo in risalto. – spiega la presidentessa del progetto – A conclusione del percorso triennale, venne conferito al progetto il titolo di Associazione Ecomuseo Rimini APS, aprendo una nuova fase di ricerca dove vennero coinvolte anche le Università e tante altre figure: studiosi, ricercatori e i singoli cittadini, tutti chiamati a collaborare su vari livelli. L’ecomuseo di Rimini è il primo museo diffuso nella realtà in cui vive che mira a diventare un ponte tra passato e presente. Un’istituzione che attraverso diverse forme di attività (artistiche, formative, didattiche, laboratoriali), vuole recuperare le testimonianze della sua storia urbana facendone eredità preziosa. Un progetto che deve ancora del tutto svilupparsi, è una sorta di viaggio documentativo della città”.

L’area presenta possibili percorsi di esplorazione: l’Anfiteatro romano, l’Arco d’Augusto, le Mura Malatestiane, il Monumento alla Resistenza alla memoria dell’ex Fornace Fabbri, attraversando i Poderi della Ghirlandetta e il Nuovo Palacongressi, giungendo infine all’area rinaturalizzata dell’ex Cava (oggi Lago Mariotti).

Perché “eco” museo?

Con il termine “eco” si intende sottolineare la complessità e l’interdipendenza tra Comunità, territorio e patrimonio che influiscono nella relazione vita-ambiente. L’obiettivo finale è quello di diffondere la conoscenza, la salvaguardia, la valorizzazione e infine, la promozione del territorio. Il tutto attraverso le nuove generazioni.

Le testimonianze dei giovani

Ma cosa pensano proprio le nuove generazioni di questo progetto e di ciò che può rappresentare per il territorio? Rispondono alcuni giovani riminesi che hanno preso parte al progetto.

È stata un’esperienza incredibile che mi ha arricchito tanto. – sorride alla domanda Claudia, 20 anni, ex studentessa del Liceo Scienze umane economico sociale Cesare-Valgimigli di RiminiHo partecipato a Ecomuseo due anni fa, e penso che sia stato uno dei progetti più belli che la mia scuola abbia mai organizzato. Ho preso parte a Ecomuseo in quinta liceo nel programma formativo Alternanza scuola-lavoro ed è stata un’esperienza veramente molto interessante. Essere un membro attivo del progetto mi ha molto gratificata e ho potuto mettere in azione le mie competenze digitali, da buona rappresentante della generazione Z quale sono, curando la parte del layout del sito web”. “Partecipare al progetto agendo in prima persona nel processo di creazione è stato molto utile per comprendere il valore di un’esperienza di questo tipo. – è d’accordo Andrea, 24 anni, ex studente riminese dell’ITTS Belluzzi-Da VinciIo partecipai nel 2017, quando ancora l’iniziativa era in ‘fase sperimentale’: tornassi indietro rifarei volentieri l’esperienza tutta da capo. L’idea di costruire un Ecomuseo urbano per la città e comprenderne la definizione di fondo, è stato probabilmente il passo più difficile, ma ad oggi posso dire che ne è valsa davvero la pena”.

Federica Tonini