Contro la crisi la Famiglia è Insieme

    Luca, 40 anni, si è ritrovato all’improvviso senza lavoro. A casa lo aspettano a braccia aperte la moglie Luisa, e i tre figli. C’è la scuola da proseguire, le bollette da saldare e l’affitto mensile. Per Luca quell’empasse è una novità, una brutta novità. Messa da parte un po’ di vergogna, bussa alla porta di “Famiglie Insieme”, il centro d’ascolto lo accoglie e ascolta la sua storia. Con il prestito che otterrà, Luca può fronteggiare l’emergenza. E guardare al futuro meno solo e con una speranza in più.
    Le “Famiglie” sono “Insieme” da anni per fronteggiare le difficoltà economiche e la questione sociale, ma una crisi del genere non s’era mai abbattuta sul territorio. L’attuale emergenza mette così a dura prova anche la solidarietà e obbliga a ripensare i prestiti per i nuclei più bisognosi. “Ma noi non molliamo: continueremo a stare materialmente accanto a chi ha più bisogno” assicurano dalla Caritas.
    Non si tratta di uno slogan: “Famiglie Insieme” da quattordici stagioni offre a coloro che per vari motivi (la perdita del lavoro, ma anche un divorzio o una separazione o una spesa modica improvvisa) restano senza denaro. L’associazione, voluta dalla Caritas diocesana di Rimini, in principio era nata con l’intento di combattere l’usura, ma “strada facendo – spiega Giorgio, uno degli operatori, esperto di amministrazione che lavora al Centro di Ascolto al fianco di Gianni, Paolo e Renzo – ci siamo maggiormente indirizzati al sostegno alle famiglie in difficoltà, anche per evitare a monte che queste cadessero nelle mani degli strozzini”. Lo spettro degli interventi dunque si è allargato, fino a comprendere situazioni come quella di Luca e di tanti altri. “Famiglie Insieme” offre prestiti diretti oppure si fa garante nei confronti della banca.
    Dal 1997 ad oggi, l’associazione riminese ha “sborsato” qualcosa come 2 milioni di euro per un migliaio di interventi, di cui 900 riguardanti famiglie. Nell’ultimo lustro si è verificata una vera esplosione di richieste di aiuto, tanto che l’associazione della Caritas ha finanziato prestiti per 1.150.000 euro, aiutando 700 nuclei. Nel 2007 sono stati elargiti contributi per 295mila euro, diventati 290mila nel corso del 2008. E questo nonostante nei tre mesi estivi, la Caritas abbia dovuto sospendere l’erogazione dei prestiti: non era mai accaduto. “Una decisione presa a malincuore – ammette il direttore della Caritas diocesana, don Renzo Gradara, che è anche presidente dell’associazione – ma il numero di richieste si è impennato a dismisura (da 20 si è passati a 200 l’anno, ndr). Inoltre cresce il numero di insolventi, segni evidenti delle difficoltà in cui si trovano le famiglie”.
    È una situazione senza precedenti, quella che tocca la capitale del turismo balneare e il suo entroterra: investe stranieri (“immigrati che vivono a Rimini da tanti anni, che avevano un lavoro regolare e una vita dignitosa”) e riminesi. Le statistiche dicono che nel 2007 gli italiani aiutati sono stati 115 a fronte di 85 stranieri, mentre lo scorso anno gli italiani a cui è stato fatto un prestito sono stati 120. “Il 60% degli sos riguarda spese di vita familiare (affitto, utenze, ecc), mentre altre voci significative sono le spese mediche, spese scolastiche, qualche ricongiungimento familiare, e spese improvvise causate da decessi” prosegue don Gradara. Anche le separazioni e i divorzi incidono notevolmente sui conti in rosso. Finora le insolvenze rappresentavano il 20% delle somme erogate, ma negli ultimi mesi han toccato il 40%. Così da mettere in crisi anche il sistema di solidarietà messo in piedi dalla Caritas. Il fondo è costituto da proventi dell’8 per mille, da finanziamenti Caritas, a volte da enti pubblici, in altri casi da privati, e dal sostegno di una fondazione bancaria. “La maggioranza di coloro che aiutiamo, in modi e momenti differenti, si rimettono in piedi. assicura Renzo – Come Riccardo, cassa integrato, che doveva versare tre mensilità anticipate per l’affitto dell’appartamento in cui portare la moglie e i figli”.
    Per fronteggiare l’emergenza, “Famiglie Insieme” modifica il sistema dei prestiti: tetto massimo erogato ridotto (da 3 a 2mila euro) e più coinvolgimento delle parrocchie, delle Caritas parrocchiali e dei servizi sociali. C’è anche la possibilità di domiciliare lo stipendio o la pensione presso Eticredito, la banca con cui lavora “Famiglie Insieme”, in maniera da garantire ogni mese la rata “ma è possibile anche diminuire in corso d’opera l’importo della rata e studiare altre forme di aiuto per chi si trova nei guai. – assicura Renzo – L’importante è che chi è in emergenza dimostri buona volontà e ci tenga al corrente della sua situazione e delle sue necessità”. Negli ultimi tempi, sei persone finora insolventi, hanno risposto ad una lettera di sollecitazione. Insoluti o meno, la Chiesa riminese vuol continuare a fare la sua parte per non mandare “in rosso” anche la solidarietà.

    Paolo Guiducci