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Allarme futuro prossimo

E così Rimini si sveglia all’improvviso. Più povera. La capitale del turismo europeo, con il più bel Palazzo dei congressi d’Italia ed una Fiera di qualità tedesca, si è ritrovata all’improvviso ad elemosinare qualche treno veloce e a chiedere alle stelle cosa sarà di un aeroporto dal grande passato remoto, un fallimentare presente ed un futuro zeppo di carte bollate.
Che cos’è accaduto ce lo stanno raccontando cronache quotidiane che prospettano, se non ci sarà una seria inversione di tendenza, un futuro molto più nero di quel che la crisi economica ci ha regalato finora.
La speranza è che la vicenda aeroporto abbia sortito l’effetto di una secchiata d’acqua gelata, per scuotere l’ex bella addormentata.
L’unico aspetto positivo è che per la prima volta Rimini si è ritrovata apparentemente unita nel porre – ahime! – ormai solo le pezze ad una situazione che le era, per quel che dice la sentenza dei giudici, definitivamente sfuggita di mano.
All’improvviso è stato chiaro quel che è ovvio, cioè che senza collegamenti importanti non c’è futuro. Le strutture belle, bellissime di oggi rischiano di diventare cattedrali nel deserto.
Ma la decadenza della città e del suo territorio pare solo all’inizio. Lo sport era stato il primo segnale d’allarme. Calcio, basket, pallamano e pallavolo, solo pochi anni fa biglietto da visita di una città turistica, ridotte a dimensioni amatoriali. Ma il brutto arriva a catena. Dopo la questione Aeroporto, Rimini perde quest’anno la sede dell’Ausl, presto se ne andrà la Provincia e con essa rischia di trascinarsi dietro la Prefettura e forse anche la Questura e/o il Questore. Con una Regione che sembra essere sempre più lontana, ben oltre i 100 Km che ci separano.
Due le strade davanti a noi: continuare a litigare e alla fine ritrovarci con le macerie del vecchio e caro (solo nell’immaginario) Borgo degli anni ’50, oppure mettersi a lavorare insieme, cercando un bene che vada oltre il singolo interesse personale, e che doni un futuro a questo territorio e ai suoi abitanti. Per i riminesi, così malati di protagonismo individualistico, può sembrare un’impresa titanica, ma o si fa corpo insieme o finiremo stritolati da chi si è fatto furbo e litiga solo sui giornali locali, ma è ben coeso quando si tratta di interesse comune. Ognuno però ha il peso di una classe politica che si merita.

Giovanni Tonelli