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Settant’anni in una spendida cornice

Sagra Musicale Malatestiana 2018. Concerto orchestra e coro del Teatro Comunale di Bologna, Teatro Galli Rimini. © Foto Morosetti- Rimini.

Dopo le oltre quaranta edizioni ospitate al Tempio dell’Alberti, seguite però da altre in spazi mutevoli (dal cortile di Castel Sismondo alla vecchia fiera e al nuovo Palacongressi), la Sagra Malatestiana ha finalmente trovato la sua sede definitiva nel rinato Teatro del Poletti: questa volta in un luogo espressamente concepito per la musica! Già con la scorsa edizione, seppure passata in sordina per un cartellone ridotto e la scelta di un periodo inconsueto per il festival riminese, si era avuto un anticipo delle potenzialità del palcoscenico del Galli: è però con questa settantesima edizione che la Sagra si riposiziona nel solco delle sue gloriose tradizioni, con una programmazione dove figurano orchestre di caratura internazionale, con grandi direttori sul podio.

L’ouverture della manifestazione è affidata, il 3 agosto, a un evento del tutto straordinario: una serata in cui Muti guiderà – attraverso una selezione di brani tratti dal capolavoro mozartiano Le nozze di Figaro – l’Orchestra Giovanile Cherubini e i giovani artisti selezionati per la Riccardo Muti Opera Academy.
Il primo appuntamento sinfonico è invece fissato per il 23 agosto, quando Simon Rattle (che da poco ha lasciato la guida dei Berliner) proporrà, insieme alla London Symphony, pagine di grande impatto come le Danze ungheresi di Brahms e la Seconda sinfonia di Rachmaninov. Il 3 settembre, la Rotterdam Philharmonic Orchestra con la bacchetta del direttore israeliano Lahav Shani, appena trentenne, si cimenta con un raffinato programma che incastona, fra il Petrouschka di Stravinskij e La valse di Ravel, il prezioso Primo concerto per violino in sol minore di Bruch (solista la norvegese Vilde Frang). Tutt’altra atmosfera venerdì 11 ottobre quando sarà di scena Jordi Savall che, insieme agli ottimi strumentisti antichi del Concert des Nations, proverà a spostare indietro l’orologio della storia con la Terza e la Quinta sinfonia di Beethoven. Torna infine, il 14 dicembre, l’Orchestra di Santa Cecilia, questa volta con il venezuelano Gustavo Dudamel (a tutt’oggi il più straordinario risultato scaturito da El Sistema di Antonio Abreu): metteranno a confronto la Seconda sinfonia di Schubert e quella di Brahms.
La nuova sede rende possibile un cartellone con incursioni anche nella musica da camera. Si comincia con due serate bachiane, affidate all’Ensemble Zefiro diretto da Alfredo Bernardini (15 ottobre) e al pianoforte di Angela Hewitt (il 22). Il 9 novembre tocca al Trio di Parma – ossia Alberto Miodini, pianoforte, Ivan Rabaglia, violino, Enrico Bronzi, violoncello – eseguire il Primo trio di Dvorák, poi il Quartetto op.25 di Brahms, insieme alla viola di Simonide Braconi. Il 17 novembre è ospite la Wunderkammer Orchestra, guidata da Carlo Tenan, con Paolo Marzocchi al pianoforte e Ivan Gambini alle percussioni. Dopo la serata del 21 con Avi Avital al mandolino e Giovanni Sollima al violoncello, che spazieranno dal barocco ai giorni nostri, il 7 dicembre si chiude la sezione cameristica con un recital di Enrico Pace, interamente dedicato a Liszt.

I cinque appuntamenti di musica antica saranno dislocati in varie sedi, alcune ancora da definire: il 21 agosto tocca alle musiche del compositore riminese Mario Bianchelli (in occasione del 450° dalla morte di Alessandro Gambalunga); il 25 è dedicato a Guillaume Dufay, il grande fiammingo attivo alla corte dei Malatesti; l’11 settembre si ricorderà il quinto centenario dalla morte di Leonardo da Vinci; il 18 si esibirà l’organista Francesco Tasini, mentre il 29, in Highlands and Sea, il soprano Laura Catrani e il clavicembalista Claudio Astronio spazieranno da Monteverdi a Glass, passando per Handel e Cage.
Nel cartellone c’è spazio anche per il cinema, in Progetto rivale: verrà presentata in prima italiana l’opera da camera per voce femminile, violoncello, ensemble di ottoni e percussioni (una commissione della Staatsoper di Berlino per la sua riapertura, 2017) della compositrice Lucia Ronchetti, intitolata appunto Rivale e, in altra serata, Lacus Timoris, il film che documenta la nascita dello spettacolo. Non sarà questa l’unica collaborazione con San Marino Summer Music School: bisogna aggiungere il concerto dell’8 agosto The flute experience, un viaggio nella musica contemporanea con il flautista Roberto Fabbriciani, per la regia sonora di Alvise Vidolin.
Nello spazio dedicato ai giovani troviamo, il 28 giugno, la Big Orchestra, ossia trecento ragazzi provenienti dalle scuole di musica dell’Emilia Romagna, diretti da Paolo Marzocchi; un concerto del trio d’archi (8 agosto, Pieve di Santarcangelo) formato da Claude Richard, Jutta Puchhammer-Sédilot e Alberto Casadei, rispettivamente violino, viola e violoncello; l’Orchestra Sinfonica Lettimi diretta da Stefano Pecci. All’elenco poi si aggiunge (26 ottobre) Una traviata da camera, versione ridotta del capolavoro verdiano curata da Noris Borgogelli e che rappresenta l’omaggio postumo offerto da Minnie Torsani alla sua Rimini.

La divagazione forse più insolita di questo ricco cartellone è data dagli appuntamenti di musica e dialetto: La S-ciupteda, un monologo in dialetto romagnolo di Miro Gori, interpretato da Elena Bucci, accompagnata dal clarinettista Paolo Ravaglia e da Luigi Ceccarelli, regista del suono (15 luglio); L’invenziòun ad Stal Mami, una rielaborazione in chiave musicale della famosissima farsa dialettale di Liliano Faenza, curata da Fabio Bruschi e Città Teatro per la regia di Davide Schinaia (20 e 21).
Da ricordare infine un concerto in memoria del riminese Gabriele Bianchi, storico percussionista dell’Orchestra della Scala, scomparso poco più di un anno fa, che vedrà impegnata la Banda cittadina e alcuni strumentisti della Scala.