Home Editoriale DIGNITAS INFINITA Se al centro c’è la persona

DIGNITAS INFINITA Se al centro c’è la persona

Don Maurizio Patriciello

Ciascuna persona umana ha una dignità infinita, al di là di ogni circostanza e in qualunque stato o situazione si trovi.

Parte da questa consapevolezza la Dichiarazione del Dicastero per la Dottrina della Fede “ Dignitas infinita circa la dignità umana”, pubblicata l’8 aprile. Un documento importantissimo, come dimostra anche il fatto che la riflessione sia stata in incubazione cinque anni.

La Chiesa si pone in ascolto di tutte le sofferenze del mondo, anche di quelle che sono “fuori moda”, di cui il mondo non ama parlare. Quando si parla delle violazioni della dignità, si parte dalla povertà: basti pensare a tutte le povertà indotte, le povertà che noi stessi abbiamo procurato per il nostro egoismo. Si parla delle guerre: e oggi stiamo vivendo due guerre spaventose, terribili, a due ore di aereo dall’una e dall’altra .

Si parla dei migranti, come se una persona che sta annegando in mare possa avere un colore politico. Si parla degli abusi sessuali e della violenza sulle donne: solo in Italia oltre 100 donne vengono uccise dai loro partner ogni anno. Si tocca il dramma dell’aborto, con la prima parte della legge 194 che non viene quasi mai osservata. Solo l’anno scorso nel mondo ci sono stati 42 milioni e 600mila aborti accertati, non sappiamo di quelli illegali. Sull’aborto si dicono tante bugie: le donne che lo fanno, per svariati motivi, si portano nella tomba questo dolore. E ancora altre violazioni: eutanasia, suicidi assistiti. E come dimenticare l’utero in affitto? La prima menzogna parte propria dalla terminologia. La donna non affitta l’utero, quando c’è la gravidanza, è coinvolta tutta la persona, tutta la sua femminilità, la sua dignità. Lo stesso corpo si deforma e si fa da parte per accogliere questa vita. Se anche la maternità diventa motivo di commercio siamo arrivati alla frutta. La cosa più terribile è che si vuol far passare questa vergogna come atto di amore.

La Dichiarazione parla di dignità ontologica: il “pacchetto” o lo accogli nella sua totalità o cade tutto. Se vai a manomettere queste fondamenta, si può arrivare a fare di tutto a categorie di persone che erroneamente sono considerate senza dignità: il feto con una malformazione, la nonna con l’Alzheimer, malati di patologie incurabili. La dignità non ti viene concessa da qualcuno, non è lo Stato che te la concede. No, ti viene riconosciuta, non concessa. La sofferenza è un mistero, la vita è un mistero, nascere per morire è già un mistero. Dove trovare un punto d’incontro tra chi crede e non crede? È la persona umana, nella sua dignità, il terreno comune su cui ci possiamo ritrovare credenti, diversamente credenti e atei.

Non credo esista un altro terreno comune: la persona umana è quel terreno sacro davanti al quale ci togliamo le scarpe.

Chi crede è molto avvantaggiato perché nella persona umana vede l’immagine di Dio, ma anche per chi non crede la persona umana ha un immenso valore.

don Maurizio Patriciello