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Oscuro cioè accendo

Accende oscurando. Per Pasini questa figura retorica che accosta parole che esprimono concetti contrari, è una luminosa realtà da ormai quarant’anni. Leader nel settore oscuranti con i suoi termoisolanti monoblocchi, cassonetti termoisolanti, avvolgibili, zanzariere e frangisole, l’azienda riminese ora ha abbracciato una nuova sfida: la produzione di monoblocchi e l’apertura di un nuovo stabilimento, il quarto del gruppo. “Questo ulteriore nuovo passo è frutto della filosofia dell’azienda, che guarda sempre in avanti alla ricerca di nuove competizioni. – spiega Giangabriele Pasini, amministratore unico dell’azienda – La produzione di monoblocchi appena partita è già raddoppiata e pensiamo possa ulteriormente decollare grazie a due nuovissime macchine robotizzate, installate solo pochi giorni fa”.

 La lunga “i”

L’attuale Pasini dalla lunga i della grafica nasce dalla passione di Arturo, il fondatore. Fu lui, dopo un esordio da falegname, a fondare l’azienda nel 1983, all’epoca produttore locale e artigiano di “tapparelle”, come all’epoca tutti chiamavano gli avvolgibili in PVC.

Rilevata una piccola realtà locale, Arturo è affiancato da quattro dei sei figli della sua numerosa e creativa “covata”, e da un dipendente. Come per la “numero uno” di Paperon de’ Paperoni, quel timido, solitario inizio è la rampa di lancio per una crescita magari non lineare ma decisa e foriera di successi.

Dieci anni dopo, la Pasini prima sbarca in punta di piedi ma con il piglio artigianale giusto a Pesaro, Cesena e nei dintorni, poi assume una dimensione nazionale nel settore dei sistemi oscuranti per finestre, in concomitanza con l’avvicendamento della seconda generazione e l’assunzione del ruolo di amministratore unico dell’attuale titolare Giangabriele, attualmente affiancato a Villa Verucchio dal figlio minore Nicolò.

Gli anni Novanta sono con il sorriso sulle labbra e il fatturato che s’impenna, proprio come il numero dei dipendenti (saliti a 15) e i clienti. Nel 2010 muore il fondatore e nume tutelare dell’azienda, il babbo Arturo, le divergenze tra fratelli e soci si fanno più stringenti, Giangabriele decide di liquidare i fratelli e resta al timone della Pasini con il fratello minore. Le novità sul piano societario si accompagnano ad un nuovo scatto in avanti.

L’azienda riminese, con sede al Villaggio I Maggio, diventa leader nazionale nel settore oscuranti, un’avanzata che pare senza freni. La caduta, invece, aspettava Giangabriele e il resto della truppa proprio dietro l’angolo.

È la crisi, bellezza

La grande crisi finanziaria colpisce duro durissimo anche a queste latitudini, “mettendo in ginocchio tutti i nostri principali clienti fa tremare anche noi ammette ancora turbato Giangabriele al pensiero di quello tsunami – Milioni di euro di crediti sono andati in fumo. 8 milioni di fatturato, 3 volati via”.

Investimenti ridotti all’osso ma oculati, le maniche sempre più rimboccate e un fiuto per il mercato unito ad una produzione ritenuta di valore, permettono all’azienda riminese di non andare alla deriva. Issata la vela, l’ottimismo ritorna qualcosa di più di una semplice bonaccia già nel 2015. Anche il fratello minore viene liquidato, Giangabriele resta solo alla tolda del comando e due anni più tardi, l’imbarcazione Pasini ha di nuovo il vento in poppa e punta a orizzonti ambiziosi. “Una luce in fondo al tunnel”.

Investimenti, nuove commesse, assunzioni e reparto appena arrivato sono solo alcune tappe della Pasini 2.0.

Nonostante il lockdown e la crisi, l’azienda punta nel 2020 perlomeno a replicare il fatturato 2019 (erano 14, rispetto ai 10 del 2018 e ai 5 di dieci anni prima), forte di una tradizione e qualità artigiana e una produzione e un servizio industriale. In pratica in una stagione, Pasini vende 233.000 tapparelle, utili a “coprire” 560.000 mtq, ovvero circa 34.000 appartamenti, come l’intera città di Rimini. Circa 9.000 mtq di stabilimenti tra Cerasolo e Villaggio I Maggio, 83 dipendenti, con il poker calato a Villa Verucchio e la sfida del monoblocco, la Spa punta decisamente ad aumentare fatturato, ricavi e numero dipendenti, che potrebbero decisamente scollinare quota 100 nella prossima primavera.

Luca, uno degli addetti del nuovo stabilimento, lo appellano tutti come il “prete”. Lui cerca di spiegare ma non se ne cruccia. È diacono permanente della Diocesi di Rimini dal 2017, ama il suo lavoro, è contento della nuova destinazione di Villa Verucchio e dell’opportunità che l’azienda regala a lui e ai colleghi. A Natale e a Pasqua, all’interno della Pasini spa organizza una semplice, viva celebrazione della Parola per ricordarsi – e ricordare – delle feste decisive della tradizione cristiana. “I colleghi mi hanno sollecitato – allarga le braccia Mussoni – la dirigenza ce lo permette ed io sono lieto di questo piccolo servizio”. 

Artigiani e industriali

La scelta della Spa di sbarcare a Verucchio è industriale – il nuovo, grande stabilimento da 3.200 mtq nella zona artigianale – ma è dettata anche dal cuore: il patron Arturo, l’iniziatore, era originario proprio del comune malatestiano. Nicolò, 25 anni, pensa al nonno e osserva il padre. “Fin da piccolo sono stato attirato dal mondo aziendale. – si illumina il ragazzo, barba nera accennata e occhi profondi – Fiere, fornitori, produzione: sono tutti ambiti interessanti e da sviluppare”. Alcuni capitoli della storia di famiglia sul sito li ha raccontati con piglio da scrittore, Elia, il fratello maggiore: ha partecipato un po’ alla vita aziendale, poi ha imboccato un’altra strada, senza far mancare l’apporto creativo a babbo Giangabriele e Nicolò.

Attualmente i dipendenti a Villa Verucchio sono 32 (e il responsabile dello stabilimento è Francesco Del Vecchio) ma si profilano aumenti se il mercato specie i monoblocchi – dovesse prendere la piega prevista.

Attualmente i monoblocchi valgono il 30% del fatturato totale “ma ci stiamo investendo forte, anche sul commerciale assicura l’amministratore unico – con una squadra di 10-15 persone”.

Se l’export è una distesa ancora un po’ piatta (1,5% del fatturato), Pasini guarda al bicchiere mezzo pieno. durante la pandemia ha arginato le difficoltà mantenendo il mercato nazionale. Veneto, Toscana, Lombardia ed Emilia-Romagna sono le regioni di riferimento, ma l’obiettivo è “accendere oscurando” anche nel resto dello Stivale: da qui la decisione di assumere un direttore area centro-sud, per “aggredire” il mercato a sud di Roma.

A Villa Verucchio, oltre alla sede produttiva l’azienda dispone di un’altra struttura, sede della Pasini Academy: porterà “sui banchi” per corsi clienti, addetti e tecnici.