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Cittadinanza attiva: i modelli di democrazia e partecipazione oggi

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Democrazia non è una parola qualsiasi in Azione Cattolica, uno di quei termini usurati – persino malintesi- nel linguaggio politico, tanto da non saperne ricavare né il significato né la motivazione all’impegno.
Nel Progetto Formativo leggiamo che “La scelta democratica è la forma che abbiamo scelto per costruire un’esperienza che nasca dal contributo di tutti e si avvalga della partecipazione di ciascun aderente” e la raccomandazione opportuna è che, per questo, l’Associazione “conservi la carica umana e spirituale di incontro tra le persone, in una familiarità che tende alla comunione e in un coinvolgimento che tende alla corresponsabilità”.
La stessa vita nella Chiesa, pur nella diversità di sostanza, ha un “respiro” democratico:  la centralità della persona umana, l’uguaglianza fondamentale dei suoi membri in virtù del Battesimo, la collegialità e la sinodalità come principi-motori della sua vita, la partecipazione di tutti i fedeli alla sua missione, le forme concrete di cooperazione vissuta, sono una scuola “alta” per  la democrazia terrena.
Parlare di democrazia è quindi opportuno, soprattutto in relazione a questo nostro tempo.
C’è oggi una crisi evidente della democrazia rappresentativa: è venuto meno il rapporto tra società e istituzioni, fino a due decenni fa mediato dai grandi partiti di massa. È crollata la credibilità dei partiti, scomparse la militanza e la passione che animavano la loro vita interna e, con esse, la partecipazione dei cittadini nella vita politica, poiché democrazia e partecipazione hanno un legame intrinseco.
Da anni la partecipazione dei cittadini ai momenti elettorali è in forte calo. Quelli che si autoescludono sono soprattutto coloro che sono lasciati ai margini da un punto di vista sociale e che per questo non hanno più fiducia nelle istituzioni.
La democrazia non si riduce a un sistema di governo o di elezione dei rappresentanti in un parlamento, perché è anzitutto una forma di vita e di convivenza nella quale è prioritaria la dignità di ciascuno e di tutti: lo dice bene il Magistero sociale della Chiesa quando descrive i principi di solidarietà, sussidiarietà e responsabilità ai quali si ispirano le democrazie moderne.
Il Progetto culturale diocesano, accogliendo la riflessione del Consiglio Pastorale, sta dando vita in questo anno, ad un ciclo di conferenze, “La città che ci sta a cuore”, giunto al terzo appuntamento: “Cittadinanza attiva: i modelli di democrazia e partecipazione oggi” è il titolo della conferenza, che si terrà a Rimini, al Teatro degli Atti, il 13 gennaio prossimo, alle 21, organizzata e promossa dall’Azione Cattolica diocesana, dall’Associazione Meeting e dal Centro culturale Il Portico del Vasaio. La molteplicità dei soggetti organizzatori vuole essere segno di impegno cristiano comune nella vita e per la vita della città.
Guiderà la riflessione il professor Fabio Bordignon,  che insegna Metodologia della ricerca sociale e politica presso l’Università degli Studi di Urbino ”Carlo Bo”. La sua attività di ricerca riguarda temi quali la partecipazione politica e rapporto tra cittadini ed  istituzioni. Fa parte del gruppo di ricerca LaPolis – Laboratorio di Studi Politici e Sociali dell’Università di Urbino – per il quale coordina le attività dell’Osservatorio elettorale.
Il tema della cittadinanza attiva si trova in una collocazione centrale, quasi come motivazione di tutto il percorso, tra i diversi focus concettuali già trattati, dedicati a politiche familiari e promozione della vita, immigrazione e cultura dell’incontro ed i prossimi, su visione della donna e prostituzione ed economia civile e democrazia. Per l’evento finale si è scelto l’argomento  delle periferie, con la sfida di vita e bellezza che nella città esse rappresentano.
Tra gli auspici formulati dal Progetto culturale c’è innanzitutto aprire spazi di riflessione ed offrire strumenti di conoscenza, per una partecipazione cristiana e consapevole alla vita della società civile ed all’impegno politico.
L’Azione Cattolica si riconosce in questi obiettivi, volti a formare coscienze forti e libere  di laici, corresponsabili non solo della vita della Chiesa, ma del mondo in cui vivono, secondo il magistero conciliare, non ancora del tutto compreso e concretamente tradotto.
Per la nostra Associazione questo è un periodo molto opportuno per riflettere su partecipazione ed esercizio democratico: siamo nella stagione delle assemblee parrocchiali, abbiamo vissuto l’esperienza arricchente di quelle zonali ed il 12 febbraio si terrà l’assemblea diocesana programmatica ed elettiva. La presidenza nazionale stessa invita ad una riflessione “allargata” ed estesa alla città, come integrazione ed arricchimento del cammino assembleare, ma è certo che tutti noi abbiamo bisogno di richiamarci il valore di questa scelta, non solo come appuntamento istituzionale, ma espressione di ciò che ci educhiamo e ci impegniamo ad essere.

Mirna Ambrogiani,
Presidente diocesano