La festa. La notte del 31 ottobre delle parrocchie diventa una bella occasione alternativa
Festeggio Halloween ogni anno. – racconta Ginevra – Per la mia famiglia è una vera festa: decoriamo la casa con luci, zucche e qualche fantoccio scheletrico. Poi invito gli amici”.
“ Anche io – aggiunge Matilde – vado con i compagni a fare dolcetto o scherzetto. È diventata una tradizione”.
Ginevra e Matilde sono due ragazze di prima media della comunità Alba Mater di Riccione, formata dalle parrocchie Gesù Redentore e Mater Admirabilis.
A pochi giorni dalla Cresima, Ginevra e Matilde vivono, come tanti coetanei, la notte di Halloween tra maschere, scherzi e divertimento. Persino la loro scuola, la “Geo Cenci”, organizza una festa danzante al Palazzo del Turismo.
Ma in parrocchia, proprio in questi giorni, si parla di Halloween in modo diverso. Da alcune stagioni, infatti, la comunità Alba Mater propone in occasione di Ognissanti e della Commemorazione dei defunti una catechesi “partecipata” con i ragazzi del gruppo Cresima, guidata da don Franco Mastrolonardo. Il sacerdote li accompagna negli studi di Icaro TV per registrare una puntata speciale del programma “I Giorni della Chiesa”, dedicata a comprendere il senso autentico di questa festa.
“Conoscere per capire”
“ Vorrei parlare dei santi. – spiega don Franco aprendo la catechesi – Novembre è il mese dei santi, anche se nell’immaginario popolare è il mese dei morti. Vorrei rovesciare questa idea comune, partendo da Halloween: una festa che attrae bambini, ragazzi e adulti. Non va demonizzata, ma capita”.
La curiosità dei ragazzi si accende subito. Ilaria confessa: “ Io mi vesto da fantasma o da diavolo, per scherzare con gli amici”.
Don Franco sorride: “ Sapete perché, anticamente, ci si travestiva così? Gli uomini si mascheravano da spiriti per mimetizzarsi con le forze oscure e non esserne colpiti. Era un modo per affrontare la paura della notte, cioè della morte”.
Dalle zucche agli spiriti
Il sacerdote invita i ragazzi a riflettere: “ Quali sono i colori di Halloween?”. “ Arancione e nero”, rispondono in coro.
“ Giusto. Il nero rappresenta la morte, il buio, l’ignoto. L’arancione invece il tramonto, le foglie che cadono, l’autunno che cede il passo all’inverno. Nelle antiche tradizioni celtiche questo era il tempo in cui il mondo dei vivi e quello dei morti si toccavano.
E per ingraziarsi gli spiriti si offrivano dolci e latte davanti alle case”.
Il famoso “dolcetto o scherzetto” riprende proprio quel gesto antico. “ Ma quegli spiriti, chi sono in realtà?” chiede don Franco.
“Sono i morti”, rispondono alcuni ragazzi. “ Ma non esistono davvero – è sicuro Edo – sono solo invenzioni”.
Il parroco li accompagna a spingersi oltre la superficie: “ Gli uomini di ogni tempo hanno temuto la morte, ma anche cercato di capire cosa ci fosse dopo.
La natura muore in autunno, ma poi rinasce in primavera: è il segno che la vita non finisce.
L’uomo ha intuito che dopo la notte viene la luce. Se tutta la natura muore e rinasce, anche per l’uomo è la stessa cosa”.
Gesù, luce che vince la morte
A questo punto la catechesi si fa intensa. “C’è stato un uomo – prosegue don Franco – che non si è limitato a immaginare l’aldilà, ma lo ha attraversato: Gesù. È morto in croce, il sepolcro è stato chiuso, ma dopo tre giorni è stato trovato vuoto.
Gesù è risorto. Nessuno prima di lui era tornato dalla morte. È per questo che i cristiani non devono averne paura: la morte è vinta”.
“ Gesù non è uno zombie. – precisa con un sorriso – Gli zombie nascono dalla paura della morte, mentre la Risurrezione è la vittoria sulla morte. È la notizia più bella del mondo”.
I ragazzi ascoltano attenti. Simone aggiunge: “ Gesù è risorto e tanti suoi seguaci lo hanno imitato, vivendo e morendo per amore. Sono i santi. Conosco San Pietro e San Lorenzo”.
“ I santi sono uomini e donne che hanno creduto davvero che dopo la notte viene la luce. – conclude don Franco – Per questo il 1° novembre celebriamo la festa di tutti i santi. E il giorno dopo ricordiamo tutti i defunti, affidandoli alla misericordia di Dio”.
I ragazzi scoprono che anche dietro una maschera o una zucca luminosa può nascondersi una domanda antica: che cosa c’è dopo la morte?
Così, nella comunità Alba Mater, la notte di Halloween è occasione per parlare di vita, di santi e di risurrezione. E per scoprire che, in fondo, la fede cristiana è il modo più bello per accendere una luce nella notte.

