L’ estate sta suonando la ritirata lasciando sul campo problemi vecchi e nuovi, in gran parte irrisolti. Di turismo e problemi affini se n’è parlato a iosa, ma ancora una volta resta la sensazione che le idee chiare sono poche; molti problemi sono stati affrontati senza la dovuta serenità e profondità. E anche se le analisi sono state molte, le terapie sono cadute spesso nel vago e nel frammentario”.
“Dato per scontato che Rimini non è mai stata una spiaggia elitaria ma piuttosto di massa, resta il fatto che molti hanno notato una certa degradazione.
Colpa di chi? Degli operatori che non hanno saputo intuire ‘i segni dei tempi’ e adeguarsi, colpa dell’Amministrazione che ha dato via libera ad uno sviluppo senza direttive chiare, ed una programmazione precisa?”.
“Chiedere un aumento delle forze dell’ordine è sacrosanto ma sarà sempre un’opera di tamponamento se non ci si mette al tavolo, si fa una profonda autocritica e si propongono terapie praticabili”.
“Le realtà sociali sono chiamate in campo tutte: a cosa serve infatti calmierare prezzi d’albergo se l’extra va alle stelle? A cosa serve fare promozione, quando la viabilità è caotica? Quando mancano parcheggi e infrastrutture?”.
“Il futuro del turismo è legato a molti fattori: al sole che si rivela sempre più materia prima insostituibile, allo scaglionamento delle ferie, ad una rinnovata capacità imprenditoriale. Sono finiti i tempi della buona volontà oggi anche nel turismo regge chi sa fare e sa fare con competenza il suo mestiere”.
(dall’articolo “Turista: eppur si muove” di Luciano Sedioli, ilPonte del 14 settembre 1980).

