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Auguri scomodi

Dedicato ai tanti, anzi troppi! crocifissi di oggi: creaturine abortite, ragazzine kamikaze, ragazzini soldato, anziani stanchi di vivere, giovani indignati, adulti rassegnati, donne violentate, omosessuali derisi, carcerati depressi, senzatetto avviliti, immigrati scaricati, cristiani perseguitati… Dedicato alle vittime della tratta, del commercio di organi, del terrorismo fondamentalista, di una usura soffocante, di una ottusa burocrazia, di una corruzione ripugnante… Quanti poveri crocifissi sui nostri calvari!
Eppure noi cristiani osiamo parlare di risurrezione, il big-bang più potente della storia. Se il primo big-bang, quello della creazione, ha marcato il passaggio dal non essere all’essere, quello della risurrezione di Gesù ha registrato il passaggio dalla morte alla vita, dal non-esserci-più al suo esserci-di-nuovo. E per sempre. Non è avvenuto infatti come per Lazzaro, il cui cadavere è stato rianimato dallo stesso Gesù per un supplemento di vita terrena, fino alla sua fine definitiva. In due parole: Lazzaro, dopo essere uscito vivo dal sepolcro, è tornato ad essere un… “essere-per-la-morte”. Ma per Gesù c’è infinitamente di più: la sua risurrezione non è semplicemente un esserci-di-nuovo, ma un nuovo essere. Dire che Gesù è risorto è dire pari pari che è vivo oggi: personalmente, corporalmente, attualmente vivo, cosa che non si può dire di Lazzaro e neanche di Francesco d’Assisi. E se Gesù è vivo oggi, allora è nostro contemporaneo. E se è nostro contemporaneo, allora lo possiamo incontrare.
Ma non incontreremo mai il Risorto se prima non avremo incontrato il Crocifisso che agonizza in incognito nei tanti, troppi crocifissi della storia. Se non abbiamo riconosciuto Gesù nella loro carne martoriata, non possiamo aiutare questi fratelli e sorelle a ’rivivere’, e quindi non potremo un giorno sentirci dire dal Risorto: “Ero crocifisso, e tu mi hai aiutato a risorgere”.
Ma davvero noi possiamo aiutare a risorgere i crocifissi che intercettiamo sulla interminabile Via Crucis del mondo? Ebbene sì, abbiamo questo incredibile potere, e quindi dobbiamo assumerci questa tremenda responsabilità. Ma potremo risorgere noi stessi e potremo risuscitare altri se avremo inchiodato sulla croce il nostro io violento e vorace. Altrimenti prima o poi ci inchioderemo qualche altro…
Buona Pasqua di risurrezione e di vita nuova, per noi e per i tanti, troppi crocifissi di Rimini e del mondo!

mons. Francesco Lambiasi