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“Samaritani” nel terremoto

CALDAROLA

I volontari della Diocesi di Rimini? “Una benedizione del cielo”. Li ha definiti così mons. Vincenzo Finocchio, parroco dei Ss. Martino e Gregorio a Caldarola (Macerata), uno dei centri colpiti dal recente sisma in centro Italia. In quel paese stanno prestando servizio i volontari della Protezione Civile della Provincia di Rimini e quelli della Polizia intercomunale di Riccione. Caldarola è uno dei comuni maggiormente messi in ginocchio dal terremoto. In paese sono rimaste solo 800 persone che vivono tra roulotte, container o nelle poche abitazioni rimaste in piedi. Gli altri 1.200 abitanti sono stati costretti a trasferirsi negli hotel della costa. In questa realtà i riminesi han prestato la loro opera, allestendo un campo e occupandosi della mensa. Anche il Vescovo di Rimini si è recato in visita (accompagnato dal direttore della Caritas dicoesana, don Renzo Gradara) nei giorni scorsi nel paesino marchigiano, incontrando i residenti e le persone impegnate nell’importante compito di sostegno.
Il “gemellaggio” riminese non è passato inosservato. E il parroco ha scritto una lettera di ringraziamento indirizzata al Vescovo di Rimini. “La ringrazio per le parole con cui ha voluto accompagnare le foto del presepio dei volontari riminesi reduci da Caldarola. È veramente un segno del presepio costruito dalle due mani onnipotenti e misericordiose di Dio e dalle due mani dell’uomo in cui sono confluite anche le mani di tanti volontari dell’Emilia Romagna e dei terremotati caldarolesi”. Mons. Finocchio fa anche una cronistoria del gemellaggio che lega i riminesi alla sua terra. “I volontari della sua Diocesi, accorsi a Caldarola subito dopo la ripresa del sisma del 26 ottobre, sono stati una benedizione del Cielo! Hanno anticipato l’arrivo dei soccorsi necessari per affrontare le conseguenze disastrose del «colpo di grazia sismico» arrivato il 30 ottobre. Già alla sera i volontari ci hanno preparato un pasto caldo”. Il parroco legge ancora tra le pieghe di questa storia recente, e assicura: “Ho trovato nei suoi volontari riminesi (e negli altri della regione) una bella testimonianza di quella fede del samaritano che non solo ha pietà, ma si è fato prossimo di chi in pochi secondi era rimasto senza tetto, senza vestiti, senza cibo ecc. Per la preghiera a Maria, onorata a Caldarola, come Santa Maria del Monte, non abbiamo avuto nessun morto e nessun ferito”.
Lo stesso parroco, come pure l’arcivescovo Francesco Giovanni, non ha più nulla. “Siamo sfollati tra gli sfollati”. Celebrano le Messe sotto una tenda dal 24 agosto (inizio del terremoto del centro Italia, ndr), mangiano alla mensa della Protezione Civile, dormono dove possono trovare anche solo una brandina. “Il resto della giornata siamo tra la nostra gente, perché vogliamo guardare avanti e in Alto con l’aiuto della Vergine Maria, madre della Chiesa”.

Paolo Guiducci