Con la data del 20 agosto inizia l’undicesimo anno dell’Appello all’umano. L’appuntamento è come sempre alle 21 in piazza Cavour per pregare per i cristiani perseguitati e per la pace in particolare in Palestina e Ucraina. Al termine della recita del rosario “interverrà monsignor Michele Pennisi, arcivescovo emerito di Monreale (Palermo). Riprendiamo in questo modo la tradizione dell’intervento di testimonianze di protagonisti che vivono in prima persona le intenzioni del nostro Appello all’umano”, spiegano gli organizzatori.
Nei giorni scorsi è arrivata a Rimini una lettera di saluto e ringraziamento del cardinal Louis Raphael Sako, patriarca di Bagdad dei caldei, indirizzata a Marco Ferrini. “Siamo molto grati per questi incontri di solidarietà, di vicinanza e di preghiera. Ci incoraggiano e dicono che non siamo dimenticati, siamo sostenuti dai fratelli e dalle sorelle del mondo con la preghiera, la vicinanza e l’amicizia. Penso che la preghiera è molto importante per aiutare e confortare questi cristiani in Medio Oriente, in Iraq, in Libano, in Siria nella Terra Santa e altrove perché ci aiuta a restare nella nostra terra e in Paesi a maggioranza musulmana. Siamo qui infatti per una vocazione: testimoniare qualcosa di diverso, testimoniare la nostra fede. Nonostante le difficoltà e le sfide che affrontiamo non temiamo di dare testimonianza a Cristo. Siamo molto grati per questa preghiera che voi svolgete ogni mese in piazza da undici anni. Continuate con questa fedeltà. Il Signore vi benedica”, scrive Sako.
In occasione dell’undicesimo anniversario dell’invasione e dei massacri dell’Isis, con il conseguente esodo di migliaia di cristiani di Mosul e dalle città della Piana di Ninive, inoltre scritto un messaggio riportato da Asia News per sottolineare “che la morte e la distruzione sono ancora attuali e che le difficoltà economiche, sommate alla mancanza di diritti e sicurezza spingono i cristiani alla fuga. In questo messaggio il cardinal Sako chiede al governo, che rappresenta tutto il popolo iracheno di assumersi la responsabilità di proteggere la popolazione cristiana autoctona e di difenderne i diritti”.

