Dentro la bottiglia scorre l’emergenza

    La bottiglia attira sempre di più. E chi pensava che l’emergenza alcol fosse ormai rientrata, si sbagliava di grosso. Del resto basta dare un’occhiata agli ultimi numeri del Sert riminese per rendersene conto: in un solo anno gli alcoldipendenti presi in cura sono aumentati di ben 68 unità, passando dai 389 del 2008 ai 457 del 2009. Di pari passo, fortunatamente, aumentano anche le persone che hanno il coraggio di bussare alla porta degli Alcolisti Anonimi, 300 da quando sono a Rimini.
    “L’età più rappresentata tra coloro che frequentano o hanno frequentato le nostre riunioni settimanali – sottolineano dalla sede di via IV Novembre – va dai 35 ai 50 anni. Per la stragrande maggioranza sono uomini ma non significa che questa piaga non colpisca anche le donne. È che quest’ultime, spesso e volentieri, hanno come una sorta di pudore nell’ammettere per prime a se stesse di avere un problema serio da affrontare con tutte le proprie forze”.
    Un problema che dall’unità operativa dipendenze patologiche dell’Ausl di Rimini sono certi possa avere uno sviluppo in negativo. Due i motivi principali. Il primo è conosciuto: “Molti giovani credono che il bere non dia dipendenza, ma si sbagliano di grosso”. Il secondo, invece, ancora è nascosto tra le pieghe della società: “L’aumento del consumo di alcol è da mettere anche in relazione con la crisi economica che ha colpito il Paese mandando in frantumi molti legami e scatenando una rincorsa alla bottiglia dove affogare i propri dispiaceri”. Ma uscire da questa terribile piaga si può. Una volta rotta la dinamica infernale, occorre andare avanti, ora dopo ora, giorno dopo giorno. E in questo senso la vicinanza della famiglia è un fattore fondamentale.
    “Le famiglie che frequentano insieme, tengono molto di più. Oggi ci sono molte coppie giovani, molte mamme e papà. Alcuni hanno genitori alcolisti e sono finiti anche loro per diventare amici inseparabili della bottiglia. Ma insieme si può vincere questa malattia”.
    Parenti e amici sperano sempre di salvare i loro cari, ma nello stesso tempo nutrono anche sentimenti contrastanti come rabbia e mancanza di fiducia in chi manifesta questo problema. Solitudine, vergogna, paura, carenza di soldi, problemi lavorativi, sono tante le situazioni che i coniugi e i figli o i genitori sono costretti ad accollarsi davanti a questa disgrazia. Ecco perché l’emergenza alcol è ancora lontana dall’essere superata.

    Francesco Barone