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Non più sbarre tra padri e figli

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Volere è potere. “Ci abbiamo messo tutto un inverno per realizzare il nostro progetto, purtroppo non siamo riuscite a fare più in fretta”. E a noi sembra un piccolo grande miracolo. Sì, perché a parlare è Giorgia Micheli che insieme ad altre “sorelle” del Soroptimist International club di Rimini ha seguito da vicino la realizzazione di uno spazio giochi all’interno del carcere Casetti, pensato per bimbi tra i 6 e i 10 anni. “Uno spazio tutto per sé nel Carcere della nostra città. Un’oasi di verde e giochi per l’incontro padre figlio” è stato dotato di giochi, di 3 gazebo, di fiori e piante, comprese la quercia e l’alloro simboli del club.
Un piccolo grande miracolo, dicevamo, anche perché quest’area era all’abbandono da tempo, ed era stata una delle motivazioni che avevano spinto – lo scorso luglio – l’avvocato riminese Davide Grassi a dimettersi dal suo ruolo di Garante dei diritti delle persone private della libertà personale. Allora ad una nostra intervista dichiarò: “il mio cruccio più grande è quello dello spazio verde nato per accogliere i figli dei detenuti. Un grande spazio all’aperto, che esiste ma che necessita di manutenzione per essere agibile. Uno spazio che avrebbe reso più semplice, nel limite del possibile, la vita dei ragazzi che devono affrontare una prova così dura, incontrando i loro genitori tra le sbarre. Questo progetto mi stava a cuore, perché mi stavano a cuore i diritti di questi ragazzi di incontrare i loro genitori in situazioni meno pesanti e stressanti possibile”.

Ma torniamo all’oggi. “Il lavoro delle Soroptimist International club di Rimini – commenta il sindaco di Rimini Andrea Gnassi in occasione della presentazione di Uno spazio tutto per sé è ammirevole. In carcere si vivono delle situazioni problematiche e abbiamo capito che è importante mantenere vivo il tessuto delle relazioni tra loro e l’altro da loro. Le relazioni rendono possibile il riscatto e aprire una finestra di dialogo serve ai padri ma serve anche ai figli. Io penso che il tasso di civiltà di un paese passi anche dallo stato delle sue carceri; abbiamo ancora molto da imparare ma oggi posso dire di essere contento e dire grazie per questa iniziativa, dando la mia disponibilità per lavorare insieme in futuro”.

La presentazione di Uno spazio tutto per sé è stato anche pretesto per portare a Rimini una mostra molto interessante (allestita, purtroppo solo per un giorno, allo yacht club) dal titolo Il fascino oltre le sbarre. Si tratta di una serie di fotografie realizzate da Mauro Rosatelli e Claudio Laconi, entrati dentro il carcere romano di Rebibbia per immortalare le donne in stato di detenzione. “Ci eravamo stancati di vedere il carcere rappresentato sempre nello stesso modo. Ci eravamo stancati – raccontano i due – di vedere solo delle mani che escono dalle sbarre. Volevamo dare una rappresentazione diversa e nuova”. E lo hanno fatto. Le foto presentate vanno oltre lo stato di detenzione e mostrano delle bellissime donne che indossano i vestiti che si sono cuciti da sole. Hanno fattezze da fotomodelle, truccate ammiccano all’obiettivo. Le rughe, però, non sono appiattite da luci sparate, la malinconia non è azzerata da finti sorrisi, la bellezza è data dal loro essere, dall’essere portatrici sane della storia che stanno raccontando nell’attimo di uno scatto.

Angela De Rubeis

 

Nella foto di apertura, da destra: il sindaco di Rimini Andrea Gnassi, i due fotorafi e Mauro Rosatelli e Claudio Laconi e Gabriella Solleciti, presidentessa Soroptimist International club di Rimini