Home Ponte Giovani “CERCAMI”, LA MAPPA DELLE CHIESE D’ITALIA… IN UNA APP

“CERCAMI”, LA MAPPA DELLE CHIESE D’ITALIA… IN UNA APP

Nata da un’idea del giovane riccionese Antonio di Fuccia, l’applicazione per smartphone ha l’obiettivo di fornire tutte le informazioni sulle parrocchie d’Italia, sia dal punto di vista delle funzioni sia del patrimonio artistico e culturale

Vi è mai capitato di trovarvi in vacanza durante il fine settimana e, cercando una chiesa nelle vicinanze per partecipare alla messa, di far fatica a reperire gli orari delle celebrazioni? Oppure di visitare una piccola cappella in periferia con un crocifisso o un quadro che vi colpiscono artisticamente senza però riuscire almeno nell’immediato ad ottenere maggiori informazioni sull’opera ed il suo autore?
Proprio per far fronte a questo tipo di esigenze nasce, da un’idea di Antonio Di Fuccia, riccionese classe 1996, l’applicazione Cercami, progetto per dispositivi mobile che ha l’obiettivo di creare una mappa sempre più completa delle infrastrutture ecclesiastiche d’Italia e di rendere finalmente disponibile, accessibile ed immediata tutta quella serie di informazioni che potrebbero tornare utili a chi frequenta o visita una parrocchia, ma che spesso sono più complesse da rinvenire di quanto ci si possa immaginare. Ma come è possibile raccogliere e catalogare dati sulle innumerevoli chiese sparse in tutta Italia? Si fa affidamento sugli utenti: qualsiasi utilizzatore dell’app può marcare una parrocchia sulla mappa e registrare i servizi che essa offre, per rendere fruibili a tutti le informazioni creando uno scambio di conoscenze reciproco e proficuo. È lo stesso ideatore a raccontarci il progetto.

Antonio, da dove è scaturita l’idea di creare Cercami e quali sono le ragioni che ti hanno spinto a lanciarti in questo progetto?
“Tutto è nato in primis da un’esigenza personale sperimentata durante i frequenti viaggi e trasferimenti che, in quanto militare, sono tenuto ad affrontare. Dati gli orari spesso proibitivi sia del mio lavoro sia di quello della mia ragazza, che è medico, non sempre è stato facile ritagliarsi quell’oretta domenicale per partecipare alla funzione, e trovare una chiesa disponibile nelle vicinanze in molte occasioni è stata addirittura la parte più difficile: è capitato che in certe occasioni non ci fosse alcun tipo di orario specificato appeso in bacheca o rintracciabile su internet, oppure che a causa di circostanze particolari la messa fosse stata annullata senza alcuna possibilità di venirlo a sapere se non constatandolo di persona quando ormai era troppo tardi. È così che mi è venuto in mente l’idea del progetto, a cui il pubblico stesso può contribuire. Del resto, gli usi e le utilità di un mezzo del genere sono davvero infiniti, non solo può diventare una valida risorsa per chi frequenta abitualmente una particolare parrocchia, ma anche per chi viaggia e visita le chiese: sappiamo tutti come il turismo ecclesiastico sia un mercato enorme per il nostro paese, ed avere la possibilità di conoscere la storia di una piccola chiesa o i servizi che offre potendoli reperire con tale facilità può fare davvero la differenza. Un altro motivo per cui credo così tanto in questa iniziativa è che essa si è rivelata un modo molto personale di riavvicinarmi alla Chiesa, con la quale negli anni ho avuto un rapporto un po’ di tira e molla, e tra le ragioni che mi spingono a spendermi su questo progetto c’è decisamente anche questo fattore”.

Il tutto attraverso un metodo che coinvolge direttamente gli utenti, che possono contribuire direttamente

Come da pura fantasia il progetto ha iniziato a prendere forma?
“Non avendo alcuna competenza nel campo della programmazione, quello che potevo fare era semplicemente segnarmi i princìpi e le funzionalità fondamentali che volevo che avesse, e che ancora oggi sono un po’ i pilastri cruciali su cui si basa e si imposta tutto lo sviluppo. Ciò che ha reso possibile l’inizio della realizzazione vera e propria è stato l’incontro con il mio socio, Michael Desandre, un collega dell’Aeronautica statunitense che ho conosciuto in Italia. Nel conoscerci meglio è venuto fuori anche un discorso sulla Chiesa. Io gli ho parlato del mio progetto e lui mi ha raccontato di essere molto credente e di avere addirittura una laurea in Teologia! Appena finito di parlarne, Mike ha ricevuto una telefonata dalla sua ragazza, da poco trasferitasi anche lei in Italia, che gli chiedeva se esistesse un’app del tutto simile a come io avevo immaginato la mia che le potesse essere comoda durante la sua permanenza nel nostro Paese. Lui lo ha interpretato come un segno e mi ha proposto di diventare soci nello sviluppo dell’applicazione, e così è iniziata l’avventura: abbiamo trovato un team di esperti che sotto le nostre direttive ha condotto il progetto fino alla fase beta in cui si trova ora, che vede implementate tutte le funzioni principali. Ora sarebbe il momento del decollo vero e proprio, in cui bisogna far conoscere l’app a sempre più persone”.

Come avete fatto a rimediare finanziamenti per la prima fase del progetto?
“Abbiamo iniziato facendo i primi investimenti di tasca nostra, per creare un prodotto minimo ma in grado di mostrare a pieno la direzione del nostro progetto, il che ci ha richiesto dei sacrifici ma ha portato alla realizzazione di un primo risultato soddisfacente. Ora la sfida è trovare altre sovvenzioni, che rientra nei compiti di gestione e di ricerca di sponsor di cui mi occupo soprattutto io. Ho avuto recentemente un contatto con un investitore, abbiamo lanciato una campagna su Gofundme (https://www.gofundme.com/f/sostieni-ed-aiuta-a-far-conoscere-cercami-la-tua-chiesa-on) e l’obiettivo principale rimane far conoscere sempre di più e sempre a più persone il progetto, che del resto si basa e confida interamente sulla condivisione della comunità”.

Ora, quindi, la palla è nelle mani dell’utenza.

“Decisamente. E potrebbe sembrare un’impresa titanica, soprattutto considerando la limitata portata attuale del servizio, ma basterebbe davvero che anche meno dell’1% dei parrocchiani di tutta Italia si prendesse l’impegno di ‘censire’ e tenere aggiornata la propria parrocchia affinché la copertura del territorio offerta raggiunga un’estensione ad ora inimmaginabile. In un certo senso, considerato quanto questo progetto fa affidamento sulla condivisione, possiamo dire che si appoggi su quelli che per me in fin dei conti sono i fondamenti della cristianità: l’essere attivi e presenti nella propria vita e in quella degli altri, saper essere grati e consapevoli di ciò che abbiamo ogni giorno e ricordarsi della grande potenza dell’amore, senza chiudersi nella propria comunità, ma ampliando gli orizzonti anche alle realtà che ci stanno attorno”.

Andrea Pasini