Andrea Gnassi è il nuovo sindaco

    Rimini ha scelto. A guidarla, per i prossimi cinque anni, sarà Andrea Gnassi. L’esponente del centrosinistra ha vinto con il 53.47% delle preferenze contro il 46.53% del suo avversario, Gioenzo Renzi. 36.335 voti il primo, 31.623 il secondo. Ossia, quasi 5mila “ics” in più.

    L’allergia alle urne
    Confermata anche l’allergia dei riminesi al ballottaggio. Almeno in questi ultimi anni. Tra domenica e lunedì, infatti, si sono recati alle urne 69.537 aventi diritti al voto, il che significa che in “cabina” è andato solo il 61%. Sempre meglio dell’ultimo ballottaggio che nel 2009 vedeva da una parte Marco Lombardi e dall’altra Stefano Vitali. In ballo, la poltrona di presidente della Provincia. Alle urne andò il 51.26%, vale a dire poco più della metà. Alla fine vinse Vitali (centrosinistra) con un 51.09%. Un’affluenza che fa impallidire se messa a confronto con quella del 2001 quando al ballottaggio arrivarono Alberto Ravaioli (centrosinistra) e Gianluca Spigolon (centrodestra). In quel maggio di due lustri fa si recarono alle urne ben il 72.31% dei riminesi con il medico prestato alla politica che s’impose con il 52.45% di preferenze. Due anni prima, invece, sempre Ravaioli trionfò al ballottaggio (dall’altra parte c’era Mario Gentilini) con il 51.22% e in quell’occasione l’affluenza fu del 55.51%. Nel 2006, invece, non ci fu il secondo turno perché s’impose subito Ravaioli (51.09% di preferenze) con un’affluenza che toccò il 65.5%.
    Tutti dati che dimostrano come la vittoria di Andrea Gnassi sia una vittoria importante, netta, che rafforza il centrosinistra: la percentuale con cui è salito a Palazzo Garampi del resto è la più alta delle ultime cinque tornate elettorali. Un Gnassi che appena ha avuto la conferma di essere il nuovo sindaco di Rimini, è corso dalla mamma sulla cui tomba ha posato un fiore. Poi si è trasferito in piazza per godersi la vittoria e indossare la maglietta celebrativa Gnassi European Tour 2011 con sul davanti scritto da Friburgo a San Salvatore, passando per Stoccolma e Miramare, mentre alle spalle capeggiava solo la scritta sindaco.

    La felicità del vincitore
    “Sono momenti incredibili. Momenti che restano dentro per sempre – sottolinea il nuovo primo cittadino – e di tutto questo ringrazio Rimini, ringrazio la Rimini per bene, che durante questi lunghi mesi mi ha sostenuto e incoraggiato a portare avanti un proposta innovativa per la città. Nelle prossime ore sarò forse più lucido nel valutare appieno cosa è accaduto, ma adesso sono felice di essere sballottato in questo vortice di emozioni, fatto di complimenti, di sorrisi, di incoraggiamenti e soprattutto di tanta fiducia. Sì, la maggioranza dei riminesi mi ha dato una grande responsabilità, la maggioranza dei riminesi ha voluto aprire un credito nei miei confronti e adesso sento tutta la responsabilità di questo. Ho già iniziato a lavorare per concretizzare quella proposta di cambiamento che è stata il cardine di questo successo. Non sarò un uomo solo al comando. Non mi chiuderò in ufficio pensando di cambiare le sorti del mondo, aprirò una fase nuova insieme alla città. Adesso, con mille pensieri, mille sensazioni che mi avvolgono, torno a festeggiare dopo una campagna così dura e complessa. Grazie a tutti”.
    Adesso, però, c’è da mettersi al lavoro. E sul da farsi Gnassi ha le idee molto chiare.
    “Una città come Rimini deve rimettere al centro la coesione sociale. Non può più essere la Rimini della diffidenza, dei rancori, degli insulti: c’è anche uno stile con cui si vincono e si perdono le elezioni. Adesso non ci deve più essere l’io ma il noi. C’è bisogno di unità, dovremo essere bravi e umili. Vorrei tanto che i riminesi sentissero proprio questa magnifica città”.

    La rabbia dello sconfitto
    Dalla gioia del vincitore, allo sconforto di Gioenzo Renzi.
    “Più che amareggiato sono arrabbiato con i riminesi, soprattutto con chi abita nelle periferie. In questa campagna elettorale mi hanno contattato, mi hanno chiesto un aiuto e poi, al momento di aiutarsi loro in prima persona, hanno ceduto al clientelismo da partito. La città, il centro, la Marina ha chiaramente chiesto un cambiamento e io lotterò per tutte queste persone che mi hanno sostenuto. Gnassi? Non ha vinto lui, ma chi gli sta alle spalle, vale a dire Maurizio Melucci. Rimini, i riminesi indecisi, hanno perso una grande opportunità per cambiare una dittatura che dura da più di 60 anni”.
    E adesso tutti al lavoro. Il tempo dei proclami è finito. Rimini aspetta.

    Francesco Barone