Home Agricoltura Cosa si nasconde dietro la protesta dei trattori

Cosa si nasconde dietro la protesta dei trattori

Per settimane abbiamo visto i trattori un po’ ovunque: sulle strade, nelle piazze, nei telegiornali, persino a Sanremo. Anche a Rimini, sulla Statale, gli agricoltori hanno sfilato e manifestato. Abbiamo capito che ce l’avevano, in primo luogo, con l’Europa, tant’è che i trattori, non solo quelli italiani, si sono spinti fino a Bruxelles dove, più o meno pacificamente, hanno protestato contro le politiche agricole ed ambientali dell’Unione Europea. I contestatori, però, ce l’avevano anche con il Governo italiano colpevole di aver tolto le agevolazioni fiscali per il carburante e per aver lasciato invariato il livello di tassazione, secondo loro troppo alto. Qualche risultato le proteste, alla fine, l’hanno raggiunto. Il Parlamento Europeo ha sospeso l’approvazione del Green Deal in agricoltura, se ne riparlerà dopo le elezioni, mentre il Governo italiano ha reintrodotto le agevolazioni fiscali per i redditi agricoli, soppresse con la Legge Finanziaria, ma poi ripristinate con il ‘Milleproroghe’.

Gli agricoltori hanno messo sotto accusa anche le principali organizzazioni del settore, la Coldiretti in testa, colpevoli di non averli tutelati sufficientemente.

Le proteste ora si sono placate, ma si può facilmente scommettere che sotto la cenere arde ancora la brace. Infatti, le ragioni della protesta, a ben guardare, sono più strutturali di quanto appaia ad uno sguardo superficiale.

Le critiche alle politiche europee in tema di agricoltura sono generate soprattutto dalla paura che gli imprenditori, in particolare quelli più piccoli, nutrono verso i provvedimenti che intendono ridurre l’uso dei pesticidi e dei fitofarmaci nella coltivazione dei campi.

Chi ha piccoli appezzamenti protesta soprattutto contro il progetto di introdurre un principio di rotazione delle colture per almeno il 4% del terreno agricolo. Pratica peraltro in uso in passato anche nelle nostre terre.

Ogni anno utilizzati 2 kg di pesticidi a testa

Al di là di tutti i correttivi che si potranno portare per migliorare le norme specifiche, bisogna, però, ammettere che nel coltivare ciò che finisce sulla tavola occorrerebbe limitare l’uso dei pesticidi e quindi praticare un’agricoltura più sostenibile. I dati di Istat, sulla base dei rilievi scientifici, reperibili facilmente anche online, rivelano che in un anno vengono usati 122.000 tonnellate di pesticidi, ovvero 2 kg a testa per ciascun italiano, ben 4.5 kg per ettaro. Nel 55% dei casi di acqua esaminata in laboratorio si trovano tracce di pesticidi, il dato sale al 63% in pianura padana. Le analisi dimostrano che nel 70% della frutta analizzata si trovano residui di pesticidi, sebbene siano del tipo consentito. Insomma, il problema di un’agricoltura più sana esiste ed una soluzione va trovata. Certo è che prodotti più sani vuol dire porsi il problema dei prezzi. L’agricoltura di qualità non può essere quella intensiva e quindi deve essere rivisto il modello di produzione e qui sta la questione più difficile e complessa che impatta con tutto quello che è avvenuto in questi anni. Avere un’agricoltura intensiva ha comportato l’espulsione dal mercato dei piccoli produttori. Nel tempo si è affermato un processo di concentrazione dei terreni agricoli. È lo stesso fenomeno che c’è stato nell’industria, poi nella manifattura e infine nel commercio. L’Istat ci dice che negli ultimi quarant’anni le aziende agricole del nostro Paese sono passate da 3 milioni ad un milione. Nei seminativi, nelle coltivazioni legnose, nei pascoli, e un po’ ovunque abbiamo assistito all’uscita dal mercato di migliaia di piccoli produttori, i cui terreni e impianti sono stati abbandonati oppure acquisiti dalle aziende più grandi. Le aziende con meno di un ettaro di terreno sono passate dal 42% del totale del 2000 al 21.3% del 2020.

Imprese agricole, che calo!

I dati indicano la stessa tendenza anche guardando a cosa è avvenuto nella nostra provincia. Dal 2012 al 2023 le imprese agricole sono passate da 2.929 a 2.372, con una diminuzione di quasi il 20%. Tutto questo è avvenuto nonostante l’Unione Europea, negli anni, abbia abbondantemente finanziato le imprese agricole. Prendendo in considerazione i finanziamenti della Politica Agricola Comunitaria entrata in vigore nel 2023 e destinata a rimanere in vigore fino al 2027, vediamo che il finanziamento ammonta a 386.6 miliardi di euro, ossia il 31% di tutto il bilancio europeo, che arriva a circa 1.200 miliardi euro. Ciò non vuol dire che gli agricoltori se la passino bene, la stessa Unione Europea, infatti, afferma che gli agricoltori hanno in media un reddito pari al 60% del reddito medio di un lavoratore degli altri settori produttivi.

Inoltre, bisogna sottolineare che le severe normative europee ed italiane in materia di produzione agricola non si applicano ai prodotti che arrivano dai Paesi extra UE e questo espone gli agricoltori italiani ad una concorrenza assolutamente sleale e per di più dannosa per la salute dei consumatori.

Insomma, l’agricoltura è un settore in grande trasformazione, talvolta anche un po’ selvaggia, nonostante i tanti contributi economici che riceve e a dispetto della cospicua legislazione che regola il settore. Certamente occorrerebbe passare da un sistema di produzione ad un altro, premiando la qualità dei prodotti e del lavoro che viene svolto nei campi. Questo del lavoro è un altro aspetto importante da tenere sotto controllo. Il ricorso al lavoro nero in agricoltura è purtroppo troppo frequente, come testimoniano i dati Inps che stima intorno al 17% il ricorso al lavoro irregolare nei campi.

La buona notizia è che in Emilia-Romagna il 20% dei terreni è a coltivazione biologica. Ecco bisognerebbe agire e incentivare correttamente le imprese affinché il settore vada in questa direzione, in una giusta e corretta alleanza tra produttori, lavoratori e consumatori, con enormi vantaggi per tutti. Se fosse così anche qualche euro in più per fare la spesa sarebbe più facile da accettare, in quanto migliorerebbe la qualità della nostra vita quotidiana.

In provincia di Rimini 

Alberto Rossini