22 PRODUZIONI VIDEO DI ICAROTV
C’era il lockdown e andavamo tutti alla ricerca di aria: nei giardini, sui balconi, alle finestre. Erano momenti in cui non era possibile neppure uscire a fare due passi. Chi di noi, allora, non ha sognato di camminare, di spaziare libero in mezzo alla natura? È proprio durante i giorni più bui delle chiusure forzate che è nata l’idea di “ Cammini. Storie a passo lento”. Ad averla è stato Francesco Cavalli, amministratore di Gruppo Icaro. Da quel momento si è messa in moto una grande macchina produttiva, tant’è che in quattro anni sono stati raccontati 22 Cammini, prima in Emilia-Romagna, Campania e Puglia, in Veneto, in Toscana e Umbria. Le storie hanno poi superato i confini nazionali andando all’estero con le ultime produzioni relative ai Cammini di Santiago, quello francese, portoghese e anche inglese. 25 produzioni che sono prima andate in onda e ancora sono programmate sul circuito Corallo (quello che mette insieme tutte le tv cattoliche italiane) fino all’utimo film di 52’ dedicato al Cammino di Santiago che sarà presto trasmesso su tv2000.
Tutti questi “Cammini” oggi sono facilmente fruibili in rete da chiunque essendo entrati nel pacchetto di IcaroPlay, utilizzabile gratuitamente.
In ordine temporale di produzione, i filmati già fruibili:
Il cammino dell’Arcangelo. Da Benevento a Monte Sant’Angelo. Il cammino che sull’asse viario della Via Appia Traiana, a Benevento, porta al Santuario di San Michele nel Gargano, meta antichissima di pellegrinaggi. La via di Michele venne vista poi come parte integrante del pellegrinaggio che proseguiva verso Gerusalemme ed i luoghi della Terra Santa, che si raggiungeva partendo dai porti pugliesi.
Il cammino di san Francesco: da Rimini a La Verna. Ripercorre alcuni luoghi visitati dal Santo nel suo viaggio in Valmarecchia del 1213, e si snoda lungo un itinerario che dal mare Adriatico si inoltra nell’Appennino Tosco-Romagnolo, lungo l’affascinante Valle del fiume Marecchia.
Il cammino di Francesco: da La Verna a Assisi. Dal Santuario de La Verna in Toscana, dove Francesco avrebbe ricevuto le stigmate il 14 settembre 1224, attraverso il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi fino alla colline dell’Alta Valle del fiume Tevere in Umbria, passando da Gubbio, luogo del primo pellegrinaggio di San Francesco.
Il cammino del Grappa. Dalla Basilica dei Santi Vittore e Corona a Feltre, provincia di Belluno, fino al sacrario di cima Grappa. Un percorso in cui religiosità e storia si intrecciano, portando i pellegrini sui sentieri che attraversarono i soldati, italiani e austroungarici, durante alcuni degli episodi più significativi della grande guerra.
La Romea Strata: da Nonantola a Pistoia. Via di migrazioni e di invasioni. Il viaggio parte dalla visita a una delle più note reliquie dell’antica Croce, in uno dei monasteri più importanti della cristianità in Italia, e passa dalle formazioni geologiche dei Sassi di Rocca Malatina. L’arrivo è a Pistoia, dove è conservata una reliquia di San Jacopo che ha fatto della città una “piccola Santiago”.
La via Lauretana: da Assisi a Loreto. Un cammino sull’antica via Lauretana, attraverso cui i pellegrini dalle varie parti d’Europa arrivavano alla Santa Casa, ripercorso nel tratto da Assisi a Loreto: sulle orme dei tanti che, in cammino verso Loreto da Roma, decidono di fare tappa sui luoghi di San Francesco.
Il cammino Celeste ci porta in Friuli-Venezia Giulia. Grado, e la sua isola di Barbana, sede di un antico santuario mariano, costituiscono il prologo di questo cammino, che nel tratto italiano comprende un percorso in 220 km. E che trova ad Aquileia – la cui Basilica è il più antico edificio di culto cristiano del Nord-Est – il suo punto di partenza ufficiale. La Basilica sorse dopo l’editto di Costantino, che ponendo fine alle persecuzioni religiose, aprì la via per la comunità cristiana di edificare liberamente il proprio edificio di culto. La meta finale del cammino è il Monte Lussàri con il suo santuario, sorto dallo sviluppo di una piccola cappella, eretta per onorare la Madonna. Oggi il santurario di Monte Lussàri è meta di arrivo per i pellegrini da Friuli, Austria e Slovenia. Non a caso è divenuto un simbolo di pacifica convivenza tra i popoli.
La via degli abati, o via Francigena di montagna. Solitaria e sfidante, ma proprio perchè meno battuta, così attraente per i pellegrini che cercano la solitudine. Questa è la via degli abati, o via Francigena di montagna. Uno dei più antichi cammini per valicare l’Appennino e scendere verso Roma. La figura chiave di questo cammino è San Colombano, abate irlandese e padre, con San Benedetto, del monachesimo europeo. La via nasce per mettere in comunicazione Bobbio, sede dell’abbazia di San Colombano, e Roma: un percorso praticato prima dagli abati, appunto, che andavano in visita alla corte pontificia da cui l’abbazia dipendeva, e succesivamente dai pellegrini provenienti dalla Francia e dalle Isole Britanniche, che a Bobbio, dopo la morte del Santo, iniziarono a passare per venerarne le spoglie. Una via riscoperta negli anni ’90 dopo l’intuizione di un appassionato di storia locale e che oggi è tornata a nuova vita anche grazie al passaggio, in queste zone, di un ultratrail di montagna: la Abots Way.
Il cammino di Oropa, diretto all’omonimo santuario, ci porta in quella zona del Piemonte che per secoli fu importante crocevia di antichi tracciati devozionali e passaggi di viandanti in una zona cruciale di passaggio dalla Francia. Un cammino molto attraente per i giovani, che possono raggiungere la tappa di partenza, Santhià, arrivando facilmente in treno da Milano e da Torino. Un percorso che incontra anche un altro importante santuario, quello di Graglia: per i pellegrini un primo incontro con la Madonna, prima di proseguire il viaggio per Oropa e il suo monte, uno dei 9 sacri monti del Piemonte e della Lombardia. Riconosciuti patrimonio mondiale Unesco, sono nati sia come luoghi di preghiera in Europa in alternativa alla Terra Santa, sia come risposta alla Riforma Protestante, con il chiaro intento di stupire i fedeli.
Il cammino di Antonio in Romagna, un cammino speciale, in cinque tappe: dall’eremo di Montepaolo, sulle colline forlivesi, fino a Rimini. La Romagna e le sue dolci colline sono luoghi che hanno assistito a un passaggio importante nella vita di uno dei santi più amati: sant’Antonio di Padova. Predicatore, teologo, dottore della Chiesa, è in Romagna che si svelò al mondo, prima di intraprendere la via del nord Italia e divenire il santo conosciuto in tutto il mondo. Al passaggio romagnolo del santo, per gli 800 anni della sua vocazione francescana, è stato dedicato un cammino speciale, in cinque tappe: dall’eremo di Montepaolo, sulle colline forlivesi, fino a Rimini. In occasione del cammino celebrativo, in tutti i luoghi di culto principali toccati durante il percorso, è stata esposta per qualche ora una reliquia del santo, per poi farle riprendere il viaggio con i pellegrini: nello zaino di fra Gabriele, frate minore conventuale della comunità San Francesco di Monselice.
Il Cammino di San Nilo ci porta nel cuore del Cilento italogreco alla scoperta della figura di San Nilo, eremita e amanuense, soffermandosi sui luoghi che videro la sua vestizione dell’abito monastico e l’inizio della sua avventura spirituale, dopo che fu attratto da un grande e insaziabile desiderio di solitudine. E’ questo un cammino che pellegrini e camminatori stanno riscoprendo da pochi anni. Un cammino dove la natura la fa da padrona, facendo immergere i camminatori in scenari naturali straordinari: dai monti al mare, da Sapri a Palinuro. Tra i luoghi suggestivi che vengono toccati, gli straordinari “Capelli di Venere”, un gioiello del Parco Nazionale del Cilento. Il cammino tocca i principali luoghi percorsi dal santo fino al Monastero di San Nazario. Un viaggio anche nelle tradizioni di questi luoghi, comprese quelle culinarie.
Il cammino di Francesco da Assisi a Greccio. Dalla “città santa” di Assisi al santuario del presepe di Greccio: quello che unisce questi due luoghi francescani è uno dei tratti più suggestivi della Via di Francesco, che percorre Toscana, Umbria e Lazio da La Verna a Roma. Un itinerario in 130 chilometri dalla valle umbra – che custodisce la terra natale di san Francesco e le memorie più vive della sua esperienza terrena – attraversa uliveti e borghi di collina passando per Spoleto e poi attraverso la valle del fiume Nera; per poi raggiungere il lago di Piediluco e lambire la conca ternana, e infine entrare nel Lazio. I sentieri francescani ci conducono nei luoghi dove il Poverello è vissuto e ha pregato nella Valle Santa di Rieti. E, salendo sul costone roccioso di Greccio, si arriva fino alla meta: il santuario dov’è ambientata la rappresentazione del primo presepe vivente della storia.
Il cammino di San Vili. E’ un cammino sorprendente, che in cinque tappe raggiunge Trento, attraversando le località visitate nella sua opera di evangelizzazione, terminata col martirtio, da parte di San Vigilio, terzo vescovo di Trento, da cui il cammino di San Vili prende il nome. Ma l’inizio del percorso ci porta indietro a un’altra epoca, in questo territorio un tempo austriaco: l’epoca dei fasti imperiali, durante la quale questi luoghi erano residenza estiva e meta di escursioni per la principessa, e poi imperatrice d’Austria, Sissi. Luoghi conosciuti in tutto il mondo per essere un paradiso degli sport invernali, ma oggi anche riscoperti, in chiave di cammino, grazie alle comunità locali.
La Magna Via Francigena. La storia della Magna Via in Sicilia è la storia di come il recupero di antiche vie, nell’entroterra siciliano, stia consentendo agli abitanti di queste zone di trovare occasioni nuove: di incontro e di sviluppo. Vie su cui transitavano mercanti, cristiani, musulmani diretti ai porti di Palermo, Messina, Siracusa e Mazara. Vie divenute a un certo punto trazzere, per spostare le greggi, fino poi a scomparire. I primi ad aprirle i cavalieri normanni, che, arrivati qui alla metà dell’XI secolo al seguito di Ruggero d’Altavilla, riconquistano la Sicilia agli emirati musulmani. Di qui l’attributo di “francigena” dato alla via. Il racconto di questo cammino è anche quello delle tante iniziative di giovani che, rientrati nei paesi dopo esperienze all’estero o in altre zone d’Italia, stanno cercando, sfruttando anche il passaggio della via, a rivitalizzare l’entroterra siciliano, con iniziative sociali e culturali.
La via degli dei. Dal cuore di una città, a quello di un’altra, lungo un percorso affascinante tra storia e mito, che lo ha reso il cammino più frequentato d’Italia, soprattutto dai giovani, e unfenomeno conosciuto a livello mondiale, quasi quanto il celebre cammino di Santiago. E’ la via degli dei, il cammino che da Bologna arriva a Firenze. Un viaggio in sei giorni alla scoperta di una sorta di mondo lento, parallelo, che scorre a fianco di quello veloce, collegato dall’autostrada e dall’altavelocità. Cosa lo ha resto così famoso? Quella della via degli Dei è una storia di passioni, di attivismo delle comunità e di scoperte archeologiche fortunate. Un mix vincente, accompagnato dal fascino del mito che emanano i nomi “esotici” di questi luoghi sul nostro Appennino.
Il cammino di don Tonino Bello. Sacerdote, scrittore, attivista, pacifista, sindacalista. Le definizioni possibili sono tante, e forse nessuna. In Puglia esiste da qualche anno un cammino che ripercorre la vita e il pensiero – dirompente e creativo – di don Tonino Bello. Un cammino che parla ai giovani, rispetto all’idea di futuro, e a tutti sul tema della pace. Un cammino che percorre in lungo buona parte della Puglia, da Molfetta, sul mare, al cimitero di Alessano, luogo in cui don Tonino riposa. Un viaggio alla ricerca di lui, grazie alle testimonianze dirette di chi lo ha conosciuto e che oggi regala il racconto di questo privilegio a chi passa a piedi.
Il cammino di San Iacopo in Toscana. L’ itinerario è studiato su sei tappe nel cuore della Toscana, sulla direttrice della Via Cassia. Un cammino jacopeo da Firenze a Livorno passando da Pistoia, la piccola Santiago. Un percorso denso di storia e spiritualità che vede nella figura di San Jacopo il punto di arrivo di un viaggio grazie al quale ci si arricchisce di un’esperienza umana, laica o religiosa, che consente al pellegrino di entrare in silenzio nella cultura e nelle tradizioni dei borghi che si incontrano durante il cammino, passando per ben 7 delle cattedrali più belle della Toscana.
Il cammino Lauretano, il più antico pellegrinaggio mariano d’Europa e del mondo, che, attraverso diversi percorsi, trova il suo punto di arrivo alla Santa Casa di Maria di Loreto. Loreto metafora dell’incontro tra le genti che avviene lungo il percorso culturale raccontato, per questa occasione, partendo da Serravalle del Chienti. Un viaggio per approfondire la ricchezza del patrimonio artistico che troviamo sul percorso, come i borghi storici che si trovano di qua e di là dal Chienti (Treia, Pollenza) e i siti archeologici piceni e romani (Urbisaglia); fino all’epoca moderna, come per il Castello della Rancia, memore delle battaglie tra le truppe francesi e papali; e a quella contemporanea, che apre lo sguardo sull’Infinito dal colle di Giacomo Leopardi a Recanati.
Infine cinque puntate su “I Cammini di Santiago”:
Il cammino francese È il Cammino per eccellenza. L’itinerario giacobeo con più tradizione storica e il più riconosciuto a livello internazionale. Parte dalla città francese di Saint-Jean-Pied-de-Port e si estende per 780 chilometri fino a Santiago de Compostela. Questo percorso attraversa molte delle regioni più belle della Francia e della Spagna, tra cui i Pirenei, la Rioja e la Galizia.
Il cammino portoghese, noto anche come Cammino Centrale, parte dalla città di Lisbona e si estende per circa 620 chilometri fino a Santiago de Compostela. Questo percorso attraversa molte delle città e dei villaggi più belli del Portogallo e della Spagna, tra cui Porto, Ponte de Lima e Tui.
Il cammino Inglese è il percorso storico per i pellegrini che arrivava in Spagna dai porti del nord dell’Europa. Parte dalle città inglesi di Ferrol o A Coruña e si estende per circa 120 chilometri fino a Santiago de Compostela. Questo percorso offre paesaggi mozzafiato e attraversa molte delle città storiche della Galizia, tra cui Ferrol, Pontedeume e Betanzos.

