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Affare fatto

Per ragioni di vicinanza a casa mi capita spesso di andare a fare la spesa in quel supermercato che recentemente ha deciso di bandire le monetine di valore minimo. Nel senso che se il totale si discosta dalla cifra tonda di uno o due centesimi, viene arrotondato – solo nel caso di pagamento in contanti – allo zero.

Qualcuno ha storto il naso e qualcuno si è indignato per la decisione unilaterale dell’azienda, che ha dovuto ulteriormente specificare che l’arrotondamento avviene sia in difetto che in eccesso. E qualcuno non è rimasto convinto lo stesso, ma succede.

Personalmente ho fatto un conto approssimativo: il giro scomparto degli spiccioli nel portafogli, tasca destra e tasca sinistra alla ricerca di quei centesimi di rame che mi servirebbero ad evitare di averne altri che manco la macchina del caffè accetta, potrebbe portami via una decina di secondi ogni volta. Ponendo che l’evenienza capitasse non dico tutti i giorni ma sei-sette volte al mese. Ponendo che, col calcolo delle probabilità, fossi davvero sfortunato e il bilancio difetto/eccesso fosse spostato a favore dell’azienda. Ci perderei cinquanta centesimi l’anno a fronte di un quarto d’ora di vita risparmiato da dedicare ad altre attività più proficue o anche, se mi va, a guardare le nuvole che passano. Voi pensatela come vi pare. Per me è affare fatto.