Home Editoriale È il Vangelo che è giovane

È il Vangelo che è giovane

Avrebbe voluto gettarsi su quella folla, se solo avesse potuto. Si sbracciava a destra e manca, quasi a voler giungere a tutti, e in risposta è stato segno di un affettuoso, continuo, nutrito lancio di magliette e sciarpe. Papolatria, suggeriscono i soliti saggi. Chi non ha mai vissuto una GMG non può capire che quell’uomo vestito di bianco è ben altro. Incarna, è segno di unità e di speranza per migliaia di giovani che hanno fatto tanti chilometri per cercare, vivere, gustare, come purtroppo la vita non ci dà di esprimere ogni giorno, un mondo diverso. “Giovani, non fatevi rubare la speranza” (sì, proprio le parole di don Oreste citate dal Vescovo di Rimini nel saluto ai giovani riminesi che andavano a Rio!),un grido ripetuto due volte nella favelas di Varginha. Il Papa ha dato voce a tanti ragazzi, che “in tante parti del mondo sono usciti per le strade per esprimere il desiderio di una società più giusta e fraterna”. Si fida di loro e a loro affida il compito della testimonianza del Vangelo, con energia e creatività, nelle “periferie esistenziali”: “il mandato di annunciare il Vangelo non nasce dalla volontà di dominio o di potere, ma dalla forza dell’amore”, “Gesù non ci tratta da schiavi, ma da uomini liberi, da amici, da fratelli e non solo ci invia, ma ci accompagna”.
Questa è la proposta di Bergoglio. Tornare al Vangelo, alla sua forza, al suo messaggio, senza troppi commenti. Non sarà facile ingabbiare papa Francesco secondo le categorie ideologiche cui siamo abituati (di destra o sinistra, conservatore o innovatore, movimentista o istituzionale), perché il suo riferimento è altro. È, appunto, il Vangelo. Chi lo legge con un cuore rinnovato, vi ritrova molti degli atteggiamenti che stupiscono in papa Bergoglio: la dolcezza, la misericordia, l’autorità intesa come servizio, la pazienza, la semplicità, il dinamismo della croce. E la modalità di pastore che ha scelto per il suo pontificato, diventa una linea guida anche per l’episcopato e tutti i preti.
Così ad una Chiesa un po’ musona e a volte un po’ celebrale, papa Francesco contrappone il messaggio dirompente e l’allegria contagiosa che scattano quando conosci e sperimenti l’amore di Gesù, che ci vuol bene per come siamo e ci perdona nel grande abbraccio che fa al mondo dalla croce. Un’ avventura che il papa propone a tutti, con le debolezze e difficoltà quotidiane; del resto Gesù ha detto di non essere venuto per i giusti, ma per i peccatori. Un annuncio dunque non per piccole congreghe di iniziati con le carte in regola, ma per le moltitudini, specie dei poveri (in ogni senso), dove ognuno è un tesoro prezioso.

Giovanni Tonelli