Con le Mamme Insieme all’asilo

    Se i posti all’asilo nido comunale non bastano mai, se la baby sitter costa troppo, se i nonni non sono disponibili, alle mamme che vogliono lavorare non resta che rimboccarsi le maniche e inventarsi un modo per conciliare lavoro e famiglia. Nasce pressappoco così, Mamme Insieme, l’originale progetto educativo coordinato dalla cooperativa “Il Melograno” di Cattolica, attivo dal giugno scorso in alcuni comuni della Valconca e naturalmente all’interno della stessa Regina. Un’idea innovativa per la provincia, che nasce sull’esempio della tagesmutter trentina (partner dell’associazione, la cooperativa “Mano nella mano” di Trento), dalle potenzialità interessanti all’indomani delle dichiarazioni del ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna, che aspira ad estendere a tutto il paese la figura dell’educatore domiciliare e del nido condominiale. Mamme Insieme risponde al duplice scopo di offrire un’opportunità di lavoro e tamponare l’esigenza di spazi dove lasciare i bambini.
    “La prospettiva di un lavoro a contatto con i bambini – sottolinea Astorre Mancini, responsabile del progetto Mamme Insieme – è molto importante per tante donne che dopo il congedo per maternità non riescono a reinserirsi nel mondo del lavoro perché magari non hanno ottenuto il part time o perché non sanno a chi lasciare il figlio piccolo. Nello stesso tempo, Mamme Insieme è un servizio prezioso per molte famiglie che non riescono a inserire il bimbo al nido per questioni di graduatoria o non possono permettersi una baby sitter”.
    La particolarità di questo servizio sta nel fatto che i bimbi non vengono accuditi in una struttura come può essere, ad esempio, un asilo nido, bensì a casa delle operatrici che partecipano al progetto.

    Costi contenuti
    Insomma, un servizio molto bello, ma chissà quanto costerà, potrà chiedersi qualcuno. Il conto è presto fatto. La famiglia stringe con la cooperativa un contratto, per cui il costo mensile dipende dalle ore di utilizzo del servizio, con un costo orario di 5.50 euro. È possibile anche stipulare un abbonamento che a 430 euro al mese consente la frequenza del bambino per 5 ore al giorno. Di conseguenza l’operatrice, assunta a progetto da Il Melograno, riceve uno stipendio commisurato alle ore di lavoro svolte, che può arrivare anche a 800 euro al mese. La cooperativa si autofinanzia quasi completamente, eccezion fatta per le donazioni di alcune aziende. Per quanto riguarda le Amministrazioni comunali, per ora solo il Comune di Saludecio, dedica a Mamme Insieme una somma in bilancio, mentre San Giovanni in Marignano ha promesso di patrocinare l’iniziativa e Cattolica e Montefiore hanno mostrato grande interesse al progetto. L’erogazione di contributi pubblici a favore dei genitori che aderiscono all’iniziativa, si arresta purtroppo di fronte all’incollocabilità dell’iniziativa tra i servizi educativi per l’infanzia, per l’assenza di alcuni requisiti imposti dalla legge regionale sui servizi educativi

    La testimonianza
    Francesca Petilli è una delle 23 operatrici attualmente abilitate tra le file di Mamme Insieme. Ha iniziato a lavorare a giugno quasi per caso: con una bimba appena nata, senza possibilità di lavoro perché lontana da casa e quindi priva dell’aiuto di parenti e amici, si è lanciata nell’avventura di Mamme Insieme, attratta dall’idea di lavorare, di stringere nuove amicizie e soprattutto dall’idea di lavorare con i bambini! “All’inizio avevo solo un bambino poi col tempo ne sono arrivati altri 3″. Del suo gruppo ora fanno parte due bimbi di 2 anni e due di 3, oltre alla sua bambina di un anno e mezzo. La sua giornata è scandita in modo preciso: dalle 8 alle 9 c’è l’accoglienza dei bambini, alle 9.30 la merenda, poi tutti impegnati nelle attività “che dipendono dal numero dei bambini e dalla loro età2, spiega Francesca. Che aggiunge “è un lavoro bellissimo per chi ama i bambini ed è importantissimo per le famiglie, che non solo possono contare su orari flessibili, ma sono rassicurate dal fatto di lasciare i figli in un ambiente famigliare. È un’occasione di crescita anche per la famiglia ospitante. Certo, fondamentale è la formazione”.
    Si perché in campo educativo, non ci si improvvisa e se il servizio si svolge in casa, non fatevi trarre in inganno: nessuna “casalinga disperata”, ma operatrici seriamente motivate e adeguatamente formate attraverso un corso gratuito organizzato dalla cooperativa stessa della durata di 250 ore in cui si impartiscono lezioni che spaziano dalla psicologia, alla pediatria, dalla pedagogia alla legislazione in materia.
    Il nuovo corso, cui parteciperanno una decina di nuove candidate, è iniziato il 26 marzo e si concluderà a settembre.

    I certificati richiesti
    Ma non basta, anche la casa dell’operatrice deve possedere determinati requisiti: in primis, certificato di abitabilità e conformità degli impianti e devono essere rispettate le norme fondamentali di igiene e sicurezza. A rendere l’ambiente a misura di bambino ci pensa poi la cooperativa che “fornisce all’operatrice seggioloni, giocattoli, libri, lettini, tutto il necessario, insomma, per trasformare una stanza o un angolo della casa in un piccolo asilo” chiarisce Mancini.
    Un asilo molto frequentato, se pensiamo che da giugno 2008 ad oggi sono state 24 le famiglie che hanno usufruito del servizio e 14 i bimbi attualmente iscritti. Il servizio è aperto ai bambini fino a 12 anni ma i maggiori fruitori hanno meno di 3 anni.
    Matteo, ad esempio, ha 17 mesi. La sua mamma, Federica, è stata la prima a firmare il contratto con Il Melograno, intravvedendo dall’inizio le potenzialità dell’iniziativa.
    “Ho scelto Mamme Insieme per bisogno, dal momento che Matteo che allora aveva 8 mesi, non rientrava nelle graduatorie per l’asilo nido e io avevo necessità di tornare a lavorare nel frantoio di famiglia. Ho seguito l’istinto, mi sembrava un servizio valido e soprattutto tagliato su misura per me perché estremamente flessibile”. Così, ha fatto un tentativo e Matteo continua ancora oggi a frequentare la sua operatrice 12-15 ore a settimana. “Il servizio è ottimo, si tratta solo di superare un’iniziale barriera mentale di diffidenza”. L’unico rammarico di Federica riguarda l’amministrazione del suo comune, San Giovanni in Marignano. “Non capisco perché questo Comune non dia contributi ai genitori che aderiscono a Mamme Insieme, come fa invece Saludecio. In fondo l’asilo è aperto fino alle 4, dove dovremmo lasciare i bambini dopo quell’ora? Mamme Insieme risolve questo problema insieme a quello dell’asilo estivo. Possibile che l’Amministrazione comunale non ne percepisca l’importanza?”.

    Romina Balducci