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Lagne di fine anno

Nel mondo delle piattaforme digitali è esplosa la moda del wrapped, ovvero il resoconto di fine anno sui video e i brani più ascoltati dal singolo utente. Ora, da vecchio lagnoso rimbambito quale sto diventando, mi capita di avere in questo spazietto dei bersagli ricorrenti con cui magari me la prendo a ripetizione dimenticandomi di averlo già fatto da poco. Tra i più frequenti, nel mio personale wrapped ci sono senz’altro i terrapiattisti complottisti, ma ho capito che è impossibile ragionarci.

Poi quelli che non sanno parcheggiare in città e prendono due posti con una Smart, ma devo farmene una ragione: noi riminesi rimaniamo comunque provinciali e un provinciale non si sentirà mai in dovere di imparare a fare parcheggi al millimetro come un bolognese o un milanese. E poi, tema al quale conferisco il personale premio Come siamo messi 2025, i call center. Al di là della tragicomica leggenda del ‘Registro delle opposizioni’, al di là del numero criminale di chiamate moleste ricevute, mi capita sempre più spesso di faticare a raggiungere persone che non hanno il mio numero in rubrica perché (e non hanno tutti i torti)ai numeri che non conosco non rispondo, tanto sono quei maledetti centralini”. E così bisogna prima avvertire in forma scritta per presentarsi, aspettare che l’altro rimandi un cenno di assenso e quindi contattarlo sperando che sia ancora lì. Abbiamo telefonini da centinaia di euro che fanno di tutto, abbiamo riempito le città di maestose antenne ripetitrici, ma a telefonare si faceva quasi prima quando c’era la Sip.