ROMA (ITALPRESS) – L’assemblea del Cnel, nella seduta che si è svolta questa mattina a Villa Lubin con la partecipazione della pressochè totalità dei consiglieri (62 su 64), ha approvato il documento finale sul lavoro povero e il salario minimo. Il via libera al testo è giunto a larga maggioranza, con 15 voti contrari. Il documento, costituito da una prima parte di inquadramento e analisi e una seconda parte con conclusioni e proposte, arriva quindi in dirittura d’arrivo entro i 60 giorni indicati da Palazzo Chigi.
“All’esito del lavoro istruttorio e del voto in assemblea – ha dichiarato il presidente del Cnel, Renato Brunetta – desidero per prima cosa ringraziare il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che ha inteso dare seguito alla felice intuizione dei nostri padri costituenti di dare vita al Cnel quale luogo di incontro e confronto tra esperti e rappresentanti delle categorie produttive cioè dei portatori dei saperi e dei portatori di interessi. Un incontro e confronto che, pur nella varietà dei punti di vista e delle opinioni, non è mai scontro ma un contributo di osservazioni e proposte per facilitare il compito di Governo e Parlamento nella elaborazione della legislazione economica e sociale. E’ pertanto con un senso di profonda soddisfazione personale e di orgoglio istituzionale – ha aggiunto – che registro la capacità del Cnel di realizzare in poche settimane di lavoro un contributo di grande spessore tecnico e progettuale che prospetta per il nostro Paese un piano nazionale di azione che, su una materia così complessa e fortemente viziata da apriorismi ideologici, tende a far leva su un ampliamento e consolidamento degli spazi della contrattazione collettiva di qualità. Sono certo che, una volta affievolita la contesa politica, che vede una estrema e ingiustificata polarizzazione tra chi è a favore e è chi contro il salario minimo, sarà possibile apprezzare il documento approvato oggi a larga maggioranza dal Cnel, che individua una ‘cassetta degli attrezzì per gestire, in modo articolato e mirato le diverse criticità del lavoro povero e dei salari minimi adeguati per tutti i lavoratori che non possono certo essere risolti attraverso soluzioni semplicistiche che non sanno poi fare i conti con la realtà e con i bisogni delle persone in carne e ossa. Sono convinto che questo documento confermi la coerenza di una storia che assegna al Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro un compito istituzionale che non intende entrare nelle dinamiche della contesa politica”, ha concluso Brunetta.
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