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Perdiamoci di vista

Le spumeggianti avventure dei nostri non governi negli ultimi giorni hanno messo in secondo piano un fatto che, in modo più o meno consistente, ha coinvolto molti di noi. Chiunque possegga un indirizzo di posta elettronica è infatti stato sommerso da mail che, in osservanza delle nuove disposizioni sulla privacy, chiedono al destinatario se appunto ha intenzione che la sua privacy sia rispettata, brutto asociale che non è altro. Con tempi e modi diversi: da quelle più professionali a quelle che puntano melodrammaticamente sul “non vorremo mica perderci di vista?” salvo poi chiederci chi mai sia quello che ce lo chiede e come diamine ha avuto la nostra mail. Ma ci sono anche curiose situazioni. In molti casi per chiedere di non ricevere più mail bisogna mandarne appunto una al mittente chiedendo la cancellazione dalla sua lista di indirizzi. In altri casi basta un clic su una finestra automatica di cancellazione. E, cliccandoci sopra, mi è capitato di ricevere come risposta “il tuo indirizzo risulta già cancellato dalla lista”. Forse ho capito male, ma mi suona come: “Avevi già detto che non volevi ricevere niente da noi ma così per essere sicuri, approfittando di queste novità sulle privacy, ti chiediamo se proprio sei sicuro”. Sono sicuro. Perdiamoci di vista, grazie.

Il Caffè Scorretto di Maurizio Ceccarini