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È FESTA PER I NUOVI DIACONI

Domenica 30 ottobre il vescovo Francesco ha ordinato Marco Gabellini e Tommaso Stocchi. Ora i diaconi in Diocesi sono 57

Marco Gabellini – Sono nato a Rimini il 24 marzo del 1957 e cresciuto nella parrocchia di Santa Rita, i miei genitori Guerrino e Mina mi hanno educato alla fede e ai valori cristiani. Ho vissuto da ragazzo l’esperienza scout. Il giorno del mio trentesimo compleanno ho conosciuto Rosa che ho sposato il 21 gennaio 1989. Abbiamo due figlie Teresa e Barbara di 31 e 23 anni e in questi ultimi 20 anni la mia famiglia ha accolto 4 bimbi: Stefano, Jasmine, Michela e Chanel che vive ancora con noi. Per molti anni sono stato lontano dalla Chiesa. La svolta c’è stata 15 anni fa quando ho conosciuto Giovanna Bisulli, una donna, anzi una cara amica della parrocchia della Resurrezione, dove poi siamo andati a vivere 3 anni dopo. Giovanna mi ha introdotto in questa comunità fatta di gente splendida che in questi anni mi ha dato molto di più di quanto io sia stato in grado di restituire. Altra esperienza decisiva è stata l’Azione Cattolica, in particolare l’ACG. Il contatto con i giovani della mia e di altre parrocchie, mi ha dato uno slancio incredibile e la consapevolezza che, al di là di quello che si dice, la gioventù di oggi è molto meglio di quella della mia generazione ed è anche per questo che io e la mia famiglia e tanti splendidi amici ci dedichiamo da anni alla cura dei ragazzi. Di questi ragazzi ne voglio ricordare due che sono in cielo: Lorraine e Nicolas.

Marco

 

Tommaso Stocchi – Sono nato ad Arezzo, come anche mia moglie Silvia. Abitiamo a Rimini dal 2009. Abbiamo tre figli: Irene, 20 anni, Emma 18 e Pietro 10. Nella nostra comunità della Colonnella siamo impegnati nella preparazione al matrimonio dei fidanzati, nel gruppo famiglie, siamo catechisti dei bambini di quarta, con un occhio ad accompagnare anche le loro famiglie. La mia vocazione al diaconato non nasce come folgorazione, piuttosto come un’evoluzione di un lento cammino fatto dopo una scelta di vita compiuta tanti anni fa. Fin da ragazzo ho partecipato alla vita della mia comunità parrocchiale, insieme a tanti altri giovani compagni di oratorio. Quando, con mia moglie Silvia, siamo venuti a vivere a Rimini, in un certo senso ci siamo dovuti reinventare come membri di una nuova comunità. Fin da subito abbiamo trovato una Chiesa, che con i suoi naturali difetti e fatiche, ci ha accolti a braccia aperte, ci ha chiamati e accompagnati, con grande merito del nostro vescovo Francesco, che ho sempre visto come un ottimo padre. In questo tempo, prima mia moglie, poi il mio parroco, mi hanno posto la domanda “Perché non consideri la possibilità di essere diacono?”.

A lungo ho resistito, ma poi insieme a mia moglie, è iniziato il percorso del discernimento, poi quello dell’aspirantato, accompagnati da altre coppie e seguiti fraternamente da alcuni diaconi con le loro mogli e dal Vicario generale don Maurizio. Gli studi all’Istituto di Scienze Religiose sono stati un’enorme e gradita ventata di freschezza per la mia vita di fede. Di fondamentale importanza per me è stato conoscere la comunità diaconale presente in diocesi. Non solo è una famiglia numericamente numerosa, ma anche molto vivace e unita. Lì ho conosciuto persone che hanno fatto del servizio la loro vita, a volte un servizio faticoso, umile, spesso non riconosciuto dalla gratitudine delle persone. Ma guardando i loro volti, nonostante le tante fatiche e a volte dolori, sui loro visi è sempre presente un’espressione di gioia, di amore e gratitudine. Ebbene, anch’io voglio essere felice come loro.

Tommaso