Home Editoriale Basta populismi, più società

Basta populismi, più società

I Fondi nazionali per gli interventi sociali hanno perso negli ultimi cinque anni il 75 per cento delle risorse complessivamente stanziate dallo Stato. Il Fondo per le politiche sociali – che costituisce la principale fonte di finanziamento statale degli interventi di assistenza alle persone e alle famiglie – ha subìto la decurtazione ancor più significativa, passando da una dotazione di 923,3 milioni di euro a quella di 69,95 milioni.
È quanto emerge da un’indagine dello Spi-Cgil sul welfare nel nostro paese. Il Fondo per la non autosufficienza, la cui dotazione finanziaria nel 2010 era di 400 milioni di euro, invece è stato del tutto eliminato dal governo Berlusconi e non è stato rifinanziato dal governo Monti nonostante le reiterate promesse in tal senso. Ulteriori decurtazioni di risorse sono state apportate al Fondo per le politiche della famiglia (da 185,3 milioni a 31,99 milioni) e a quello per le politiche giovanili (da 94,1 milioni a 8,18 milioni).
È l’ennesima conferma che la spending reviewla stanno pagando soprattutto i poveri, i non garantiti, chi non ha voce e potere.
Come cristiani, non possiamo non ricordare, parola di Concilio, la scelta dei poveri, degli ultimi, di chi è ai margini del benessere, oggi, giovani e donne.
Il teatrino delle elezioni ci propone chiacchiere e insulti, dichiarazioni puntualmente smentite il giorno dopo, battutacce alla Grillo, ma poco o nulla che riguardi la vita concreta, quotidiana, della gente comune.
Abbiamo bisogno invece di politici che tornino a parlare della vita, dei problemi, non nell’ottica di un potere o dell’altro, ma del bene comune, che inizia dal garantire per tutti i diritti fondamentali della Costituzione, le realtà primarie della vita, come il lavoro, la famiglia, la pace, la libertà.
Il Paese sano – ha detto il cardinal Angelo Bagnasco inaugurando i lavori del Consiglio Permanente della Cei – è stanco di populismi e reticenze di qualunque provenienza e comunque vestiti”, e “la gente vuole che la politica cessi di essere una via indecorosa per l’arricchimento personale”. “Per questo s’impone un potere disciplinare affidabile e una regolazione rigorosa affinché il malcostume della corruzione sia sventato”.
Tanti saranno i volti nuovi nei diversi schieramenti che “saliranno” in politica. L’augurio è che inaugurino una nuova stagione, un nuovo protagonismo civile fatto di responsabilità, sobrietà, equità e solidarietà. Sarà la volta buona?