Venerdì sera, nella solennità della 62ª Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, la Basilica Cattedrale di Rimini ha accolto una Veglia di preghiera presieduta dal Vescovo Nicolò Anselmi. Una serata intensa, spiritualmente ricca, che ha raccolto giovani, consacrati, famiglie e comunità per riflettere insieme sul dono e sul mistero della vocazione.
“Accogliere, discernere, accompagnare” sono stati i tre verbi chiave che hanno guidato la preghiera e la meditazione, riprendendo le parole del messaggio di Papa Francesco per questa giornata speciale. Tre azioni – ha ricordato il vescovo – che riguardano ciascuno, perché ogni battezzato è chiamato a mettersi in ascolto della voce di Dio nella propria vita, ma anche a sostenere e custodire il cammino degli altri.
«Chiediamo – ha sottolineato don Cristian Squadrani, responsabile della pastorale giovanile e vocazionale – il coraggio e la fiducia di affidarci al Vangelo della vocazione. La preghiera è per tutte le vocazioni, per tutti gli uomini e le donne che, con la loro vita, costruiscono il mondo e il Regno di Dio. I tre verbi indicati dal Papa sono una chiamata per ciascuno a vivere la propria vocazione, ma anche un impegno per la comunità cristiana a essere madre e compagna nel discernimento degli altri».
La testimonianza di Lorenzo Bilancioni, giovane seminarista in cammino verso il sacerdozio
Durante la Veglia, un momento speciale è stato dedicato a Lorenzo Bilancioni, seminarista della diocesi, che sta concludendo la fase iniziale del discernimento e si prepara ad entrare nel cammino formativo verso l’ordinazione presbiterale.
Con emozione e semplicità, Lorenzo ha condiviso la sua testimonianza: «Questo non è l’ultimo passo, ma è certamente un momento importante. È il primo “sì” che voglio dire a Dio, a Gesù, alla Chiesa. Sento tanto bene che mi arriva, anche inaspettato, e questo mi conferma nella scelta. L’esempio di fede quotidiana dei miei genitori e dei miei nonni, le esperienze nella mia piccola parrocchia di campagna – San Salvatore e San Lorenzo in Correggiano – hanno contribuito a formare il mio cuore. Le attività educative, le domande, i momenti di accompagnamento: tutto questo ha acceso in me un desiderio profondo e ha aperto vie nuove di ricerca».
Il giovane seminarista ha voluto esprimere gratitudine per chi lo ha sostenuto in questi anni: i sacerdoti, gli amici, le comunità. «Non è una strada solitaria – ha detto – ma un cammino fatto di volti, di relazioni, di ascolto reciproco. Ed è bello essere qui, con gioia».
La Veglia si è così trasformata in un’occasione concreta per rinnovare la consapevolezza che la vocazione non è un percorso isolato, ma un dono da custodire insieme. La Chiesa riminese, attenta ai semi di vocazione che germogliano nelle sue comunità, continua a pregare perché ogni giovane possa scoprire il progetto d’amore che Dio ha pensato per lui o per lei. E perché ci siano uomini e donne capaci di accogliere, discernere, accompagnare.
Servizio fotografico di Paolo Antonini