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Biancorossi: partenza tutta in salita

Estate 2006. Agosto. Mese caldo, caldissimo per il mondo del calcio. Calciopoli è un fiume in piena che sta travolgendo tutto e tutti. Partite truccate, arbitri corrotti, giocatori pronti a calpestare la propria dignità, l’etica sportiva che si va a far benedire, le regole girate a proprio piacimento. Insomma, uno schifo. “Ma da adesso in avanti cambierà tutto”, dicevano i santoni del tempo. “Da adesso in avanti chi sbaglierà pagherà e tra le società ci sarà una sorta di patto”. Estate 2008. Agosto. Ventiquattro mesi dopo. Guardi nel cestino e lo vedi pieno delle belle proposte, dei bei proclami di due stagioni prima. Tutti (o quasi) cancellati. Perché il mondo del calcio è così, la grande Mina avrebbe cantato che è un mondo di “Parole, parole, parole…”. Un mondo che assomiglia tragicamente alla politica, dove nelle adunate pre-elettorali piovono promesse che puntualmente finiscono nel dimenticatoio una volta avuto il potere (e sia chiaro, qui destra e sinistra non fanno differenza). Ma del resto cosa vuoi pretendere da un “gioco” dove il presidente di Lega, ossia colui che dovrebbe proteggere i tuoi interessi, viene sfiduciato da ben 22 società eppure lo vedi lì, bello, pacioccoso a ridere e scherzare come se nulla fosse? In qualsiasi altro campo, avrebbe preso le sue valigine e avrebbe tolto il disturbo. Invece lui no, lui è ancora al suo posto. E così l’Avellino, squadra che per regolamento non si sarebbe potuta iscrivere a nessun campionato perché ha delle pendenze aperte, non solo giocherà tra i professionisti, ma addirittura in serie B. E cosa dire delle società di serie A che vogliono lasciare come mutualità a quelle di B la pochezza di 65 milioni di euro da dividere tra 22 società? E questo sarebbe il mondo cambiato? No. È sempre il solito mondo del calcio dove chi ha il potere può fare quello che vuole. Con un risultato, che anche quest’anno il torneo cadetto non si sa quando inizierà. Perché questa volta i presidenti sono tutti uniti: “Il nostro prossimo passo – ha spiegato Maurizio Stirpe, presidente del Frosinone e portavoce dei club di B – è di non giocare. Matarrese è stato sfiduciato dalle 22 società della serie cadetta, ma evidentemente le 20 squadre di A dalla sua parte contano di più”. Per fortuna che in mezzo a questo pianto c’è il Rimini di Elvio Selighini. Un super Rimini. Capace di rifilare quattro reti in 46 minuti alla Lazio, capace di far stropicciare gli occhi ai tanti tifosi saliti fino a San Vigilio e a mettere, una volta tanto, d’accordo tutti gli addetti ai lavori. Un Rimini che sta scoprendo un Docente mai visto così, dove il centrocampo si sta dimostrando tra i più forti della cadetteria, dove il divertimento sembra il nuovo verbo vincente. Un Rimini che dopo l’amichevole con il Padova tornerà a casa sabato 2 agosto per presentarsi per la prima volta davanti ai suoi tifosi il 7 agosto, alle 17, quando a Savignano affronterà la Savignanese per il Memorial Bellavista. Tre giorni e il 10 nuovo impegno, questa volta a Santarcangelo (20.45) per poi fare il proprio esordio al “Neri” il 13 agosto, alle 21, contro il Bologna dell’ex Valiani. Un Rimini che nel frattempo ha inserito due nuovi petali alla propria rosa: il portiere Federico Agliardi e l’attaccante bolognese Giacomo Cipriani. Adesso non rimane altro che coltivare quel sogno che il grande Bellavista voleva centrare a tutti i costi. I presupposti ci sono tutti.

Francesco Barone