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Come educare alla vita buona

Dopo l’Assemblea elettiva e programmatica tenuta a Bordonchio nel mese di febbraio 2011 “Vivere la fede, amare la vita. L’impegno educativo dell’AC” la presidenza e il Consiglio diocesano hanno iniziato la loro attività attuando i necessari passaggi tecnici e formali, ma anche iniziando a riflettere sulle scelte prioritarie da realizzare nei prossimi tre anni tenendo presenti le indicazioni del Vescovo, sopratutto quelle che emergono dal Convegno diocesano sull’educazione, dalle linee programmatiche nazionali e dalle indicazioni della CEI “Educare alla vita buona del Vangelo” e la programmazione votata. Molti sono gli aspetti in cui come associazione ci sentiamo di dover rispondere, fra gli altri: l’accompagnamento degli adulti; l’annuncio ai genitori dei ragazzi e giovani; una nuova impostazione più efficace e unitaria dei percorsi di iniziazione ai Sacramenti; una vicinanza continua ai gruppi parrocchiali sia quelli che hanno già alle spalle anni di cammino sia quelli che da poco tempo hanno iniziato una vita di associazione; un’attenzione ai giovani che si preparano al Sacramento del Matrimonio e alla famiglia. Ci interpellano ancora le problematiche relative al lavoro, alla cittadinanza… Molti aspetti sono già stati affrontati e per essi si è già attuato un cammino, il discernimento è relativo al fatto di verificarne la rispondenza alle necessità emerse nel contesto attuale ed eventualmente di pensare nuovi e più efficaci percorsi.
Ma chi sono le persone che fanno parte del Consiglio e quali le motivazioni che le hanno spinte ad assumersi questo impegno? Abbiamo chiesto a qualcuno di presentarsi e di dire una parola sulla scelta effettuata.

Sono Claudio Cavalli, della parrocchia N.S. di Fatima di Rivabella. Collaboro con il parroco per ciò che concerne la liturgia (sono accolito dal 2005) e seguo il gruppo dei bambini che svolgono il servizio dell’altare (ministranti). Seguo inoltre il gruppo famiglie parrocchiale con incontri mensili sul tema del matrimonio e della vita coniugale alla luce della fede cristiana. Sono da anni iscritto all’A.C. e da 4 anni faccio parte del Consiglio Diocesano, partecipo anche all’equipe del settore adulti per la realizzazione delle iniziative e dei programmi associativi diocesani. Vivere l’AC è, per me, sentirsi parte della chiesa e del mondo. Sento di sperimentare una realtà laicale con una forte connotazione cristiana che mi da sostegno e affidamento nella concretezza della vita umana. Lo stile di famiglia, di amicizia e lealtà che vivo in AC, mi porta a considerare l’associazione una parte essenziale del mio essere uomo e cristiano.

Sono Maria Grazia Mambelli di Santarcangelo. Sono stata invitata dalla mia ex presidente parrocchiale Cristina Bernardini a partecipare al Consiglio diocesano soprattutto per la vita che vivo più a Rimini che a Santarcangelo. Ho il desiderio di lavorare con e per gli adulti, mettendo in gioco le competenze che in questo campo ho acquisito seguendo anche dei corsi specifici.

Cinzia Sartini di S. Giuliano. Avverto l’esigenza, nell’ottica del servizio, di spendermi in un’associazione che mi ha formata fin da ragazzina “gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”. È stata una sorpresa perché non mi aspettavo che mi votassero tante persone… Ho sentito l’affetto di tutti.

Alex Lisi di Fiumicino Savignano sul Rubicone. Sono un operaio, lavoro in una cooperativa sociale. In parrocchia svolgo il servizio di educatore ACR e ACG insieme ad altre due persone: Milena e Elena. Mi sono candidato perché vorrei che la mia associazione nata da poco sentisse vicinissima l’AC diocesana e perché vorrei far conoscere il nostro Bel Santuario dedicato alla Madonna delle Grazie.

Filippo Bianchi, sono uno studente universitario e educatore giovanissimi. Mi è stato chiesto dalla vice presidente giovani Chiara di candidarmi. All’inizio ho risposto di no. Troppi impegni! Avevo paura di non far bene nulla. Poi ho maturato l’idea di fare questa esperienza e di vivere l’unitarietà anche a livello diocesano. All’Assemblea ho sentito che la mia risposta doveva essere affermativa: ho sentito questo percorso importante e significativo.

Marco Migani di Rivabella. Lavoro all’Università di Bologna polo di Rimini, come tecnico. In parrocchia sono stato animatore dell’ACG e ho aiutato altri a crescere in questo servizio. Partecipo all’Equipe diocesana dell’ACR : qui mi è stato chiesto di candidarmi per il consiglio. Mi sembrava una bella occasione di crescita personale e un modo per conoscere la vita dell’Associazione diocesana. Spero di essere uno strumento di aiuto per vivere in modo pieno l’unitarietà.

Dea Gualdi