Home Vita della chiesa “Davvero il Signore ci precede nella Missione”

“Davvero il Signore ci precede nella Missione”

L’uomo propone, ma Dio dispone. Ciò è particolarmente vero quando le opere sono di Dio, proprio le Sue, come la Missione: se non è Lui che “manda”, Lui che opera nei cuori, è solo vacuo proselitismo, un agitarsi di buone intenzioni, la corsa dei criceti nella ruota.
Lo ha messo in chiaro fin da subito nelle sue giornate terrene: «Senza di me non potete far nulla» (Gv 15,5).
Lo ha rimesso in chiaro prima di salire al Cielo: «Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo a ogni uomo… Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme con loro»
Lo ha dimostrato mentre gli apostoli evangelizzavano: «Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati» (At 2,48), facendo loro “toccare con mano” che le sue promesse sono “blindate” e “no limits”!

Oggi, lo mette in chiaro e lo dimostra anche a Rimini! Ce lo attestano uomini e donne, e anche intere famiglie, che quest’anno hanno chiesto il battesimo, perché hanno incontrato il Signore nella nostra terra (nella foto), nella nostra Chiesa riminese, interpellata un anno fa dal vescovo Francesco a una Missione straordinaria: portare e riportare «il Vangelo a ogni uomo».
Il Signore, però, è già all’opera e ci precede: «La mia vita appartiene a Cristo – testimonia Kuitim, che riceverà il battesimo nella Veglia pasquale insieme alla moglie Raimonda – e voglio essere suo servo fino alla morte. Nel mio paese non c’era nessuno che mi parlava di Dio e mi sentivo come nel vuoto, in una stanza buia. Ora ho trovato le risposte alla vita: ho trovato la luce! Sono felice».

Nella nostra Chiesa il Signore chiama con delicatezza; usa un linguaggio diverso per ogni uomo e per ogni donna; sa attendere anche per anni, senza mai demordere, come è capitato a Luna (35 anni): «La fede è sempre stata dentro di me, ma era una fede senza un Viso, senza un Nome, una gemma che non sbocciava nonostante la voglia». Ad alcuni, infonde la nostalgia di Sé: «Fin da piccola andavo a Messa ogni domenica. Sentivo il bisogno di Gesù, ma non capivo»; ad altri si avvicina con il linguaggio e la bellezza dell’arte come per E. (36 anni): «Fin da piccola ho sempre amato e praticato l’arte. Ho studiato i grandi maestri: il Beato Angelico, Piero della Francesca, Masaccio, Giotto, Leonardo, Raffaello, Michelangelo, Caravaggio…. ognuno ha intinto il suo pennello nel Vangelo, che tocca lo spirito, sconvolge la mente e apre il cuore alla preghiera… È in mezzo a tanta bellezza che ho incontrato Dio».

Ma ciò che stupisce e che riempie di umile gratitudine è che quasi sempre il Signore si serve di qualcuno di noi, senza neppure che ce ne accorgiamo, facendo di noi dei “missionari in-coscienti”!
Ce lo racconta un giovane albanese (30 anni), affascinato dal modo di vivere dei cristiani, soprattutto dei suoi vicini di casa che frequentano la parrocchia: «Mi sono avvicinato a loro per capire meglio e così è iniziato il mio cammino verso la fede: incuriosito ponevo molte domande e loro, pazienti, mi spiegavano la figura di Gesù e l’attualità del Vangelo».

Un’impiegata, invece racconta: «Un giorno, parlando delle mie solite “sventure” con il mio collega, ho capito che il motivo per cui mi aiutava confidarmi con lui era che aveva una luce negli occhi che io non avevo. La domanda più utile mai fatta in vita mia è uscita dalla mia bocca quel giorno in cui gli ho chiesto: “Mi aiuti a vedere le cose come le vedi tu?”. Ora la solitudine non fa più parte della mia vita». E perfino delle suocere sa servirsi il Signore(!): «Amo osservare le persone e mi sono accorta che chi ha fede ha una marcia in più. Come mia suocera che considero una guida. Per questo le ho chiesto di accompagnarmi in quest’avventura. Da quando ho iniziato il catecumenato tante cose sono cambiate nella mia vita» (K.).
La missione straordinaria è già iniziata!

Elisabetta Casadei
(équipe Servizio diocesano Catecumenato)