La complessità delle procedure di spesa, tra gare, appalti controlli, e tutti gli altri adempimenti, accumulano ritardi e rinvii
Ogni anno l’appuntamento degli amministratori locali, alle prese con la predisposizione dei bilanci preventivi, si fa sempre più difficile. Infatti da diverso tempo i trasferimenti dello Stato ai Comuni, soprattutto ai piccoli Comuni, si riducono. Una ventata di ossigeno l’ha senza dubbio portata il Pnrr, il quale però è in fase di conclusione e il prossimo anno uscirà completamente di scena. Già dal 2024 è arrivata la fine dell’assegnazione dei fondi per le “piccole opere”, stabiliti dalla legge 160/2019 e non sono stati neppure assegnati i fondi previsti per il 2025 in sostituzione di quelli abrogati.
Il rischio concreto è che gli enti più piccoli, spesso già in difficoltà, debbano ricorrere al debito per garantire la realizzazione delle opere pubbliche necessarie, aggravando ulteriormente la loro situazione finanziaria.
In prospettiva la situazione non sembra migliorare, infatti, il finanziamento per i contributi alle opere pubbliche a favore delle Regioni, destinato almeno al 70% ai Comuni, sarà eliminato per il periodo 2027-2034, compreso il fondo per la rigenerazione urbana.
Il Comune di Rimini
Il Comune di Rimini nell’ultimo triennio ha proseguito nell’attuazione di alcune linee di indirizzo strategico di mandato: da un lato la riduzione del debito, dall’altro gli investimenti per la realizzazione delle opere pubbliche ritenute prioritarie per il miglioramento della città. Questo nonostante che il quadro economico generale comporti un progressivo e costante incremento della spesa, in particolare per le voci che riguardano il costo dell’energia, del personale, dell’acquisto di alcuni beni e servizi. Nel 2025 il debito sarà di circa 48 milioni di euro, con una riduzione di 25 milioni rispetto al 2021. La spesa in parte corrente sia attesta sui 211 milioni, in linea con quella dell’anno precedente. Gli investimenti sia per il 2024 sia per il 2025 si attestano intorno ai 90 milioni di euro e riguardano i lavori alla Colonia ex Enel, interventi per le mense scolastiche, anche con fondi Pnrr, manutenzione straordinaria per le scuole elementari, pubblica illuminazione, verde pubblico e riqualificazione delle banchine del Ponte di Tiberio. Va segnalato che rimangono invariate Imu, imposta sugli immobili, e Tari, la tassa sulla raccolta rifiuti. Anche l’imposta di soggiorno che genera un gettito di 13,7 milioni rimarrà invariata.
Infine, è da segnalare lo stanziamento di 4,5 milioni per l’emergenza abitativa che si suddivide in vari capitoli di assistenza, dal fondo per gli inquilini morosi al fondo sociale per gli affitti, ma rimane ancora troppo poco per risolvere il problema della casa. Ci vorrebbe un piano nazionale di cui però non c’è traccia.
Il Comune di Riccione
Il bilancio del Comune di Riccione che ammonta a circa 190 milioni di euro per il 2025 prevede investimenti in conto capitale per 30 milioni, senza alcun aumento delle imposte, anzi è prevista una riduzione della tassa per la raccolta rifiuti pari al 5,3%. La principale opera pubblica è il rifacimento del ponte sul torrente Marano. Altri interventi riguardano le scuole, spazi pubblici, sicurezza e mobilità. Il 2024 è stato il primo anno della legislatura in cui l’Amministrazione comunale ha operato per dodici mesi consecutivi, nel 2022 l’Amministrazione era entrata in carica in giugno, ma nel 2023 per cinque mesi, c’è stato il commissariamento. L’Amministrazione rileva che nel 2024 sono stati spesi 17,2 milioni di euro in conto capitale, il valore più alto degli ultimi dieci anni, destinati a interventi concreti e visibili: completamento del primo stralcio di viale Ceccarini e avvio del secondo, riqualificazione del Lungomare Sud, interventi sulla viabilità e sulla sicurezza stradale, investimenti su scuole, impianti sportivi, infrastrutture e decoro urbano.
Piccoli enti: il rischio è che si debba ricorrere al debito per completare le opere pubbliche
Il Comune di Novafeltria
Infine, prendendo in considerazione il bilancio di un comune più piccolo e più periferico come Novafeltria, si nota soprattutto una sostanziale stabilità delle previsioni di spesa, almeno prendendo in considerazione il triennio dal 2023 al 2025. Fanno eccezione solo le spese riguardanti l’ufficio tecnico che passa dai 245.000 euro del 2023 ai 225.000 del 2025, ma se si prende a riferimento il 2022 la diminuzione è più alta perché in quell’anno c’erano a disposizione 329.000 euro, forse dovuti a qualche esigenza particolare.
Quelle somme a disposizione
Questa analisi, seppure parziale, di alcuni bilanci comunali non sarebbe completa se non evidenziasse un dato. I bilanci consuntivi dei comuni si concludono troppo spesso con un avanzo di gestione significativo. Ad esempio per il Comune di Rimini nel 2024 è stato di 21 milioni e per Riccione di 3,4 milioni. Vuol dire che spesso, forse troppo spesso, gli enti non sono in grado di spendere quanto hanno previsto, lasciando così immobilizzate delle somme che hanno a disposizione. Questo, in parte, è dovuto alla complessità delle procedure di spesa, tra gare, appalti controlli, e tutti gli altri adempimenti si accumulano ritardi e rinvii, ma a volte sono le stesse amministrazioni ad avere difficoltà operative interne. Una maggiore attenzione ad evitare queste criticità sarebbe davvero auspicabile. Se quelle opere sono state messe in bilancio vuol dire che erano necessarie, rinviarle non è sintomo di buona gestione.
Alberto Rossini

