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Borghi, quest’anno niente Bustrengh

Dopo 45 edizioni, Borghi, quest’anno, non vedrà andare in scena la «Sagra del «Bustrengh». Lo ha reso noto il comitato che l’organizzava insieme alla ProLoco e con il patrocinio del Comune. Una prelibatezza unica nel suo genere che ha sempre attirato centinaia di persone. Le motivazioni le spiegano i cinque componenti del comitato stesso: Alessandro Malpezzi, Eros Piscaglia, Otello Canducci, Massimo Giuliani e Massimo Amati.
“Abbiamo deciso di non organizzare la sagra perché siamo rimasti in cinque e non ce la facciamo a preparare e a gestire tutto. Per muovere una macchina come questa serve un gruppo di almeno dieci, quindici persone. Molti hanno lasciato perché non hanno tempo necessario da dedicare. Siamo consapevoli che molti resteranno male, ma a noi piacciono le cose fatte bene. Non ce la siamo sentiti di fare una sagra rimediata, perchè siamo sempre stati abituati a dare il massimo alle migliaia di persone che sono venute a Borghi”.
I cinque, però, sono determinati a non volere fare finire un pezzo di storia che ha caratterizzato Borghi negli ultimi 45 anni.
“Alla fine della prossima estate cominceremo a ricostruire un nuovo comitato per far sì che la sagra torni l’anno prossimo ancora più grande di prima. Abbiamo spiegato la situazione al sindaco, al suo vice e agli assessori: tutti si sono detti dispiaciuti e ci hanno chiesto di non mollare e di riprovarci di nuovo l’anno prossimo perché saranno pronti a fare la loro parte”.
Le origini della «Sagra del Bustrengh», una delle più strane e curiose d’Italia, dovrebbero risalire al 1459 quando Pandolfo Malatesta, signore di Rimini, fece visita alla consorte Isotta Degli Atti, alla quale aveva dato in feudo il castello. All’inizio del secolo scorso il Bustrengh si faceva al sabato con gli avanzi delle pietanze della settimana, gelosamente custoditi dalle donne di casa. Per cuocerlo si usavano i forni dei gessaioli di Tribola, frazione di Borghi, accesi 24 ore su 24, dove venivano cotti i sassi, trasformati in gesso. Poi la guerra, le sagre dimenticate, la ricostruzione, la riscoperta delle antiche tradizioni. Il Bustrengh è rinato nel 1973 ed è una vera e propria leccornia. Il segreto? Non avere rivelato mai la ricetta originale. Sappiamo che è fatto di 32 ingredienti, oggi tutti di prima qualità e non avanzi come un tempo. Se ne conoscono una ventina. Per questo chi lo assaggia cerca di farlo uguale, ma non ci riesce. L’originale è solo quello di Borghi.

Pagina a cura di Ermanno Pasolini