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Guardare Gesù per guardare il mondo

Il nuovo anno Accademico dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose A. Marvelli: tante proposte per “un credere accordato alla complessità del tempo presente”

Per le strade di Rimini vi sarà forse capitato di imbattervi in alcuni manifesti con al centro due celebri sguardi.

Sono due diverse interpretazioni degli occhi del Cristo, dipinte da Piero della Francesca e Antonello da Messina.

Sono il simbolo della nuova campagna, in continuità con quelle precedenti –realizzata in collaborazione con lo studio grafico Kaleidon – per promuovere le attività formative in programma presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “A. Marvelli” delle Diocesi di Rimini e di San Marino-Montefeltro.

Imparare a guardare la realtà più a fondo, per aprire gli occhi e così lasciarsi rivelare a se stessi dal Mistero santo che, a sua volta, si manifesta nello sguardo vivido, mite e benevolo di Gesù: questo il significato della campagna, che vuole invitare tante più persone a scoprire il mondo degli studi biblici e teologici.

Il prof. Marco Casadei, direttore dell’Istituto e docente di teologia fondamentale, ci aiuta a conoscere meglio questa realtà inter-diocesana e la sua proposta didattica.

Come sarà questo nuovo anno accademico che attende l’Issr Alberto Marvelli?

“Come ogni anno attendiamo tutti coloro che sentono l’esigenza di prendere in seria considerazione la spinta interiore ad approfondire la propria fede, sentendosi responsabili di renderla una fede pensante, per un credere accordato alla complessità del tempo presente. Non un approccio intellettualistico, ma serio, rigoroso e proficuo, da mettere a frutto in ogni ambito di vita personale ed ecclesiale.

Proseguono i consolidati indirizzi di studio e verranno riproposti la Scuola di Alta Formazione in Arte sacra e Turismo culturale-religioso e il Corso di Alta Formazione in Dialogo interreligioso e Relazioni internazionali – promosso con l’Università degli Studi di San Marino – insieme ai corsi facoltativi denominati “ Ascolto Attivo Cercasi” (Per-Corsi AAC), proprio perché individuano nell’ascolto integrale la figura antropologica essenziale anche secondo la prospettiva teologico-biblica ed ecclesiale. Si allarga e diversifica ulteriormente la proposta per offrire a tutti la possibilità di affacciarsi alla realtà dell’Istituto con percorsi brevi e fruibili anche online.

In generale, la scelta di mantenere una percentuale della formazione secondo una didattica a distanza non va intesa nei termini di un abbassamento di livello ma nell’apprendimento e aggiornamento di sempre più efficaci riformulazioni delle didattiche”.

Quali le principali novità?

“Una novità di rilievo riguarda la collaborazione con il Coordinamento teologhe italiane: una collaborazione che ci onora perché permette di elaborare il pensiero teologico in una prospettiva sempre più interdisciplinare e sempre meno ostaggio di precomprensioni.

Insieme a ciò, possiamo già anticipare che la Prolusione di quest’anno accademico verrà affidata all’autorevolezza del pensiero di Massimo Cacciari che interverrà in un colloquio pubblico con l’amico Natalino Valentini, già stimatissimo direttore dell’Istituto.

Novità anche sul versante della Scuola di Alta Formazione in Arte sacra.

Mentre si consolida la collaborazione con i campus UniBO di Rimini (Centro Avanzato Studi sul Turismo) e di Ravenna (Dipartimento Beni Culturali), si sta avviando un rapporto istituzionale con il Dipartimento delle Arti (ex DAMS) di UniBo.

Sia la ricalibratura dei corsi che l’inserimento di nuovi docenti – tra i quali Don Alessio Geretti, Emanuela Penni, Emanuela Fogliadini, Suor Maria Gloria Riva – permetteranno alla Scuola di corrispondere con sempre più efficacia alle esigenze di approfondimento, tanto in ambito lavorativo (professionisti e operatori nel campo dell’arte, della cultura, della formazione e del turismo), quanto a livello personale.

Ci auguriamo, inoltre, che si consolidino le collaborazioni già in atto: a partire dalle realtà e dagli Uffici pastorali delle due Diocesi, dalla sinergia con l’associazione Roveto Ardente (Ro.Ar) e con la Facoltà Teologica dell’Emilia-Romagna. Non faranno infine mancare la loro attuazione intese con le amministrazioni e gli enti locali e con le istituzioni culturali dei nostri territori”.

Quali le principali sfide che secondo lei possono interessare una realtà come quella dell’Istituto nel contesto che stiamo vivendo?

“Sentirei opportuno porre attenzione e dar voce a due istanze. La prima si evidenzia all’interno del contesto ecclesiale, ma non può non riguardare la sua strutturale missionarietà.

Mi riferisco al tema della sinodalità, di cui oggi si parla moltissimo e, francamente, non sempre a proposito.

L’Istituto sente proprio il compito di disambiguarne e approfondirne il significato, assieme al suo spessore simbolico, attraverso le risorse intellettuali e gli strumenti della ricerca teologica. Ciò si rende necessario per liberarne tutta l’energia trasformativa a servizio anzitutto dell’evangelizzazione e delle pratiche pastorali, sulla scia dell’“aggiornamento” promosso dal Concilio Vaticano II.

L’altra urgenza imprescindibile è quella relativa alla questione della pace. Sentiamo di avere una responsabilità nel maneggiare con cura e rispetto questo tema, ma anche di poterlo e doverlo fare con spirito di libertà e di franchezza evangeliche, grazie anche all’apporto della ricerca interdisciplinare”.

A chi in particolare e perché suggerirebbe di intraprendere studi teologici?

“I nostri studi sono aperti a tutti coloro che desiderino allargare il proprio sguardo, nutrire la propria fede con il contributo prezioso delle scienze umane.

Chi intraprende i nostri studi spesso sente una vocazione per il mondo della scuola e desidera formarsi per diventare insegnante di religione.

Ma non solo. I corsi dell’Istituto si rivolgono anche a operatori pastorali, educatori, catechisti, capi scout e tutti coloro che hanno responsabilità ecclesiali.

Ci sono poi corsi per ministri, religiosi e religiose, presbiteri e per chiunque senta l’esigenza e la responsabilità di mantenersi aggiornato nel tempo della complessità e di un mondo che cambia a velocità mai conosciute prima.

Lo stesso vale per professionisti che desiderano approfondire specifici aspetti: si pensi alle guide turistiche che si iscrivono alla Scuola di Alta Formazione o a mediatori culturali, operatori sociali, medici, insegnanti… che hanno scelto il Corso in Dialogo interreligioso per essere ancora più attenti alle sfide del nostro tempo”.

Silvia Sanchini