Home Attualita Al villaggio c’è una casa per nonni e nipoti

Al villaggio c’è una casa per nonni e nipoti

Un po’ di Storia…

Il racconto che segue, circa la storia di “Casa Paola” non potrà mai esaurire tutti i passaggi avvenuti per questa bella vicenda che ha coinvolto la nostra Comunità Parrocchiale ormai da anni.

La storia ha inizio con il signor Paolo Gianessi, un caro amico, che ha voluto donare una cospicua somma di denaro per la costruzione di quest’opera.

Così Paolo ha motivato il suo gesto di generosità: “ Il sogno di una struttura da destinare ai “bisognosi” iniziò circa 20 anni fa di ritorno da Milano con mia moglie Paola. Avevamo fatto visita ad una nostra amica gravemente ammalata.

Poi Paola stessa morì a causa di una grave malattia e io, rimasto solo, cominciai a pensare come concretizzare quell’idea. Ne parlai a don Tarcisio: costruiamo una casa per anziani soli, per ragazze madri, per famiglie in difficoltà. A questa proposta il don rimase molto scettico…ma da “saggio” sacerdote non accantonò l’idea”.

Fu così che il signor Paolo lasciò decantare la chiacchierata rimandando, a tempi migliori, ma non cancellando la sua disponibilità. Infatti non si arrese all’idea di abbandonare il suo sogno, anzi convinto più che mai si ripropose con idee più chiare e ben precise. Voleva costruire questa casa a ricordo di sua moglie Paola e utilizzarla per i poveri… una struttura di carità. Si affidò la cosa all’architetto Gabriele Feligioni che presentò in breve un bellissimo progetto. Con quei dati concreti in nostro possesso si cominciò a parlarne in comunità. Subito giunsero vari apprezzamenti e l’idea piacque a molti.

Da allora passò del tempo fino a quando portammo a conoscenza della cosa il vescovo Francesco. Monsignor Lambiasi rimase meravigliato della grande generosità di Paolo e di quello che insieme volevamo realizzare.

Unitamente all’apprezzamento ci comunicò anche la sua preoccupazione circa la gestione e l’utilizzo della casa stessa. Rassicurato il Vescovo, siamo andati avanti accelerando i processi per la realizzazione e, finalmente dopo tanti passaggi, il progetto della casa è diventato realtà.

Ora siamo convinti più che mai che questa casa darà l’opportunità a tutti noi di esercitare la carità verso chi è nel bisogno, verso i fratelli più disagiati della nostra parrocchia, in particolare, giovani e anziani. Vorremmo che essa diventasse un modo per collaborare e vivere la nostra fede e il nostro essere chiesa.

Fin d’ora siamo profondamente grati al Signore per come ci vuole mettere sulla strada della carità. Chiediamo il suo aiuto e la sua benedizione per quella che sarà questa esperienza.

Maria, la Mamma celeste ci protegga e ci assista sempre in ogni nostro passo e, come ha fatto Lei, sostenga anche il nostro “si” al suo figlio e nostro Signore. don Tarcisio

Quale utilizzo possibile della Casa?

In Comunità si è parlato molto dell’utilizzo della casa. Si è detto: finalità pastorali e caritative. Per ora ci è chiaro che l’utilizzo di questo edificio deve avere una connotazione tutta parrocchiale. Crediamo che la Casa Paola debba essere il luogo dove la Comunità parrocchiale, in tutti i suoi membri abbia possibilità di spendersi per la carità e per il servizio.

Tutte le idee che sono state presentate fino ad ora e, tutte quelle che giungeranno saranno sottoposte alla Comunità intera e possibilmente valutate da tutti. Sarà sicuramente difficile trovare accordi unanimi, per questo vi chiediamo di considerare duepropostegià emerse e contribuire con idee alla loro concretizzazione.

1° – Un Centro diurno per Anziani Nella nostra parrocchia, abitata in prevalenza da famiglie giovani le persone anziane solitamente sono spesso sole in casa, perchè i figli sono al lavoro. Così molti nonni avvertono in modo particolare la solitudine e anche senso di abbandono. Ecco, allora che qualcuno ha fatto richiesta per creare un ritrovo diurno e passare almeno qualche ora della giornata in compagnia con altri. Quindi una prima idea è quella di un Centro diurno che accolga questi nonni soli. Questo servizio dovrebbe essere tutto gestito dal volontariato della parrocchia.

2° – Centro Giovani Papa Francesco chiede a tutte le comunità di considerare la loro realtà con attenzione.

Abbiamo preso spunto da questa sua idea per dedicare una parte della casa a loro.

Facendo cosa? In Diocesi esistono già esperienze a favore dei Giovani: il Punto Giovane (a Riccione) e Casa don Baronio (Savignano). Si tratta di luoghi di ritrovo che ospitano i ragazzi offrendo loro esperienze di vita comune. Il contesto in cui vivono i nostri giovani è quello di una vita singola. Quella che un tempo era una vita di comunità familiare oggi non esiste più. Ma neppure una chiara proposta di vita cristiana.

Perché allora non spenderci per proporre ai nostri ragazzi tempi di convivenza cristiana utilizzando questa casa come luogo di riferimento? Ecco dunque la seconda finalità possibile. L’esperienza del Punto Giovane di Riccione e quella di Savignano dicono tutta l’importanza di un’azione educativa forte in questo settore della Pastorale della Chiesa. Anche noi vorremmo offrire a tutta la città – scuole, parrocchie, associazioni – la possibilità di vivere questa esperienza particolare a casa Paola. Crediamo davvero di poter offrire alla nostra Parrocchia e all’intera città di Rimini un luogo di forte azione educativa per i giovani.

Quale gestione?

Casa Paola è tutta orientata agli anziani e ai giovani. Rimane da risolvere il problema della gestione della Casa. Dopo vari confronti tra noi, siamo giunti ad alcune convinzioni: – La gestione va affidata non ad Enti assistenziali, ma alla Comunità Parrocchiale.

Questa scelta è stata chiara fin da subito.
Non si voleva una casa gestita da altri, ma qualcosa che impegnasse la nostra Comunità. Crediamo molto nel nostro volontariato, crediamo che la cosa possa essere una grande occasione di vivere la Carità per tutti noi.

– Una gestione non di pochi eletti, ma come possibilità per tutti. Solitamente accade che di fronte alla possibilità di un servizio in Comunità,alcuni più volenterosi si insediano nella gestione delle cose.

Non per prepotenza, ma per disponibilità,per particolare dedizione. Noi vorremmo che la possibilità di un servizio di carità nella Casa fosse aperto a tutti. Chiunque, accettando e sottoscrivendo le indicazioni normative della Casa, possa dare la propria disponibilità per una presenza di servizio generoso, ordinato e ben programmato.

– Una struttura aperta alla Diocesi…

Anche se la priorità dell’accoglienza sarà prevalentemente rivolta alla realtà della Parrocchia del Villaggio e di San Martino, nulla vieta che ci sia anche l’apertura verso le parrocchie, le scuole e tutte le realtà diocesane riminesi. Soprattutto per quanto riguarda i giovani.Questa scelta di apertura ci sembra fondamentale.

– Una Equipe di responsabili…

La gestione dell’intera struttura sarà affidata ad una equipe di persone che ne garantiranno sia le finalità sia lo stile cristiano della vita della Casa. Questi fratelli verranno indicati dal don che rimarrà sempre il riferimento primario sia della struttura sia dell’intera proposta.

La Comunità parrocchiale Maria Mater Ecclesiae