“Adriamuse è il progetto europeo ispirato alla valorizzazione turistica dei Musei e del patrimonio culturale sulle due sponde del Mare Adriatico. Mira infatti alla creazione di soluzioni innovative a disposizione degli operatori culturali, dei musei e più in generale di tutti gli istituti culturali al fine di aumentare il numero di visitatori e la loro soddisfazione. Il progetto si propone di organizzare una serie di eventi in grado di collegare idealmente i musei dell’Adriatico e di raggiungere per mezzo della diversificazione della propria offerta, anche un pubblico non tradizionale di visitatori”. Poche parole per spiegare Adriamuse, un progetto europeo da 1.762.670,80 euro, 234.770,80 dei quali finanziati alla Provincia di Rimini con il titolo di capofila.
Coinvolti anche l’Istituto per i beni artistici, culturali e naturali dell’Emilia Romagna; la Regione Veneto; l’Università di Venezia; la Provincia di Pesaro-Urbino; la Provincia di Campobasso; la Regione Istriana; il Cantone di Zenica-Doboj; il Museo popolare di Montenegro e il Comune di Scutari.
“Stiamo facendo dialogare queste realtà –spiega Enzo Finocchiaro, il dirigente della Provincia, responsabile di Adriamuse – e vi assicuro che non è stato un lavoro semplice”.
Dott. Finocchiaro, quali sono i presupposti del progetto. Perché mettere insieme queste realtà così variegate?
“Adriamuse rientra nell’ambito di un quadro più ampio, un programma destinato ai paesi pre-adesione, ossia quei paesi che a breve entreranno in Europa. Un primo contatto per discutere sul modo in cui lavora l’Europa e i paesi che ne fanno parte”.
Adriamuse in particolare vuole unire idealmente i musei dell’Adriatico, a prescindere dalle sponde in cui si trovano. In che modo si è realizzato il progetto?
“Sono diverse le fasi intraprese. In un primo momento si è proceduto con uno studio delle buone pratiche già diffuse in altri paesi. Partendo da questo si è realizzata una sorta di guida dalla quale i nuovi paesi membri e anche quelli che hanno poca dimestichezza con le tematiche legate al turismo e alla cultura possono prendere spunti e apprendere metodologie di lavoro. Ma ancora più a monte si è parlato con le comunità locali, fatti dei focus group e degli incontri con i direttori dei musei per capire le potenzialità dei luoghi e le problematiche degli stessi”.
E dopo?
“Dopo si sono portati i musei coinvolti nel progetto dentro il grande portale europeo (Euromuse.net) per dar loro visibilità”.
Passiamo agli eventi. Cosa è stato realizzato sino a questo momento sotto il “cappello” di Adriamuse?
“La Provincia di Pesaro-Urbino abbinata al Cantone di Zenica-Doboj con un evento legato alla mostra di ceramiche e alimentazione. Un coinvolgimento poi con Istria e la Festa Artusiana di Forlimpopoli. E ancora Pesaro-Urbino coinvolta con una regata con oltre 100 imbarcazioni che si muoveranno da una sponda all’altra. Un lavoro sui fiumi che unisce Scrutari con il Veneto e il suo Museo della Battaglia e tante altre attività”.
E Rimini? Come s’incontreranno Rimini e Adriamuse?
“Abbiamo intrapreso un percorso con il Museo Archeologico di Pola. Trenta pannelli sulla navigazione nell’Adriatico Antico, ai tempi dei romani che arriveranno, in mostra, a Rimini verso metà giugno. A tal proposito abbiamo prodotto anche una guida per bambini, Il manuale del giovane marinaio, che distribuiremo in varie occasioni anche nel corso del Festival del Mondo Antico. In generale puntiamo a rilanciare la Rimini romana e a far conoscere anche la «novità» della Domus del Chirurgo”.
Angela De Rubeis