A scuola di mattarello da Giuliana

    Anche questa settimana torna il consueto appuntamento con gli articoli più interessanti, particolari e, perché no, curiosi, trovati sulla stampa estera riguardo Rimini e dintorni. In realtà, complice lo svolgimento di una delle manifestazioni fieristiche più importanti per quel che riguarda il turismo italiano e internazionale, il «TTG Incontri», avremmo voluto proporvi una piccola raccolta di brevi interviste ad alcuni operatori stranieri presenti, per raccontarvi la loro opinione su Rimini. Il problema è che su dieci intervistati, nove hanno candidamente ammesso di non avere avuto tempo di visitare la città e di non conoscerla abbastanza per poter esprimere un commento al riguardo. Dal decimo, invece, una nota positiva per Riccione, della quale è stato particolarmente apprezzato il nuovo lungomare, talmente bello da “sembrare quasi americano”. Un po’ indiretto come complimento, ma alla fine è comunque un complimento, quindi non stiamo troppo a questionare.
    Insomma, anche questa settimana, dunque, è ad Internet che faremo meglio a rivolgerci per trovare conferme di quella che è la nostra immagine all’estero. Immagine a cui contribuiscono anche, e soprattutto, le molte persone che a Rimini sono passate o da Rimini sono partite.

    Il mattarello di Giuliana
    È così che veniamo a sapere che Get Reading, un quotidiano on line britannico, dedica un ampio servizio ad un corso sulla preparazione della pasta sfoglia, tenuto da una coppia di maestri provenienti dalla nostra città, i coniugi Nicola e Giuliana Lo Conte, che hanno insegnato ad una trentina di volenterosi studenti i segreti della pasta fatta in casa. È così che, tra un consiglio su come realizzare al meglio l’impasto, e una battuta sull’utilizzo del mattarello come arma di difesa personale, alla giornalista vengono serviti due piatti di pasta: uno proveniente dal supermercato locale, e uno fatto a mano dalla signora Giuliana. Risultato vistosamente a favore della pasta made in Rimini, con buona parte dei partecipanti al corso alla ricerca di un mattarello, anzi, come lo chiamano in Albione, con assai poca fantasia, di un «wooden rolling pin».

    Il giornalista in bicicletta
    Il cibo la fa ancora una volta da padrone anche in un altro articolo, apparso questa volta sul San Francisco Chronicle, e dedicato ad un vero e proprio viaggio on the road, in bicicletta sulla via Emilia, di un giornalista americano, che candidamente confessa: “Prima di questo viaggio, non avevo mai sentito parlare dell’Emilia Romagna. Ora, con il senno di poi, so che tutto quello che mi piace della cucina italiana, dalla pancetta al parmigiano, è nato lungo questa strada che unisce presente e passato. Il cibo qua non è uno scherzo. È qua che sono nati i tortellini, le tagliatelle e la piadina, una piacevole scoperta”.
    Insomma, è andata a finire che il giornalista, invece di pedalare, ha passato il tempo ad assaggiare piatti un po’ dappertutto. “Seimila calorie a pranzo, lo ammetto, ma queste sono calorie bellissime!”, per dirla con le sue parole. Che sia anche per questo che, la nostra, è terra di ciclisti?

    Una piada in Ohio
    Attenzione perché se state progettando di andare all’estero ad aprire chioschi di piadina, sappiate che sono in molti ad averci già pensato. Ultimo arrivato è il ristorante «Piada Italian Street Food», a Columbus, capitale dell’Ohio, di cui ci parla il Columbus Dispatch. Ad aprirlo un cittadino statunitense che, folgorato da un incontro con il piatto tipico romagnolo durante una visita a Rimini, se ne è innamorato a tal punto da farsene insegnare la ricetta per poter poi aprire un locale, una volta tornatosene in patria. Se volete dare un’occhiata visitate il sito www.mypiada.com. Un unico appunto: quel nome, letteralmente «la mia piada», non piace troppo. La piada resta nostra…

    Quanta… vita a San Marino
    Cambiamo per un attimo argomento. Un medico olandese, di Utrecht, il dottor Guus Schrijvers, parla su un periodico dedicato al mondo medico, Medical Facts, della sua visita, a fine settembre, a San Marino, dove ha potuto constatare come è organizzato il servizio sanitario locale della Repubblica che, ricorda, è uno dei paesi con il più alto tasso di aspettativa di vita del mondo, con 84 anni per le donne e 83 per gli uomini.
    Insomma, a Rimini e dintorni si mangia bene e si vive a lungo.

    Fabio Parri