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Cittadini non ronde

“Ho chiesto aiuto, ma nessuno si è fermato”. Così ha raccontato il bolognese che ha visto il tunisino costringere con la violenza la quindicenne ad appartarsi con lui e poi stuprarla. L’hanno chiamato “eroe”, solo perché ha telefonato alla Polizia.
Invece che di ronde, che sembrano sempre delegare a qualcuno (a chi poi?) la sicurezza, non sarebbe meglio iniziare a parlare di responsabilità contrapposta ad indifferenza, coraggio delle proprie azioni invece di pavidità, comunità al posto di individuo?
Quanti di noi hanno chiamato la Polizia perché hanno visto un bambino chiedere elemosina ad un semaforo? Quanti hanno segnalato quell’auto che ogni sera si ferma su quella stradina disabitata, ma poi frequentata da tanti motorini? Quanti hanno semplicemente abbassato le serrande quando hanno visto giovani balordi armeggiare intorno a delle auto parcheggiate?
Ronde sì, ronde no. In questi giorni se ne discute ovunque, in tv, sui giornali, al bar e dalla parrucchiera. La sensazione che la gente ha è di una violenza sempre più diffusa, lì sotto casa tua, anche se poi i dati ufficiali dicono l’opposto, che i reati (anche quelli efferrati, tanto pubblicizzati in questi giorni) sono in calo. Cosa significa dunque questa frenesia e quali obiettivi ha? Neppure uno stupido può pensare che le ronde fermeranno gli stupri. Ne faremo una ogni via? O ancor meglio ogni casa (visto che la gran parte delle violenze si consuma fra le mura domestiche)?
Se ogni cittadino farà semplicemente quello che è il suo compito avremo “ronde” ovunque, senza doverle organizzare, senza obbligare militari e poliziotti in pensione a tenere a freno qualche giovinotto dalla testa calda, voglioso di “farla pagare a quei bastardi”.
Ma non è solo questione di polizia. Quando un territorio è conteso, da balordi e spacciatori, occorre che i cittadini lo segnino con la propria presenza ed il proprio impegno, riempiendolo di gente e di proposte, ricche di cultura, socialità, voglia di stare insieme. Insomma, occorre scendere sulle strade. Guai cedere di un passo, la riconquista rischia di essere durissima e il degrado continuo fino a diventare totale.

Giovanni Tonelli