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Dove sono i nuovi bus?

Il 2021 per il trasporto di merci e persone era l’anno subito successivo a un critico 2020 segnato da pandemia e lockdown: si sperava, quindi, che fosse la prima occasione per il ‘rilancio’ del settore. Ma i dati della seconda edizione dell’Osservatorio sui macrotrend del trasporto pesante, realizzato da Continental per capire le evoluzioni che hanno trasformato il comparto dei mezzi pesanti dopo il primo anno di pandemia, dimostrano che la situazione è più complessa. Non sempre, infatti, Emilia-Romagna e Rimini hanno ottenuto trend positivi.

Lo studio fa emergere le tendenze evidenziate dallo sviluppo del parco circolante in Italia e in Emilia-Romagna nel 2021 rispetto al 2020, attraverso l’analisi dei dati sulle immatricolazioni, i tipi di alimentazione, l’anzianità e la categoria euro.

Immatricolazioni, Rimini tra alti e bassi

Le prime lacune in regione e in provincia partono proprio dalle immatricolazioni: se sul versante del trasporto merci entrambe superano addirittura il +23,2% nazionale sulle nuove targhe di qualche punto percentuale, con un rispettivo +26,2% (2.154 mezzi in più rispetto al 2020) e +27,6% (97 mezzi in più rispetto al 2020), dal punto di vista del trasporto persone l’Emilia-Romagna registra un -2,5% sulle nuove immatricolazioni e Rimini un calo ancora maggiore, con un -55,6%, a fronte di solo 16 nuovi autobus contro i 36 dell’anno precedente.

Un altro fattore importante da analizzare è quello della tipologia di alimentazione: in Emilia-Romagna nel trasporto merci l’elettrico tocca lo 0,3% e l’ibrido lo 0,4%, e Rimini mantiene circa le stesse medie con lo 0,1% di autocarri elettrici e lo 0,5% di ibridi. Il gasolio rimane comunque predominante, toccando sia in regione che in provincia quasi il 90%. Nel trasporto persone, in Emilia-Romagna ibrido ed elettrico sono entrambi a quota 0,4% e il gasolio a 84,1%, mentre la situazione è meno brillante a Rimini: gli autobus sono al 96,6% a gasolio, e inesistenti sono le forme di

Sempre di grande importanza per l’impatto ambientale sono le categorie euro, un metodo per classificare i veicoli secondo la loro sostenibilità: le classi in cui un mezzo può rientrare vanno dallo 0 al 6, e
più il numero è basso più l’auto è inquinante. A livello nazionale, nel trasporto merci Euro 5 ed Euro 6 raggiungono insieme il 35% del totale: un dato elevato che supera quello delle categorie dalla 0 alla 2. Unica nota stonata la ancora diffusa classe Euro 0 che da sola arriva al 15%. In Emilia-Romagna la situazione migliora con gli Euro 0 a quota 11,1% e le categorie fino all’Euro 2 contenute al 27,6%. Euro 5 e 6 rimangono sotto di pochissimo al 40%. A Rimini gli Euro 0 sono l’11,2%, mentre Euro 5 e 6 insieme raggiungono il 34,6%. Per quel che riguarda gli autobus il quadro è nuovamente migliore in regione che a livello nazionale: gli Euro 0 sono ormai soltanto il 6%, mentre Euro 5 e 6 arrivano al 53,2%, poco più di un autobus su due.

Rimini invece non è proprio brillante: sulla percentuale di targhe Euro 0 ha il peggior dato di tutta l’Emilia-Romagna: il 15,8%, con Euro 5 e 6 a quota 42,1%.

Obiettivo sostenibilità

Preso atto di questi dati, nel 2021 le maggiori lacune riminesi interessavano soprattutto il settore del trasporto persone: soltanto 16 le nuove targhe, in una provincia in cui il 15,8% degli autobus sono ancora Euro 0. Ma quali sono i motivi di questi dati e quali le soluzioni che si stanno mettendo in campo? A Rimini, Forlì-Cesena e Ravenna ad occuparsi del trasporto pubblico locale è la società Start Romagna, che quindi deve far fronte a questo genere di problematiche a partire dal 2022. Proprio qualche settimana fa l’assemblea dei soci di Start Romagna ha approvato il Bilancio Integrato 2021, dal quale emerge l’impegno a intraprendere con sempre più forza la strada della sostenibilità.

“ Con il Bilancio di Sostenibilità Integrato abbiamo anticipato l’entrata in vigore della Direttiva Europea CSRD Corporate Sustainability Reporting Directive, integrando all’interno della Relazione sulla gestione anche l’informativa di sostenibilità. – spiega Roberto Sacchetti, riconfermato Presidente di Start Romagna – Un cambio culturale che coinvolge il modo di pensare di tutta l’organizzazione aziendale, impegnandoci a rafforzare l’orientamento alla creazione di valore non solo economico, ma anche ambientale e sociale. Le aziende del trasporto pubblico locale sono fra i principali attori dello sviluppo sostenibile: abbiamo programmato un piano di investimenti molto importante, dobbiamo essere capaci ad attrarre nuovi passeggeri per ridurre il traffico, dovremo adottare sempre più elementi per accelerare la transizione digitale”.

Gli investimenti non saranno affatto da poco, anche per recuperare agli impedimenti degli ultimi tempi, segnati dal Covid-19: all’inizio di quest’anno, i mezzi della Start erano 568, con un’età media di 11,55 anni (più elevata per i mezzi alimentati a gasolio), valore in crescita a causa del rallentamento dell’immissione di nuovi mezzi (consegne in gran parte già effettuate nel corso del 2019 e del 2020, ma si sono verificati alcuni ritardi nelle consegne per il 2021).

È grazie al Piano Industriale 2022-2025 che Start, tramite un investimento complessivo di 66,4 milioni (di cui 48,6 in regime di contributo), definisce l’acquisizione di 223 nuovi bus durante il periodo 2022-2025. I mezzi che mezzi in più verranno acquistati durante questo 2022 saranno 130, nel 2023 saranno 46, 24 nel 2024 e 23 nel 2025. I nuovi veicoli utilizzano tipologie di alimentazione differenti: 21 a gasolio, 28 a metano liquido, 43 elettrici, 4 a idrogeno, 143 a metano compresso e metano ibrido.

E dal punto di vista strettamente ‘green’, la società è partner di diversi progetti legati alla sostenibilità ambientale, e l’impegno preso a rinnovare il proprio parco autobus è anche un’iniziativa verso una conversione a mezzi con un minore impatto ambientale.

Andrea Pasini