Il titolo di “beato” gli fu dato dal fervore religioso dei fedeli riccionesi e dalla narrazione di fatti straordinari legati alla sua vita.
Alessio Monaldi apparteneva ad una famiglia di agricoltori che coltivavano i campi presso la vecchia parrocchia di San Martino in Arcione. Alessio al lavoro dei campi preferiva pascolare le pecore e percorreva la compagna anche lontano da casa. Dicono che fosse un giovane mite, molto caritatevole e molto devoto. Morì all’età di soli trent’anni il 2 maggio del 1503. Il suo nome venne dimenticato da molti, ma restava il ricordo di fatti straordinari.
Alcuni nonni raccontarono che i loro nonni avevano raccontato di fatti prodigiosi compiuti da lui: l’improvvisa sistemazione dei campi di un vicino devastati dai suoi buoi lasciati incustoditi; la preservazione di un suo carro, abbandonato nel torrente Marano, mentre la fiumana travolgeva altri carri; ma soprattutto una fonte d’acqua fatta scaturire miracolosamente dal terreno per ristorare dei pellegrini assetati ed esausti: il fatto straordinario fu che Alessio la fece scaturire solo perforando il terreno col suo bastone da pastore. Di questo fatto resta testimonianza una fonte che continua ancora a gettare acqua.
Questi fatti clamorosi indussero le autorità ecclesiastiche a riesumare il suo corpo e a suo tempo qualcuno scrisse: “Molti anni giacque la di lui memoria finché discopertosi il suo corpo tutto incorrotto e odoroso e, concorsovi gran numero di popolo per ammirare il venerabile prodigio, fu risoluto di esporlo alla pubblica adorazione e la sua urna fu esposta nella vecchia chiesa di San Martino in Arcione”. Allora si gridò al miracolo e i fedeli iniziarono a venerarlo e a chiedergli delle grazie.
In seguito la sua urna fu traslata nella chiesa di San Martino che sorse sulla via Flaminia, nel tratto che attraversava la zona della borgata di Riccione. In questa chiesa ebbe una cappella dedicata a lui, decorata con un dipinto che lo raffigura nell’atto prodigioso della sorgente d’acqua che scaturisce dal terreno. Nella cappella si trovavano affissi alcuni “ex voto” che stavano a testimoniare le grazie ricevute per la sua intercessione. La tradizione popolare parla di cose straordinarie come guarigioni di casi disperati e del positivo superamento di calamità naturali avvenute dopo devote preghiere rivolte a lui. Le più clamorose furono: una fortunata bonaccia subentrata ad una furiosa tempesta marina, che permise di mettersi in salvo ad alcuni pescatori travolti da quella bufera; la dissoluzione improvvisa di una terribile prolificazione di alghe, una mucillagine che aveva invaso tutta la nostra costa, che avvenne dopo una processione svoltasi lungo tutta la spiaggia e dedicata a lui.
La prima domenica dopo la festa di Pasqua il corpo del Beato Alessio viene portato in processione nella nuova chiesa di San Martino e i fedeli lo onorano con le loro preghiere compiendo devotamente tre giri intorno alla sua urna. Alessio non fu canonizzato ufficialmente, ma la devozione dei fedeli lo ha eletto “beato” a clamor di popolo e i riccionesi continuano ad onorarlo come loro protettore.
Mirella Vandi