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Oblivion, guerra vinta pianeta perso

Instancabile Tom (Cruise). Qualche mese fa lo avevamo lasciato in sala nei panni di Jack Reacher ed ora eccolo rispuntare di nuovo in un kolossal fantascientifico diretto da Joseph Kosinski, il regista di Tron: Legacy, che ha adattato un suo graphic-novel. Premesso che per l’attore di Top Gun il flirt con la fantascienza proseguirà (tra qualche mese lo vedremo combattere contro gli alieni in All you need is kill), ecco un sf movie che fa venire in mente altri titoli del genere (persino Wall-E ma anche il raffinato Moon), non cambia il rapporto con i film “sul domani”, ma perlomeno diverte, sempre che accetti i “bignami” cinematografici.
La Terra è tutta “acciaccata” e pure la Luna, tutta frantumata tra le stelle, per via di un’invasione extraterrestre che ha visto gli umani combattere per difendere il pianeta. Guerra vinta, ma pianeta perso, non ci abita più nessuno, sono tutti su Titano e gli unici terrestri presenti sono Jack (Cruise) e Victoria (Andrea Riseborough), incaricati dal loro comandante Sally (Melissa Leo) di sorvegliare le trivelle impegnate a riportare l’atmosfera abitabile. Jack sogna spesso una bella ragazza, Julia (Olga Kurylenko, Bond Girl in Quantum of Solace) e durante una missione nei territori isolati avrà modo di scoprire la verità, entrando in contatto con una curiosa comunità guidata da Morgan Freeman.
In Italia ha già raccolto la prima posizione al botteghino: nel racconto ambientato in questa Terra martoriata dove regnano silenzio e solitudine e dove i misteri si infittiscono (qualche trovata non è particolarmente originale), Kosinski cerca di dominare materiali già abbondantemente sviscerati nei precedenti capolavori “del futuro”, ma perlomeno offre uno show visivamente interessante.

Il Cinecittà di Paolo Pagliarani